RIVISTA POPOLARE 229 di opportunità che rifulgono in tante pagine nelle quali si flagellano le superstizioni popolari, alla compiacenza con cui illustra la secolare e magnifica lotta tra il potere religioso e il potere civile nel Regno di Napoli -·lotta che trova il suo riscontro in Italia a Venezia e che arriverebbe anche a rendere"::simpatico uno dei Borboni più esecrati, Ferdinando IV. Fermiamoci un istante, che ne vale la pena, su quest'ultimo particolare poco noto per richiamare l'attenzione sulle vigorose risposte che il marchese Domenico Caracciolo dava alla Corte pontificia sul famoso omaggiodella Chinea. « Si sa dall'istoria, seri ve <( il ministro borbonico, come incominciò la Santa « Sede, senza aver mai posseduto questo Regno, « nè avervi alcuna ragione, ad investirne i suoi « Sovrani , dopochè per dirittto di conquista già « da loro si possedeva. Si.sa come, passando questà <( sovranità di gente jn gente, o per diritto di sue- « cessione o per valor militare, la Santa Sede volle cc aflettare di concederlo in feudo e di riservarsene « il diretto d<?minio , senza esserne stata mai pa- << drona, esigendone l' annuo censo, per un foglio « di carta che dava a coloro che dal Diritto delle « Genti n' erano già riconosciuti per legittimi e « propri Sovrani. Le promesse dei Sovrani di questo « R€gno, fatte di tempo in tempo , di pagare il « censo alla Santa Sede e di tener da lei ciò che << in fatti da lei non avevano ricevuto che in pa- « role, non furono se non semplici patti, chiamati « dalla legge sine causa; i quali, se niuna obbliga- « zione producono fra privati, molto meno possono « obbligare i Principi e le Nazioni. Nè giova ri- « correre a possesso e prescrizioni , quando manca <<· il giusto titolo, e se ne sa il principio vizioso. » Si era prima della rivoluzione francese , proprio alla vigilia, e nessun Sabaudo avrebbe osato tenere • un simile linguaggio verso il papa. Il quale , soggiunge Fortunato, « mastica , borbotta, scrive, riscrive : e infine, ecco per aria lo spettro della scomunica ..... Che ! quei tempi sono andati. Il re , di lì a un anno, compostamente , tranquillamente risponde: cc il passo sarebbe nullo e inefficace, perchè « insignificante , e non produrrebbe efl:etto alcuno, « fuorchè di maggiore amarezza e disturbo, e delle « conseguenze che, ne potrebbero risultare Vostra « Santita dovrebbe render conto a Dio e al mon- « do. >> Il mònito non ammetteva replica, quando sopraggiunse l'. 89, e con· esso la Rivoluzione, donde si apri un'era nuova, che distrusse gli ultimi avanzi del medio evo, aboli i privilegi della nobiltà e ciel clero, tradusse in atto il principio dell' eguaglianza civile, diede la vittoria al terzo St':;lto e diffose, per tutta Europa, con le sue armi vittoriose l' idea madre della libertà .... Venuta la restaurazione·, papa Pio VII tornò daccapo ; ma re Ferdinando , non mutato in questo (si trattava di non pagare) tornò a ripetere , il 26 luglio del 1816 , che la feudalità più non esisteva , e che nel trattato di Vienna, principio e fonte di ogni potere, non c'era un ette che riguardasse il diritto di signoria della Sede Apostolica sul reame di Napoli ... >> (pag. 299 a 302). ♦ Da questi cenni si comprenderà che nella Badia di Monticchio non si trovano soltanto delle notizie sulle ongm1 del Convento , sulle dispute tra gli Abati, sulla successione degli ordini monastici che la tennero ecc., ma che vi sono osservazioni e rilievi d'ind<?le generale esposti sempre in forma spigliata, elegante e dilettevole. Ma e' è dell' altro e di interessante che rende la bella monografia di attualità politica ver~: ci sono le ragioni fisiche e storiche delle misere condizioni de.I mezzogiorno. Alle prime il Fortunato, che pur le conosce meravigliosamente, non accenna che per incidenza ma sempre in modo sufficiente da somministrare gli elementi per un giudizio illuminato. Sulle orme di Teobaldo Fischer fa conoscere quanto sia inferiore il mezzogiorno d'Italia al Settentrione per la sua costituzione geologica , e col Millosovich dà ragione della grande siccità della Puglia - dove qualche ameno socialista settentrionale vorrebbe fare ·le marcite invece di coltivarvi ·il grano ..... ! - e ricorda il danno incalcolabile che deriva a tanta parte del mezzogiorno dalla malaria. Date .le condizioni telluriche del mezzogiorno un punto importante, quasi una scoperta è quello in cui il Fortunato dimostra che non da oggi e' è la inferiorità economica sua di fronte al Settentrione. Con Strabone, contemporaneo di Augusto, nota che nell'Italia meridionale « le città· erano parte « ridotte a misere borgate, parte rovinate affatto, « niuna più meritando d' essere nominata se non « per rispetto della potenza, che una volta ebbero; cc sole Benevento e Venosa rimaste in buon es- « sere ... >>. Invece del· settentrione lo stesso Strabone scrive: « la pianura che sta appiè delle Alpi, « tutta solcata di canali e di argini, è somma- « mente prosperevole e variata di arboree colline .... e< delle sue bontà fanno fede la fitta popolazione « che l'c1bita, la grandezza delle città, la loro vici- « nanza e ricchezza, cosenelle quali sorpassa tutto Jl « resto della penisola...., le terre coltivate port:ino « frutta d'ogni sorta e in gran copia, e quanto sia « l' abbondanza del vino si conosce alle immense « botti che si fanno di legno. » E nel Medio Evo si sarebbe mantenuta sempre la profonda distinzione economica tra il Mezzogiorno e il Settentrione facendo sì che il secondo avesse potuto meglio resistere ai danni e alle devast:izioni degli invasori (pag. 58, 59, 349 ecc.). Sicchè il Fortunato che ribadisce la miseria delle condizioni del Mezzogiorno anche colla testimonianza dei mercanti fiorentini e di un Alberti, non soio dimostra che esso non è stato mai e non è il Regno di Bengodi: ma deride e sterza quei politici fanfaroni e spagnoleschi, che dopo il 1860 in Parlamento e fuori esagerando sempre e in tutto lo proclamarono ricco mentre esso era naturalmente povero, anzi poverissimo. Su questa povertà, insieme al Nitri, insiste per concbiuderne che noi abbiamo non una, ma ·due ltalie (pag. 81, 82, 189 a 192, 325 a 329). E L:)Il contribuirono forse le iperboli dei meridionali a far credere ai settentrionali che il mezzogiorno .sottraeva la propria ricchezza alla imposta, contribuendo così indirettamente a far votare la iniquissima - per le sue finalità-legge del nuovo catasto? Ecco una domanda che sottopongo al Fortunato. ♦ Il Fortunato esager3ndo o applicando male il n~aterialismo storico di Marx tutta la storia del
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