198 RIVISTA POPOLARE I giornali di Berlino e di Vienna si sono anche degnati di ammonire gl' italianj che ]e accoglienze entusiastiche fatte al Capo dello Stato francese non distruggono i legami della Triplice. La Zeit di Vienna, inoltre, ha voluto scorgere nelle feste a Lou bet uno schiaffo a Francesco Giuseppe, che con senile ostinazione non volle restituire la visita al Re d'Italia in Roma. • Noi crediamo che gl' italiani che hanno applau..- dito freneticamente i ·rappresentanti della Francia .non si sian9 mai ricordati, ciò facendo, dell'Imperatore austriaco; ma se in loro ci -fosse stata l'intenzione attribuita dal giornale di Vienna nessuno avrebbe potuto affermare che lo schiaffo a Francesco Giuseppe non sarebbe_ stato ben dato. Egli lo avrebbe meritato ; e sonoro. . Notiamo, infine, che il momento in cui si è posto .un suggello solenne al riavvicinamento cordiale franco-italiano non poteva riuscire più opportuno per disarmare i maligni che al di là delle Alpi non _mancarono mai sinora d' intirpetrare il desiderio nostro di ristringere i legami colla vicina repubblica come una conseguenza del bisogno sentito di ottenere l' aiuto finanziario , economico e politico della Francia .. La nosti:a situazione è tale - a giudizio degli stessi francesi più competenti - da suscitare invidia e non compassione ; essa ci permette di trattarci alla pari colla sorella latipa. E la coscienza della rispettiva condizione delle due nazioni· crediamo che non abbia contribuito poco a rendere più schietto e più caloroso e più sin:patico il ritorno -,ili' :rntica am1c1zta. che non ;tvrebbe dovuto mai interrompersi. Noi che fummo di questo avviso quando la fran- .cofobia in Italia era di moda e veniva alimentata giorn;ilmente da una stampa disonesta o accecata da furore patriottario ~ noi che ali' indomani del malaugurato caso di Tunisi, qu;-1si soli in Italia, vedemmo il fondo economico della concorrenza del lavoro nella famosa caccia all'italiano in Marsiglia sin dal 1881; noi che non perdemmo la serenità e la fede nella bontà delle nostre convinzioni 11l'indomani di Aigues Mortes procurandoci le insolenze e le calunnie della banda crispina (1); noi oggi non sentiamo il bisogno di prendere una scalmana per atlermare la nostra sincera e completa soddisfazione pel suggellato riavvicinamento tra Fnrncia e Italia. L'avvenimento è grande ed avrà conseguenze ~enefiche che per ora non rifulgono tutte ; sin da· ora però tutti veggono che la visita di Loubet e le accoglienze che l'Italia tutta gli ha fatto hanno questo significato: tolgono alla Corte pontificia l' ultima speranza in un aiuto straniero, iniziano nuovi rapporti internazionali;diminuiscono la potenza della Germania, consolidano le rngioni della pace e per mezzo della pace permettono ai popoli di sperare in un'era più sicura di libertà e di benessere. -La Rivista (1) La 'RJ,vistapopolare, allora diretta da Fratti pubblicò nel 1893 La quistione ardente (La concorrenzadel lavoro) dell'on. Colajanni che corag~iosamente affronto l'ira de~ gallofobi e ne ridusse molti al silenzio. GLI ftVVENI1'1ENTI e GLI UOMINI Trleste.-La venuta di Loubet ha suggerito al Comitato delle Alpi Giulie la pubblicazione di uno splendido , riuscitissimo numero unico illustrato, che non serve, come tanti altri numeri unici a soddisfare la vanità dei compilatori, ma con richiamo ai fatti e con grande sobrietà di frasi riconferma le :tspirazioni della nobile città che combatte con tanta costanza ed abnegazione per la italianità pr~pria. Noi che non siamo irredentisti nel senso ordinario della parola lodiamo le intenzioni dei compilatori del Numero unico e ne ammiriamo il contenuto. Esso ci dà la fotografia di tutti i deputati italiani dell'Istria, del Trentino al 'R._eichstag austriaco, delle principali vedute di Trieste, di Pola e dei dintorni, delle dimostrazioni più gran- .diose dei triestini affermanti i propri patriottici sentimenti, di .alcune bellissime medaglie commemorati ve. Riprodm.:e la testata dei giornali dell'Istria e infine dà un estratto del calendario patriottico. · L'epigrafe in prima pagina dice: A' DÌ FAUSTI D'APRILE CHE VEDONO IN ROMA VITTORIO EMMANUELE ED EMILIO LOUB.E.T RINSAL.DARE IL PATTO SACRO AL VOTO E ALL' AVVENIRE DI DUE POPOLI FRATELLI TRIESTE INSOFFERENTE DFL DOMINIO AUSTRIACO MANDA IL SUO ITALICO SALUTO NELLA INCONCUSSA FEDE CHE PER LEI SPECIALMENTE RISPLENDA DI TUTTA SUA LUCE JL SOLE VITTORIOSO DEI CAMPI LOMBARDI Trieste, aprile r904I socialisti italiani: repubblicani in Francia e monarchici in Italta. - La propaganda continua ed aperta contro la repubblka dei socialisti italiani dette da principio i suoi risultati diretti assott;gliando le fila ~ei. repubblicani; ne da altri, anch' essi diretti, ora venendo in aiuto dei monarchici contro i repubblicani. Il caso di Forlì è tipico ; ma non è il solo. È tipico perchè sopraggiunge dopo i discorsi repubblicani di Cabrini, di Labriola, di Walter Mocchi; dopo quelli più· spiccatamente anti-monarchici di• Ferri ..•. e di altri minori. Le tardive resipiscenze non valgono: vent'anni di calunnie dai socialisti scagliate contro l' idea repubblicana haunq lasciato l'impron.ta sulle masse Socialiste, che nei repubblicani, spesso , scorgono gli avversari più temibili pei loro successi del momento. Perciò i socialisti di Porli , che appartengono alla frazione rivoluzionaria, - cioè a quella che pih repubblicanamente blatera nei Congressi - attualmente devono essere contenti come pasqua perchè colla loro azione sono riusciti a far perdere il Collegio di Forlì ai repubblicani. E si accomodino pure e servano di esempio o meglio di rampogna a quei repubblicani sentimentali , che non sanno far di meglio che scimmiottare o adulare i socialisti ; ma siano più logici e più sinceri e smettano di mostrare simpatie calorose: con o senza restrizioni per la repubblica .... in Francia. Riformisti e rivoluzionari intanto divisi in tutto, vanno di accordo, a fatti se non a chiacchiere, in questo solo: nel combattere l' idea repubblicana, almeno in Italia. E chi lo potrebbe sospettare di primo acchito? Nella loro azione anti-repubblicana possono essere logici gli uni e gli altri. I rilormisti combattono ]a .r.epubblica perchè credono che le forme siano un ciarpame inutile per le quali non si dt.>vefare il benchè menomo sacrifizio; i rivoluzionari da buoni catastrofi.ci sperano che la monarchia
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