RIVISTA POPOLA.RE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI 649 « Ora, questi tormenti, questi atti mostruosi, indegni perfino delle più selvaggie tribù del continente africano, sono stati di nuovo svelati nel Parlamento spagnolo dal clept1tato Don Emilio Junoy, ·cho ha accusato il governo di ave"re consentito a che si ripetessero alcune settimane fa nelle prigioni di Alcalà del Valle. Il signor Junoy ha raccontato in pieno Parlamento, e la stampa spagnola ha ripetuto dettagliatamente; i seguenti fatti: « 1° - La guardia civica di Alcalà del Valle ha barbaramente maltrattati novanta abitanti del paese, operai ed operaie ; « 2° - Essi sono st lti rrnchiusi in una stanza troppo piccola; . _ (< 3° - Sono stati brutalmente bastonati; « 4° - Sono statj legati tanto strettamente con le corde che il sang110 è uscito dalla pelle rotta per le legature; « 5° - Scheggie di legno sono state confitte sotto le unghie delle loro dita; « 6° - Le loro dita sono stato strette da uno strumento di legno finchè le punt-a sono scoppiate ; " 7° - Le parti più sensitivo del corpo sono state lese, in alcuni distrutte. <I In uno ·dei casi la tortura applicata ad una donna ne ha procurato l'aborto ». Il resto della lettera è meno importante. I firmatari: J. Lotz, J. Pietroroja, W. Sun.er, J. Combeur, Balelomera Obber, invita_no l'opinione pubblica Inglese a protestare contro la nuova Inquisizione spagnola e a mettervi fine. E certamente è orribile pensare che al principio del secolo XX possono accadere simili fatti. Non bisognerà dimenticare però che la Spagna è un paese educato, governato e amministrato da gesuiti, e fincbè gli spagnoli sopporteranno il governo che hanno, bisognerà che si contentino anche della tortura che è il miglior metodo di cristianizzazione e di governo che i preti abbiano, fin'ora, saputo inventare e praticare. <i<fi-.> L'em,ig'razione Italiana al Transvaal. - Nè parJamu10 altra volta., e ci ritorniamo brevemente per avvertire una volta di più i lavor~tori Italiani a non lasciarsi ing~nnare dalle mendaci promesse degli agenti di emigrazione. Il Transvaal, almeno tale quale è ora; non si trova in condizioni di offrire un proficuo lavoro alle braccia Italiane. Fatta anche astrazione dal fatto che il paese soffre ancora per i resultati della guerra Anglo-Boera, e che le agitazioni politiche son tutt'altro che cessa.te, il lavoro deJle miniere, al quale potrebbero darsi gli Italiani non è tale da essere rimunerativo per loro. ~ I capitaHsti del Rand e la compagnia De Beers - proprietaria delle miniere diamantifere di Kimherly - sono decisi ad adottare la mano d'opera cinese contro la quale la concorrenza Europea è assolutamente impotente. Rimane il lavoro agricolo, ma il paese non è ·ora abbastanza calmo da poterlo permettere, senza contare che il welil.t è colti ,;-ato in maggior parte a pascolo, e non abbisogna di braccia per mantenerlo in questo st,ato che è quello che conviene alla popolazione Boera. I Boeri non sono trafficanti, non sono industriali - e bisogna notare che malgrado la conquista e l'occupazione Inglese il paese è rimasto Boero - essi si contentano di possedere grandi mandrie e di allevarle, e di allevare per sè i loro cavalli. Può darsi che fra molti anni le condizioni cambino e diventato agricolo il paese · A.bbia bisogno di braccia, per ora però i favoratori Italiani che si dirigono al Transvaal nella speranza di trovarvi occupazione rischiano una grande e disastrosa <lisillusione, e noi ci sentiamo in dovere di avvertirli. Anco1•c1, <.lella qu.,estioue Balcamica. - Da una intervista di Boris Sarafoff con Olindo :\falagodi, corri-· spondente della Tribuna, dalle notizie che appaiono su gi0rnali esteri ed italiani, appare chiaro che l'imbroglio Macedone è tutt'altro che vicino n.d essere sdipanito .. Prima di tutto bi-sogna notare che i ·macedoni, ·i capi del movimento, delle bande, e dei comitati rivoluzio-- narii sono più che persuasi - e forse non a torto - che nella questione delle riforme Austria e Russia tirano ognuna l'acqua al proprio mulino. La loro tenerezza, per le popolazioni cristiane della :.\facedonia non è ~1isinteressata; esse mirano al possesso del paese o, almeno, ad un così largo protettorato che equivalga _al possesso senza averne le noie. I ribelli macedoni sanno, _e lo sanno per esperienza,. che da:lla Turchia non ,possono nullà ottenere; i generali e i funzionari Turchi non si fanno pregare per dire chiaramente il loro pensiero ché, in sostanza, è questo~ I Macedoni devono musulmanizarsi, in Macedonia ci sono tropp~ scuole e c'è troppa libertà. In compenso i Macedoni pagano poche tasse all'amministrazione turca. Naturalmente questi funzionari non dicono, ciò che è un fatto indiscutibile, che siccome il governo ture~ non paga nessuno dei suoi funzionari, nè i suoi soldati, n'è i suoi amministratori, nè i suoi giudici, rappresentanti e preti, questi sono obbligati a pagarsi· da sè e tutti coscienziosamente, dal più cencioso Arnauto al più dorato, ricamato e gallonato Bey, tutti cascano sulle spalle degli amministrati - i quali pagano allo Stato poche tasse - e si pagano da sè, con quanto gusto e vantaggio dei contrihuenti si può facilmente indovinare. Ora i Macedoni non vogliono più ~ottostare ai sistemi Turchi, e non hanno torto; ma al tempo stesso non vogliono far la parte del pesce che casca dalla padella nella brace: - L'Austria, ha detto Boris Sarafoff, . ci sfrutterebbe e la Russia ci governerebbe col. .Knou,t. Essi dunque non vogliono le riforme percbè ci scorgono sotto il trànello delle due potenze amiche. E vogliono la loro indipendenza, assoluta. La questione della gendarmeria, che Austria e· Russia, con commovente accordo, vorrebbero caricare sulle spalle all'Italia, è una delle più spinose. L'Itàlia non ci farà bella figura perchè il comandante non sarà ubbidito da nessuno, e Austria e Russia potranno giustificare i loro nuovi tentativi, e più energici, di occupazione territoriale con la non riuscita dell'Itàlia nella sua missione. B~ne è che l'Italia non si presti al gioco. Si dice, ed è più che probabile, che a primavera l'insurrezione ri-· comincerà anche più violenta. D'una sola cosa l'Italia deve preoccuparsi ed è che: o i Macedoni abbiano la. loro indipendenza intiera, assoluta' - la meritano - o lo statu quo rimanga invariato. Tanto le riforme, le promesse e la gendarmeria, più o meno mista, non cavano un ragno dal buco.· ,:,.t-g. La Russia e l'est1·emo Oriente. ,_ Noi possiamo sbagliarci in queste . nostre previsioni, ma ci S(')mbra, esaminàta bene la situazione, che tutti questi rumori di guerra non sieno che ombre di desiderii di amici più o meno legittirni dei due paesi. Certamente l'opinione Gjngoista al Giappone è potente e si potrebbe temere che riuscisse a forzare la mano al governo obblig~ndolo alla guerra. In appoggi_o al giornalismo Gjngo stà il fatto che il Giappone, paese giovane alla ci viltà moderna, intraprendentissimo e fin'ora fortunatissimo non vedrebbe di ri:ial ecchio presentarsi l'occasi~ne di far vedere all'Un i verso che anche i Rus ~- ** •
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