, 536 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LErrvrERE E SCIENZE SOCIALI un. immenso mercato da aprire e conquistare e dove c'è un concorrente formidabile: il Giappone. . E la tendenza nuova della diplomazia si rileva a chi guarda un po' più oltre che fa superficie. I tre grandi alleati naturali, perchè così vuole la politica dell'Estremo Oriente, s~mo la Germania, la Russia e la Turchia. Fra la prima,· e 1rultima tutte le piccole divergenze sono appianati? e Guglielmo II è lo scudo di Abdul-Hamid che, da orientale pratico, positivo e paziente ne sfrutta tranquillamente l'influen1.a e la forza. Dall'altro, obbligate dai medesimi interessi dovrn.nno stare l'Inghilterra e fa Francia; e, qu:rndo i nodi verranno al· pettine, ci saranno anche il Giappoue e gli Stati Uniti. Quando il passo che oggi ha fatto l'Italia riavvicinandosi alla Francia, avrà dato i suoi logici frutti, il Gia·ppone saprà che il suo momento è arrivato. Allora chiederà alla Russia di abbandonare la Manciuria o di permettergli d'impadronirsi della Corea, e sfocome la Russia non potrà accordare nè l'una cosa nè l'altra - i suoi interessi vi si oppongono - il 111orne11todella. guerra sarà arrivato. E' certo che i campi di lmttnglia non saranno più su la Vistola, sul Reno, sul J ·o; ma per essere più lontani non saranno meno nefasti, nè meno micidiali per le nazioni che dovranno pigliarci parte; e saranno tutte le grandi mizioni Europee, l'Italia ·compresa. Bisogna convenire che la politica del Giappone è sottilissima; bisogn~ convenire anche che questo pericolo. dell'ingrandimento, e dell'accrescimento di potenza delle nazioni gialle si presenta più immediato e più grave di quel che a tutta prima sembrava. Civilizzando i Gialli, abituandoli alla sua politica l'Europa s· è scRldata. in seno la serpe ed è fatale, è ili~vHab le che debba e:-:;- serne morsa. * L'ultimo baluardo della nazionalità 'A.1·mena. Il micidiale mostro Russo, di cui è auima feroce il Presidente del santo Sinodo,Pietro Podiebouostezeff. con ti n n:t nella sua implacabile opera di oppressione e di delitto. Dopo aver tolti alla Pinlandia i st1oi ultimi diritti, ·mettendo in non cale un patto consacra.tu dagli anni e dal giuramento di due imperatori, ora si rivolge all' Armenia. E ci piace richiamare l' attenzione dei nostri lettori su un fatto che i giornali Italiani banno a.ppeua annunciato e al q1,1ale, nella loro fedeltà al'.o Czar, non hanno fatto commenti. Il fatto è questo. Il principe Galit:dne ha inviato l'ordine ai governatori di provincia d'armare i l\1ussulmani e cli spingerli a massacrare gli Armeni. Ora questa breve notizia spiega molte cose e fra tutte e più di tutte il massacro delli Ebrei a Kishneff e altrove. I Musulmani si sono rifiutat.i d' ubbidire, i Cristiani·- Dio li benedica - nbbidirono; uguali sempre dappertutto. . Il perchè dell'ordir!.e del priucipe Galitziue è presto detto. La questione delli Ebrei e (lelli Armeni ha un singolare punto di contatto di fronte alli clementi reazionari Russi. Gli Ebrei costituiscono la nrnggioranza delli operai e il nucleo delle organizzazioni sociaUste di Russia; li Armeni intendono conservare l'ultima caratterit1tica della loro nazionalità, la loro chiesa. Li uni e li altri sono egualmente opposti,· fieramente avversi alle oppressioni dello Tsarismo. La Russia ha, poco a poco, tolto tutto alli Armeni. Prima, nel 189U 1a libertà delle- loro scuole,. poi il diritto di eleggersi i loro magistrati municipali, poi le loro franchigie, poi il diritto di governare le loro provincie da ::.è; ha, impedito le manifestazioni de1la loro letteratura, ha soffocata la loro arte speciale - chi ricami ai gioielli, dalle cesellature delle armi, alle intarsiature di madreperla, delle loro croci. Nou rirnn.neva a loro, - ultimo e1trattere nazionale, dopo .il tipo fisico - che la loro chiesa. Il satanièo Podiebonostezeff non ha osato pretendere che essi abbandouino in mai:,,sa la loro chiesa e si uniscano alla Chiesa Russa. Anima di gesuita ha capito che bisognava riuscire all'intento per vie meno diritte, ed ha pensato che togliendo alla Chiesa Armena i suoi beni era ucciderla, percliè il popolo Armeno, ridotto quale è ora dalla amministrazione di Ni- ~ola II, non è piiì abbastanza ricco per m:rntenerla. Così dunque un ulcase dello Tsar è venuto a disporre per la spogliazione delle chiese Armene. Invano il popolo .Armeno si oppone, invano si accampano rescritti di precedenti imperatori, diritti consuetu<linarii, e diritti di proprietà. Così vuole l' onnipotento oppressore e così dev' essore. I Cosacchi - questi pelo-.i barbari puzzoleuti d'incenso -eseguiscono gli implaca,bili_ ordini del Buon Padre e uccidono. A Baru, a Tiflis, a Etchminc1in, a Nesistian, a Vatzchabal il sangue è colato; cola in tutti i vilÌaggi dell'Armenia spremuto dalla nagaika e dal kno-iit. EpJrnre la resistenza Armena dovrà suqire le sorti della resistenza F'ilandese, della resistenza Polacca - di glo1-iosa e sventurata memoria. Quando il lungo-crinito cavallo del Cosacco avrà cn,lpestato .centinaia tli donne e di ba,mbini; quando le nevoso vie che conducono alla Siùeria saranno state battute ùa ceutinai,i di Armeni; qnando i cimitori avranno accalcato nel 101'0 omùroso silenzio le vittime della generosa resistenza,. l'ultima patola sarà stata detta: n Buon Padre~ e per jui Podieho11ostezeff, governerà e ammi11istrer.ù la cliiesa Arlll(•na., come govern~ e aru1oiJ1istr,i. oggi, aiutato dalla . galera e dalla forca,, ia Gmn<le e la PiccoJn, RusRia, la Polonia, la fiolr1,ndia, la Georgia. Fino a. quando P ·¾· (Juestfoni anst'riache. - Noi assistiamo, in questo 111011,ento, a fatti che avra1Juo grande influenzn. su la compngi11e delle nazioni europee. Questo nostro pexiodo socfale e politico sanì. di quelli che i futul'i chiameranno i grnll(1i periodi di preparn,.;ione e di sviluppo storico. Da uu lato l' [nghilterrn, che riforma ii suo organismo· economico e sta compie1alo I.acostituzione dei suoi partiti politici, fenomeno gran<lioso, che da dopo la caduta dell'Impero Romano no:n ha riscontri uella storia, e del quale si occuperà uel nostro prossimo numero un nostro collal,oratore. Dall'altro l'Austria, il cui impero-mosaico sta sfasciandosi. Fra tutto ()nesto la tendenza ad agg1'1p1pamenti nuovi delle grandi potenze, e il crescere in pot,e11zialità d'nna 11azio11easiatic,t destinata a rnpprese11taro nna grande parte nei destini dèl mondo. Via. vin, cl1e ci si i,resent.r. l'occasione, uoi esaminia1110 partitamente le manifestazioni pir't chiare di (Juesto svil11ppo e ne tiriamo le conclusioni che ci sernbrauo le più co11for111ialla, logica,. Oggi la· crisi Ungherese che si trascina da, mesi e elre s'incentra con altre manifestazioni t1'autiputia all'Austria di altri popqli soggetti all'Imp6rn, ci porge mn.teria cli brevi cousiderazioni. Pit't volte al,l,iamo scritto - e non è del resto una cosa imlovinat.a da noi - che l'Impero Austriaco è destinato a sfasciarsi, se non 1·ie~ce a trasformarsi sulla base <li un sirno federalisrno. clre a tutte le nazionalità flCCorc1ingn,tglianza di riiritti. Ragioni vitali di razza, di coinmercio, cli progresso dei diversi popoli che lo com pongouo, lo Yogl i 0110. . Lo st.ito di co,;e cl10 ora si mauifosta è andato via, vin. preparanllosi lentamente sotto la pressione dello sviluppo organico di ogni s·ngolo popolo; ed è cresciuto col crescere dei 111e,1,d i co1.11uni0azio11eche hanno resi più facili i rapporti e lo ·.scambio d'idee fra i compo nenti le vario popoladoni. L"Imperatore iuteude Anst-ricizzare il suo Impero prima dell.t sua morte, poichè il primo ad ·essere convinto della disgregazione è lni. Egli Yuol dunque riparare al pas-· sato e preparare l'avvenire e quindi tende con tutte le snH forze e tutta la sua energia a stabilire il legame politico - l,1 liogna, l'educazione e l'esercito - su basi <'he possano resistere all'urto che, per legge 11atural.e, s:irà. dato all.t unità imperiale il giorno della sua morte.- Egli teude ad uno scopo unico con singolare e - dal suo puuto di vista - encomiabile fermezza. Sennonchè egli si urta nella sua ppera a difticoltà che saranno insurmon tabili. Già l'atteggiamento dell'Ungheria su la questione militare lo dimostra chiaramente. Il conte Tisz_a, da lui chiamato per comporre il dissidio, non è l'uon,o più adatto a rnggiungere lo scopo. Inviso alla grande maggioranza cJegli Ungheresi, propenso a cedere. su questioni che il popolo sente essere vitali e su le. quali, per couseguonza, non intende cedere; non abbastanzft nazionalista. per dare affidamento alla opposizione di sincero attaccamento alla causa Ungherese;. riuscirà, forse, a com porre il gabinetto, forse anche riuscirà per qualche po' di tempo a governare; no11riuscirà però a soffocare l'idea nazionalista Ungherese che si r.i-
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