RIVISTA POPOLARE 429 ad insegnare a Tonville prima e poi a Maillebois, astraendo dal catechismo e solo intento ad aiutare col metodo intuitivo i giovanetti, nell'acquisizione di nozioni reali esatte. Il suo valore e il suo sistema lo doveau rendere particolarmente nefasto ed inviso alle Congregazioni religiose, le quali, pertanto, presero a combatterlo con la calunnia e le insinuazioni, e tentarono con tutti i mezzi di boycottarlo, svogliando i genitori degli alunni dal fidare nell' opera morale di lui. Se non che Marco Froment, maestro nato, possedeva l'arte difficilissima di saper affascinare e conquistare anche i più indisciplinati e mal disposti alunni. Era inoltre studioso e di costumi illibati; e , sorretto dalla fede nella missione fatalmente liberatrice della scuola , potè alla fine trionfare della guerra direttamente mossagli. Gli attacchi erano strisciati innocui sul terso cristallo dell'anima sua di apostolo battagliero; ed egli ne usciva vittorioso non solo, ma con la coscienza viva delle sue forze sperimentate. E procedeva fidente nell'opera sna di educatore apostolo, invaso ognora dalla febbre del vero, tormento e gioia dell'anima sua di uomo e d' insegnante. Se non che i congregazionisti, sperimentato vano l'attacco diretto, pensarono , con sapiente malizia , di girare la posizione. E lo colpirono nei suoi affetti più intimi e potenti, alienandogli, mediante la suggestione immanente del contessionile, l' affetto integrante della moglie adorata , la quale, dopo una sequela di scene, lo abbandonò come un appestato, ritirandosi a vivere dalla nonna Duparque, una bigotta fanatica e intransigente che ricorda-meno la fede e il passatoi' odiosa Saint-Dizier dell'Ebreo Errante. Invero, Genovieffa, prima dell'unione, non ignorava i principi del suo futuro marito, come questi sapeva bene lei essere stata educata rigidamente in un coll~gio religioso. Ma t ssi si amavano troppo per preoccuparsi di questo caso recondito di coscienza. Nei primi anni di matrimonio, infatti , la loro vita era stata tutto un idillio incantevole ; e, l' una nelle braccia dell'altro, sacrificando con previggente giudiziosa premura qualche brandello delle loro convinzioni, erano riusciti automaticamente ad una specie di compromesso. Genovieffa diradava le sue visite alla chiesa e Marco temperava in casa il suo ardore di anticlericale convinto ed aggressivo. Perchè tentare l'uno la conversione dell'altra, o viceversa? Uniti in tutto il resto, e che ciascuno fosse lasciato libero, senza intolleranze violente, a seguire, o no, i principì religiosi. Non era, quella della libertà di pensiero, una delle più belle conquiste della civiltà? Gli è ben per questo che Berthereau, il povero padre di Genovieffa, libero pensatore a tutta oltranza, aveva, in vita, accompagnato fino in chiesa la propria moglie, costantemente, e senza la menoma riluttanza. ♦ Che i due sposi - Marco e Genovieffa-si fossero ingannati, lo dimostrò però ben presto la catastrofe sciagurata della loro società domestica. Imperocchè il cattolicismo e il positivismo, più che due opinioni aventi diritto a coesistere, sono due metodi , due logiche , due misure irreducibilmente differenti , per la valutazione dei casi della vita, maiuscoli e minuscoli: e colorano fatalmente cli sè tutti i sentimenti di chi a loro si affida. Amarsi significa volersi somigliare; e quando l' esperie07,a ha dimostrato che tra due esseri esiste moralmente un abisso, l' amore esula per dar luogo, nei casi più disperati ( quando cioè il diavolo ci ficca la coda .... della sottana) alla rottura vera e propria; e in tutti gli altri casi, a quei sentimenti di fredda stima convenzio 1ale, fatta di rinunzie malcelanti la stizza, e di compassione sprezzante, che ogni osservatore anche superficiale constata di primo acchito in molte famiglie. - È una bigotta, caro mio; e non è colpa sua se i geni tori l'hanno inzeppata ed inceppata coi misteri idiotizzanti del catechismo. Io la lascio fare, perchè .... E qui l'allegazione dei perchè, uno più offensivo dell'altro, alla dignità ed alla rispettabilità della rnoglie propria. E questa? - È un eretico, un senza Dio che mi attira co' suoi articoli e con ìe sue bestemmie, le disgrazie i 1 casa. Un vero disastro, dico. Io lo lascio fare, perchè mi ripugna lo scandalo, e perchè oramai.... . E qui anche alcuni perchè molto cattolici, ma poco affettuosi verso l'uomo che dovrebbe rappresentare agli occhi di lei - moglie - un essere, se non perfetto, certo preferibile - corpo e spirito - a tutti gli altri. Nè vale qui l'allegazione di un argornento, tutto italiano, che, cioè, da noi, il cattolicismo e il positivismo non assurgono solitamente alla fede ossessionante verso un principio di vino od umano che sia, dappoichè io ritengo i sentimenti di parata doppiamente nefasti , quando si trovano in contrasto sul medesimo scenario: e tutti sappiamo , del resto, che l'amor proprio sollecita a difendere come vera la dottrina professata, quand'anche intimamente la si ritenga mal certa o addirittura falsa. Sommamente nefasto riesce intanto questo stato di guerra, più o meno appariscente e violenta, tra i genitori, pei figli. A chi crederanno essi, quegli esseri in formazione, nei quali con tanta suggestività operano gli atti e le parole dei genitori? A papà che sorride quando si citano in sua presenza i miracoli balordi, od alla mamma che fa loro recitare le preci in latino ed appunto col racconto suggestivo dei miracoli più grossolani crede di solvere il terribile suo debito di educatrice ? Essi finiranno per disistimare tutti e due i genitori; e verranno su ognora pronti a sorridere e a bestemmiare con papà , ed a pregare discretamente ipocriti in compagnia di mammà - con quanto vantaggio del carattere non occorre davvero dimostrare. ♦ La conclusione ? Questa. Purtroppo l'ordinamento attuale e l'attuale stato di cultura della donna non consente ai giovani malati di positivismo, - possibilità di unione con giovanette non prevenute dalla educazione chiesastica. La menzogna convenzionale pretende anzi che la donna, specie se nubile, non possa impunemente prescindere d~t certa pruderie religiosa , non possa esprimere sensi liberi, senza crearsi il vuoto intorno a sè. L'unione di esseri eterocliti, dì esseri che - come si esprime lo Zola - paiono venuti da due mondi diversi, è dunque attualmente una triste inevitabilità. Ebbene. Avvenuta l'unione-non certo il ma.rito ha diritto di violentare la moglie nelle sue mistiche abitudini; come non questa può ragionevolmente pretendere dal marito miscredente le pratiche religiose. Però, per la pace comune duratura, e per l'univoca educazione dei figli, ben hanno tutti e due, dal primo giorno della loro unione, l'imperioso dovere di non adagiarsi in un tacito come vigliacco compromesso. Mi spiego meglio. Il compromesso di reciproca tolleranza può, deve esistere, ma considerato come periodo transitorio che tutti e due devono sforzarsi di superare al più presto. La sana educazione dei figli pretende similarità di sentimenti ed armonia costante di atti e di parole nei genitori. Questo, o rassegnarsi a meritare amarezze , rimproveri, rimorsi. Durante i primi anni del matrimonio, materiati di amore
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