Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 6 - 30 marzo 1904

RIVISTA POPOLARE 111 memoria di H. Spencer ~n degno omaggio ad H. Spencer - al vecchio , instanca_bile pe_nsato1·e che , per crnquant' anni, a pezzo a pezzo, mise assieme una cosl vasta opera di dottrina da rivaleggiare con le più grandi che la storia del pensiero ricordiha recentemente dedicato in un doppio fascicolo la Rivistrt di .Filosofia e S<.,ienzeaffini diretta dal Prof. G. Marchesini. Con sintesi larga e sicura, con parola avvivata ca re1,erente affetto di discepolo, ne traccia la complessa fioura G. Salvadori che poté conoscerlo da vicino. E u·,' accu~·ata .analisi dell'opera del sommo filosof9 inglese nei suoi principali aspetti é fatta negli articoli che seo-uono dal Marchesini. \(La Metafisica di H. S.), da Tar~zzi ( La Sintesi di H. S.), dal Troilo (La Dottrina della conoscenza d·i H. S,) dal Crespi (La ReUgionv, nella .Filosofia di H. S.) dal Momigliano (Le Idee esteti'chedi H. S.); mentre all'insieme dell'opera riguardata come punto di partenza di progresso avvenire dedica alcune s.ue notevolì considerazioni P. Orano (H._ Spencer e t'avvent're); e i rapporti tra la dottrina spen cenana e la coltura filosofica italiana sono studiati dal Ran:wli (La fortuna di H. Spencer in Italia) e da G. Santini (H. Spencer e G. D. Romagnosi). Ma: oltre che per la varietà e complessità sua il fascicolo commemorativo é degno di nota per l'accordo dei singoli scrittori, che vi hanno collaborato, nei risultati fondamentali della critica. fatta alla dottrina spenceriana e nel giudizio riassuntivo sul valore che le si deve assegnare nella evoluzione del pensiero filosofico contemporaneo. Merito principale dello Spencer l'avere elevato a dignità di principio univel'sale applicabile a tutto il mondo fenomenico, fino a.i fatti psichici e sociali, la legge di evoluzione, che era già ·stata applicata ai fenomeni astronomici, geologici e biologici. · , Suo difetto fonda.mentale l'aver voluto a quello accoppia.re il principio dell'assoluto dichiarnto inconoscibile e inteso come necessario fondamento e sostegno del,mondo fenome • nico e della relatività della nostra conoscenza. In questo il principale be1·sag~io delle critiche, antiche e recenti, moss.~ da più parti colla dottrina dello Spencer. Ma può per questo dichiararsi ca.duca l'opera sua? No - risponde il Tarozzi -- « la critica fu per il :filosofo nostro l'anticipato battesimo della storia; fu l' esteriore indiiio che un nuovo fatto storico si anela.a per lui innestando mlla. storia intellettuale del mondo, che nell'ambito immenso del sapere umano era stata sentita la forza e l'eco d'una conquista. Senonchè vi è un limite che non si oltrepassa con nessuna conquista ed è il limite dell'avvenire ..... Noi, rispetto allo Spencer, siamo a questo limite clell'avve- , nire. Non ingiu:·iamo la ·dottrina. come caduca: salutiamo invece la grande opera come compiuta ». Belle e nobili pa.role, che sono, poi, altamente significativ8 per l'autorità onde il Tarozzi le avvalora citando un giudizio dcll'Ardigò (uno dei maggiori critici delle dottrine spenceriane) ehe nel giornale La Libertà giusta.mente os• servava « esser la grandezza di Spencer dimostrata dal fatto che quasi nessun libro scientifico di qualsiasi lingua fu pubblicato senza qualche meniione alle importanti opere e al pensiero filosofico dello Spencel' >>. E questa serenità di critica, non unifa,terale, non esclusivamente dissolvitr·ice, ma esseniialmente integratrice, che é il cara.th re onde sono improntati gli scritti -ra.ccolti nel fascicolo della Rivista, è, altresl, l'indizio delle intime loro connessioni dottrinali. Sicchè può ben dirsi che è tutta una scuola filosofica. italiana che in questo t1·ibunale di ra,,io• nalc ossequio al pensa.tol'c inglese riafferma la sua fede nella vita.le dottrina dell'esperienza e i suoi propositi di continuarla, liberandola dagli impacci in cui si era avvi• luppata e avviandola a un più sicuro svolgimento. L'Ardigò ha. nelle sue· opere additato (dallo. c1·iticaall'Inconoscibile fino alla sostituzione di una più larga e com prensiva formola della legge d'evoluzione) quali siano le nacessa:rie integrazioni della dottrina spenceria.na. Egti ha gid. da uo pezzo aperto la via per la quale un nucleo di volenterosi lo segue. La commemorazione dello Spencer, fatta da tali segua• i, assu1ne, appunto per questo, come io diceva, uno special vaiore nel presente momento storico della coltura :filosofica italiana. In un sorr mario cenno bibliografico sarebbe inopportuno entrare in particolari disamine delle quistioni tratta.te dai singoli scrittor!. Quel che YÌ è di più essenziale é il signi · :fica.to del fatto stesso; di un fattò, cioè, che esce dai limiti delle ordinarie pubblicazioni commemorative.· E uo' ultima osservazione da fare mi par questa. S; è detto che la notizia della morte di H. Spencer ha destato molto minore impressione in Inghilterra , sua patria , che altrove. Non so se il fatto sia ve o. Ma, se vero, esso infine non servirebbe ad altro che a confermare , una volta di più, una grande verità : che, cioè, gli eroi del pensiero non appartengono ad un popolo in particola.re ma sono i gra.nd i motori della storia universale. Ci piaee, però, nota.re come la commozione suscitata. da un tale avvenimento in Italia sia stata, forse, più viva e intensa che altrove. Napoli, marzo 1904. F. MoNTALTO UomcinointuromoinRi azzceontraozze ? Il titolo sensazionale mi viene suggerito da due articoli dell'ultimo numero della 'R...,evudees Revues (15 Marzo 1904). In uno (Les blancs contre les jaunes) Charles Richet, l'illustre scenziato che sta in Francia, insieme al Passy, a capo del movimento contro _la guerra, ha sentito risvegliarsi il sentimento patriottico e temendo per· la Russia, l'alleata dellà repubblica , cui i francesi hanno prestato parecchi miliardi, rammenta che i rossi sono i veri fratelli degli europei e del mondo civile perchè membri della razza bianca, mentre i giapponesi fanno parte di un'altra razza, la gialla, diversa dalla prima, ad essa inferiore. Ne conclude che i bianchi devono simpatizzare e parteggiare pei russi contro i giapponesi gialli diversamente di quello clie attualmente avviene. Il Finot invece nell'articolo Hommes contre hommes, prendendo come epigrafe un pensiero di Larnarck (r) s•>stiene b tesi larga, veramente umana, che nega la superiorita di una razza sulle altre e vede nei Giapponesi e nei Russi uomini che com-• bçtttonocontro altri uomini. È la tesi che sostengo da venti anni contro la scuola di antropologia criminale, contro i romanzi dell'Antroposociologia ed a cui ho dedicato l'ultimo mio lìbro, ·che si .sta traducendo in lingua francese (Editore Alcan) ed in lingu~ spagnuola ( Editrice la Biblioteca di Sociologia di Barcellona): Razze inferiori e razze superiori o Latini ed Anglo-sassoni. Non posso, quindi, non compiacermi· vedendola caldeggiata in Francia e in questo momento da una rivista tanto simpatica e importante qual' è quella del Finot. I1 Richet porta diversi ~rgomenti per dimostrare la inferiorita dei gialli di fronte ai bianchi. 1° Nessun bianco distinto vorrebbe sposare una donna gialla, fosse anche una nobile giapponese: Madama Crisantema,. egli dice, non è che un piccolo animale di lusso, elegante e docile, buono a distrarre in certi momenti come un pappagallo o come una scimia. 2° Alla razza bianca si devono tutte le conquiste della civilta. Omero, Fidia, Aristotile, Tacito, Keplero, Kant, Leibnizio, Shakspeare, Newton, Voltaire , Lavoisier, Goethe non sono nè Malesi, nè Cine'si, nè Giapponesi. 3° Il !7wndo progredisce guidato dai bianchi. Se pur è vero che i Cinesi abbiano fatto· dell~ scoperte prima dei bianchi, la loro inferiorita rimane dimostrata dal fatto che essi dalle stesse scoperte non seppero trarre profitto. 4° La superiorita artistica dei bianchi è indiscussa. L' arte vantata dei gialli non ha . dato la (I) L,z nature n'a.formé ni classe, tti ordres, ni familles, ni ienres, ni csp~cesconstantes, mais seulement des ùidividtis

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