RIVISTA POPOLARE DI POLJTJCA. LETTERE E SCIENZE SOCIALI 485' si _pagano .._ai segretari. Le delusioni delle esperienze degli ultimi tre anni sembra signoreggino l'animo delle classi lavoratrici e le tengano lontane da nuovi e più dolorosi esperimenti. Senza il chiasso interessato che i bisogni partigiani son venuti facendo intorno all'ufficio del lavoro, potrebbesi concludere che questo istituto è stato inaugurato proprio per celebrare le esequie funebri del movimento operaio italiano. ' Eppure errerebbe di molto chi da questi fatti volesse ricavare conclusioni d'immancabili insuccessi politici per l'avvenire del partito socialista italiano. Vivendo da qualche, tempo nell'Italia settentrionale, ed avendo avuto- occasione di frequentare le sva_riatè regioni, ho pot~to ricavarne il convincimento che le future ele~ioni politiche .si risolveranno in un trionfo senza paragoni per il partito socialista. Può sin d'ora presagirsi che il Gruppo parlamentare socialista ritornerà alla Camera rafforzato d'almeno un'altra ventina di membri, mentre è _quasi sicura la 1decimazione dei repubblicani dichiarati, ed Ùn concomitante, ma più limitato· successo dei radicali sacchiani e marcorini, i quali, naturalmente, nell'evento delle elezioni, agiranno in maniera concorde ed omogenea. Come spiegare questa contraddizicme, che deve cer· tamente apparir singolare a chi parta dall'ammissione dei fatti che ~o ho innanzi accennato ? II. I socialisti che, brevitatf,s causa, io chiamerò turatiani, senza entrare ora nella disputa se socialisti possano più dirsi, saranno disposti a favoleggiare d'una generalizzata coscienza del socialismo, diffusasi nel paese oltre la regola del partito ed i cancelli chiusi della ristretta organizzazione ·ufficiale, ed ascriveranno i loro futuri successi a q u.esta vaga ed imprecisabil~ diffusione delle idealità · socialistiche. La qual cosa può anche ammettersi per · vera senza che perciò siasi spiegato il problema. In fondo trattasi di decidere intorno a questo punto : come · avvenga in Italia che il socialismo trovi innanzi a sè cosi facile e spianata la via e così di rado incontri la risoluta ostilità .dell'animo conservatore. Veggasi per esempio il caso di Milano, la quale può definirsi il modello d'una città industriale, sviluppatasi secondo le forme classiche dell'organizzazione capitali- , stica. Sarebbe, dunq a.e, da aspettarsi che proprio in questa città le classi capitalistiche .opponessero una virile resistenza e fieri attacchi al diffondersi delle idealità socialistiche e tentassero co~trastare, con i mezzi di formazione dell'opinione pubblica, alla propaganda del socialismo. Ma quanto siamo lontani dalla realizzazione di questa aspettativa, più che naturale ! Per l'opinione pubblica cittadina, ch'è secondo un'ovvia legge sociologica, l'opinione pubblica delle' classi dirigenti, Turati è l'uomo più importante dell~ città, una specie di terza meraviglia locale, da porsi accanto al Duomo ed al Cenacolo di Leonardo. Io ho sperimentato nei miei interessi e nella mia reputazione che casa voglia dire sorgergli di contro. Un po' aiuta a questo risultato il senso di solidarietà regionaly,tica, ehe a Milano è vivissimo, e sì fa duramente valere ai danni di chi non sia nato all'ombra della Madonnina. Ma anche a prescinde:,;-e da ciò, questo risultato è dovuto alla scarsissima resistenza che le classi capitalistiche del luogo presentano alla diffusione del socialismo ufficiale. · Il socialismo turatianò è l'idolo milanese, dal Corrie• re della sera al Secolo. La vecchia democrazia cavallottiana un dì combattuta così fieramente dal nascente socialismo ha com pletarnente dimenticate le antiche · offese e si è con esso riconciliato. Solo i vecchi brontoloni della Perseveranza ed i a ~triti dello scarso crispismo locale, che si accolgono intorno alla Sera, tentano ad intervalli un simulacro di resistenza. Il Oorriere della Sera, che é lo specchio intelligente dell'apirna della classe capitalistica lombarda,, sorride :fìnamente. Un dì giunse a consigiiare l'on. 'J;urati d'avere un pò . I meno fretta nei troppo rapidi e compromettenti passaggi. Certo gli è amorevolmente accanto e con abilità lo difende dagli attacchi troppo incomodi di socialisti di vecchio stampo. Fa il mestiera suo con discre• zione e prudenza e viene quotidianamente ad accre• dita re il socialismo turatiano in mezzo alle classi dirigenti della Lombardia. Ed ecco il segreto dei passati e più ancora dei futuri successi del socialismo temperato in alta Italia. Le classi capitalistiche non lo combattono affatto e in più di un luogo lo favoriscono. Ed è singolare questo fenomeno, degno veramente d'uno studio accurato e minuzioso, messo accanto sovratutto della malcelata antipatia. con la quale accolgono gli scarsi e poveri tentativi di propaganda repubblicana che si fanno in questi paesi ed alla quasi indifferenza che addimostrano rispetto al vago chiacchiericcio sacchiano. C'è indiscutibilmente in questo fatto il germe di una singolare avviata della vita sociale del nostro paese. Se benefica o no - scrivendo adesso con fretta di giornalista - non saprei decidere. Dirò a titolo d'indicazione analogica che non è stata map.ifestazione favorevole per la . vita del nostro paese la pò~sibilità che un giorno un papa famoso ed illuminato, Leone X, a quanto narra 1 Julius Kostlin nella vita di Lutero, abbia potuto dire: " io non so se Gesù Cristo sia veramente esistito, ma so che è molto 'utile per la Chiesa che si · reputi che· così sia stato. ,, III. Non bisogna immaginare che la classe capitalistica d'Italia, e sovratutto del Settentrione del nostro paèse, sia stata improvvisamente colpita come da un delirio q.i morte e voglia prepararsi al suicidio. In generale deve ritenersi come una delle più sicure leggi storiche che le classi le l{Uali esercitano il potere, e son considerate come domina.nti, abbiano un istinto più acuto ed un intuito più pronto dei loro interessi collettivi, che non le classi dominate e ancora escluse del potere, le quali appunto per il mancante esercizio delle funzioni superiori della coscienza collettiva, la direzione e il dominio, sono soggette ad errare intorno agli interessi propri. . Le classi capitalistiche del nostro paese hanno in generale colto giusto ~irca l'efficacia immediata dell'azione socialista, la quale nel suo modello turatiano non ha che un doppio obbietto: la cosidetta legislazione delle fabbriche e la riforma tributaria. Ora se a prima vista può sembrare che il pri::no oggetto di questa azione possa celare estremi pericoli per la classe capitalistica è poi evidente che il secondo di essi - èulminante sovrattutto in una riduzione delle spese generali - sia considerato con occhio benevolo dalle classi capitalistiche. Ma della legislazione sociale hanno, le classi capitalistiche, per le esistenti esperienze italiane, assai poco a temere. Che cosa vale la legislazione sociale in un paese ove la dissocupazione mena strage, la concorrenza dei lavoratori è attivissima, e dove perciò il primo ostacolo alle leggi protettive del lavoro è a
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