Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 22 - 30 novembre 1903

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SClliNZE SOCIALI G05 Naturalmcu te lascio da parte il the, che essenùo di uso esclusivamente inglese, costa in Italia nn prezzo assurdo che no11bn, proporzioni nè col prezzo tli compra ai produttori, nè con la tassFI, dogi-m::tle. In Inghilterra il miglior the costa L. 3,20 al kg. N cl 1894 però, prima della guerra,, le derrate era ii o in Illghilterra acl un prezzo anche mi11ore; in Italia erano più alte cli ciò elle non sieno ora. Nel 1894 in Ingliilterra cosbtva110: Il pane L. 0,18 il kg. - lo zucchero 0,20 - il caffè lire 3,20 - la carne 1,40 - il petrolio 0,16 il litro -- il the lire 2,90 il_kg. Le spese della guerra hanno fatto rialzare i prezz;; tuttavia non li lrnnno portati a lh~ello dei prezzi ita,liani, e i salari degli operai sono <li grnn lunga superiori ai salari degli operai in Halia. Un meccanico in [ughilterra gnaclngn::i,dai 10 ai 12,50 franelJi al giorno; un ebanista cfa,g1i 8 ::i.lii 11 fnrncll.i, uu maestro rnnrntore dai 6 ai 10; un giovine cli stndio da.i 5 ai 7,50 franchi al giorno e così di seguito, in proporzione. Naturalme11te c:è la ~rarnle niiserfa, e più nera e più grande che in Italia non sia,, specialmente a Londra; ma è <lei rlisoccupati e cli quelli che fa1rno mestieri che non sono mestieri nel vero seuso della parola. Gli sgnntteri cli ristor:11!te gnada 6 1rn.noda.Ili 8 ai 12,50 franchi la settimana., ma sono alloggiati e nutriti, le legn,trici cli Bibbie 0,60 al giorno; le occhiellaie anivano appena. a guadag11are iu una setti:narrn 7 fr.; ma il resto, la grande mas~a dei lavoratori guadag-ua, t:na me<1ia ehe oscilla fra i 7 e 9,50 fra11chi al giorno. Si capisce dunque che le Trades-Unions, il forte orga11ismo che rappresenta 'il grosso della massa operaia inglese, si sieno schierate contro Olrnmberlain e il protezionismo; e vogliano risolutamente che i viveri elle vengono dall'estero ci vengano senza pagar rnsse. Il loro grido è: « }lo tuxes on fooc1 >> (uon tasse sni Yiveri) l'argomento ca.pitale , contro H protezionismo è: « :.l'hedear loaf » (la_ pagnotta. cara). E bi1?ogua convenirne questo è uno di quelli arg:otnen ti eh.e hanno ]a, materia della persuasione, nel fatto stesso di essere en nnciati. E' vero che da m1 certo tempo i:1 qnesta parte si nota in Inghilterra una forte corrente in favore del rimettere in onore l'agricoltura cbe Yi è stata assai trascurata a benefi".io dei pascoli e dei terreni da caccia; e alcuni fatti, anche assai grfwi, stanno a provare che un paese per potere essere economicamente forte, lui, bisogno di poter bastare da sè stesso a tutto, o almeno alla parte maggiore del proprio sostentamento. La terribile crisi del cotone elle affama la, popolazione <lei tc8sitori di .1\Ia11cliester e cli tutto il Lancshire è dovuta al fatto che l' lnghiltenfli errL debitrice all'America della maggior parte ùel suo cotone. I cotoìlieri hanno orgm1izzato tm tJ"l.ist e la _miseria a l\1fanchester, oggi, è spaventosa. L'iugllilterra J1a pensato a prov,·ech-rc, e le grandi terre del Sudan sono oggi coltivate a cotone. Fra dieci anni l' Inghilterra potrà completamellte passarsi del cotone Americano: ma di qui là, l' Inghilterra, cl1e può avere carne d.flil Oanadà, può tassare la. carne che viene tl' America, o trattare per ottenere il fa.vore del cotone, in cambio del libero commercio nella carne. Perchè questo è il pensiero che Oham berlain ha espresso nel suo di-· scorso cli Glascow. Egli non ò un pro~ezionista per il protezionismo; egli, snpel'iore al Balfour che lo è per principio, si . dicliiarfli protezionista per necessità: « Il nostro commercio emigra - egli af..:.. ferma - la, nostra industria comincia ad essere battuta snl mercato mondiale perchè noi nou possi11mochiedere frattameuti di favore. Di fo11lliamod.)> D' altra parte Ohamberlain afferma che le col01tic ùevono essere favorite nella. lotta c011tro:i proclotti foresti eh e si ili U(le - perchè questa è mia, ili 11sione - che per amore n:rso la Madre patria le colonie ri111111zieram10ai maggiori profitti ehe votranno fa,re quarnlo saranno certe che H mercato Inglese è chiuso ai prodotti forestieri dalle tariffe proteziolliste. Dico essere questa una illusione perchè, se non ci stesse a dimostrarla tale il fatto dei dazi imposti da,ll'Australia ai proùotti Inglesi - tariffa quF1:sialta quanto quella rlegli Stati Uniti ;' starebbe il fatto, signifìcautissimo, che alla conferem~a colouialt3 del 1902 Sir \Vilfrid La.urier, tli• chia.rò - e qnesta sua, dichiarazione rese inutile la co11fere11za.- che il Canaùà nè -voleva., nè poteva fare alcuna, concessione alla .Madre patri~1. ?Ifa, è poi un fatto ass.olutn,mente accertato clic il comrnorcio Inglese declina 1? Io cito cifre del .l\linistero di commercio Inglese. · Im,po1·tazione . ed esportazione 1899 I 900 1901 1902 Sterline 814 570,24 l 877,448,9 lì 869,854,466 877,630,053 Il Yalore cli trasporto delle 11avi mercantili in Inghilterra fu di: Tonn. 4,229 000 nel 1870 e di 8,422,000 nel 1901. Ma questo essere in progresso ogni a,uno su l'altro e il 1901 sul 1870 potrebbe segnare al tempo stesso una inferiorità dinanzi ad nn progresso maggiore ra,ggìnuto dai altri popoli: ed io cito ancora delle cifre, perchè mi sembrano, venendo ùa fonte 11011sospetta, il metodo migliore ò discussione. L'importazione ed esportazione per ogni abitante fatta. la propor½1011edella somma generale del mo vimento commerciale col uumero delli abitauti è iu ogni paese nei sottodesc1·itti anui la segucmte: 1875-8 1880-4 1885-9 1890.4 1895·90 R9gno Unito L. 388 L. 412 L. 272 L. 38:3 L. 304 Francia » 202 » 212 » J 95 » 199 » 205 Germania Stati Uniti >> 188 » 168 » 168 >> 18l » 201 » 122 » ·152 » 126 » 138 » 129 Le cifre smentisc0110 l' affermazione pe~simista clel Ohamberla.i11. Ed un' altra affermazione del Oliamberlain cade di per sè stessa: quella cioè clte chiuso il commercio alle altre nazioni con le tariffe protezioniste, il commercio con le colonie tliYenterà, µiLL proficuo . .Per esse certamente - visto che l' IHghilterra ha assolutamente bisogno di loro - non però per p· I11g-hilterra clJe, oggi, sopra un vn,- lore cli Lst. 800,000,000 i11 espol'tazione ed impor• trrzione, traffica solo per 210,000,000 con 1~ proprie colonie. Nè esse bni;;;terebbero al suo traffico, nè - rimnste sole sul rnercato - si contenterebbero del minimo beneficio cni oggi sono sottoposte dalla concorrenza fore8tien~. Da, <J nesto lato dunque la. nazione Inglese è contro Obamberlain, ed La ragi011e <li non Yolere abbandon;1,re le anticbe vie che fin' ora percorse gloriosamente e con sno grande vantaggio. Senor.ebè c'è un fa,tto che è inlliscntibile. Germania e Russia cercano impf1,1lrouirsi di quei mercati 11ei qunli l' lnghilerra dettò, fino atl ieri, la legge. Il grido ùi Olia.muerlain è dunque giusto: il « difeudiamoci ! >> ùa lui rivolto alla nazione, è la parola di un uomo che ha veclnto nell' av\·enire e desidera che al momento venuto la sua patria sia pronta a far fronte alle va.rie necessitù, elle potrebbero sorgere. Ma è proprio il protezionismo lo strumento capace cli ·cucire a fil cloµpio le di ,·erse membra del1' Impero Inglese'? È lecito dubitarne. È lecito du-

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