Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 6 - 30 marzo 1904

· I 56 RIVISTA POPOLARE LASORTDE ·IPROFESSORI (l) Il caso, questa volta. (~ toccato al rlott: Antioco Zucca, giovane di eletto ingegno e di v,ì.sta cultura. Egli insegna da un anno nel ginnasio di Oristano. I el passato luglio partecipò al concorso per titoli a cattedre di materie letterarie. nelle classi iPferior-i dei Ginuasi. Presentò 1 seguenti titoli: laurea iu lettere, conseguita nell\miversità di Bologna; laurea in filosofia, conseguita nell'università di Horna; due pubblicazioni, una dal titolo= L'uonw e l"In(inito =; l' altra intito'lata « la soluzione det Grande Enzgm,a ». Al conco1·so erano pul'e ammessi qnelli, che, in diretto di 13:urea in lettere o in filo~ofia, avessero il diploma di abilit.a~ione de0nitiva,. conseguito per titoli, a norma dell'art. 3 del F. decreto 8 marzo 1903. Nondimeno il dott.. Zucca. che presentò due lauree, di .cui una, quella -d1 filosofia, conseauita con pieni voti, e due noteYoli pubblicazioni, fu~·dalla Commis. sionè esaminatrice. solennemente bocciato. Io non so su quali criteri 1' on. Commis~i1me abbia fondato il suo giudi7io: ma il fatto è veramente strano! . « L'uomo e l'Infinito » è un lavoro rli filo<:ofìae d'arte ]orlato dagli scrittori italiani e ~fa';:rnieri;e conquistò all'autore la si~patia e l'affetto di Sully Prud' homme. Scelgo, fra tantj, il giudizio di qualcuno tra j nostl'i migliori scritto1·i. Guido Mazzoni dice: « Nell' Uomo e l'Infinito l'autore dimostra forza ed originalità di,pen~iero. e buone attitudini a11'espressione ::irtistica delle irlee e dei sentimenti. Alcune pagine ~ono felici~sime; in tutte è del buono». L'i1Juc;:treArcligò, nel fascicolo dell'aprile 1~95 del1'Archiv fitr s11stem,atisrh,~ Ph1:losophie di Berlino, l;0sì scriveva r!el primo libro clel rlott. Zucca: « L'autore è un giovane clie si ri-vela, in c1uesto libro rl'un animo elevatissimo.· J1 lavoro è cìist.into in pr'osa e in versi, e~ è P!acevolissimo a leggersi. ...... In questa parte drnlog1c:a fa spesso delle aeniali consirlera,zioni , fra le quali notevoli quelle O comprese nelle pagine 163,. 164 e 206 ..... >) E Ferdinando Mal'tini. che di rado con. :ede le sue lodi, su « L'uomo e l' Infi,nz·tn » scriveva al suo amico Iacopo Mensini : « Che debbo dirti? Dopo tanti illus_tri ch_eh~n pronundato il loro giudizio su quel libro, 11 m10 conta meno che nulla; non<limeno. poichè ti piace che lo pronunci anch'io, eccolo: mi piacciono moltissimo i ver~i. e mi piace molto anche la prosa, che quasi pareva tu mi consio-lias~i di :;altare a piè pari. Nei versi veggo la prov; d'una immaginazione vivaci.;;sima. ma ..;he sa Jac;:ci::1rsoi ·uid1re dai freni dell'arte; nella prosa un felicissimo ~empio di ,lialogo filosofico, cosi felice, anzi che io non so se l'Italia ne abbia visto dei simili da parecchie rlecine d'anni in poi. Perchè quando si dice, in Italia. e magari altrove, dialogo filosofico. si dice una cosa filosofica fìn che vuoi , ma che di dialogo non ha mai o quasi mai nè la forma nè l' andatur::1. Si dimenticc1 cli far ;)arlare g·l'interlocutori come la gente sia pur rlottissima, parla; e si scrivono pezzi cli.trat~ tato tagliandoli a fette e assegnandone una a Calisto, un 'altra a Panfìlo, (personaggi dell'opera) e via via. Or questo dello Zucca è veramente diaJoo·o, e la profondità del pensiero, e l'arduo argomento , nulla <l) Que_sto al'ticolo . a~drebbe bene in un giornale politico; ma 1 casi che rassom1gl1ano molto a quelli dello Zucca, purt~·oppo , so~o 1:101to numerosi! Sembrano il prodotto di un sistema; e il sistema genericamente venne in queste stesse colonne anatomizzato ·dal Prof. Multineddu. ,N. d. R.) tolgono al dialogo della sua spontanea disinvoltura. E bada: non c'è da dire che sia spirito di scuola ciò che m'induce a pregiare cosi il libro dell'amico tuo: perchè può darsi eh' egli abbia ragione con la sua filosofia; ma io òetesto chi primo è riuscito a farmi l'redere che in essa consiste il vero, o pe1· lo meno a mettermi nell'animo la prima dubbiei.za ». ' Non l,as!a. Lo ste:Sso ministro della P. Istr:uzione conterì, al dott. Zucca, per « L'uomo e l'Infinito »· UI). premio di L. 500; e or~, mentre il forte scrittor~ è. stato_ gi~,1ic~to non_ idoneo all' insegnamento del gmnas10 mfer10re , siede al O'overno uno dei· suoi ammir3,tori, l' on. Maiorana, ~he lesse e studiò il libro premiato con vero compiacimento. Ora, dato e non ·concesso, che la Commissione non sia rimasta soddisfatta dei voti della laurea in lettere del dott. Zucca, non ·poteva tener conto della sua la~rea in filos?fia, conseguita con pieni voti; ti- ~olo pm che sutlic1ent.e per ottenere un e~ito felice m un concorso,. che potevasi superare col solo titolo del diploma di abilitazione definiti-va? E le pubblicazioni poi. di cui si mena tanto vimto ad ogni concorso, non costituivano· nessun merito alcun titolo per il dott. Zucca? Come giudicò, dun: · que, l' on. Commis ,ione i lodati lavori del signor Zucèa? Ma quanli professori di ginnasio o d. liceo sono capaci di produrre altrettanto ? Ma che importa? Se ci sono, in Italia, ministri e deputati, che si agitano per in11alzare monumenti a letterati e a filosofi, di cui ignorano perfettamente le opere e le dottrine, qual meraviglia che anche le Commissioni esaminatrici f!iudichino i prof'essori senza darsi la pena di leggere i loro lavori? ITALO ARMA L'individuallsmo ne lcaoncezione s cialist (cont. vedi num. prec.) Codesto movimento Ji dottrine individualiste non può giudicarsi con l' istessa indifferenza con ~ui. s~ giudicherebbe l' effiorescenza d'un pensiero 1od1v1duale. Oltrechè in Inghilterra esiste una Lib~rty and Property League, la quale dell'individualismo consen·atore fa suo proaramma e bandiera· l'. anarchi~mo individualista rac~oglie largo numer~ d1 seguaci nelle piu varie parti ·del mondo ci-vile. Negare dunque importanza alle dottrine individualiste, credendo che esse facciano tutt.' uno con la. soci~tà nella quale viviamo, non si può ulteriormente. Già vari segni all'orizzonte annunziano che il movimento individualista sia anche ogai l'indice solito dello stato di crisi violenta in cii sta per entrare la societa. In che poi questa crisi consis:e non è compito di questa conft.!ret;za indicare. Piuttosto ci sforzeremo d'indicare· quali sono ali ele• menti di fatto e i motivi ideali a cui Il r;crudescenza_ i_ndividualista si appoggia. . Bad1s1 che sempre e in oani caso la neaazione individualista proponesi di li-berare la cosci;nza individua,h~ d::ill'~ncubo della suggestione collettiva e la propnetà privata dai vincoli che l'intervento statale è disposto ad imporle o le fia aià imp1)sto. Il risultato degli sforzi suoi può dunq~e indicarsi come un tentativo per mettere la società in condi-, zione di valersi di tutta l'energia di cui l'individuo è capace e· di restituire alla esistente struttura s?ciale tutti i vanraggi -che essa sembra annunc1are. Il vincolismo sociale trattenendo l'individuo e il

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