Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 18 - 30 settembre 1903

484 RiVISTA POPOLARE DI POL!TJCA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI opportunità, le attitudini verso i problemi politici e _sociali importanti ed attuali, éhe non possono attendere l'avvento della repubolica per essere risoluti; . 2° Essa giova al partito direttamente e indirettamente. Diretta!llente : perchè. ogni riforma politica .e sociale conseguita è un passo innanzi verso il conseguimento di un più elevato ideale; indi-, rettamente perchè tutto ciò che serve a mettere in evidenza i suoi uomini ritorna a benefizio del partito. L'azione degli uomini -rappresentativi, anche ritenendo che esagerassero Carlyle ed Emerson, è proficua oltremodo, efficacissima. Ricordino i fatti che si svolgono quotidianamente e ne converranno i nuovi intransigenti. Spesso un uomo discredita per un tempo più o meno lungo un partito; tal'altr~ un uomo in un dato ambiente lo crea o lo rinvigorisce. Forse astrattamente così non dovrebbe essere ; ma così è. I partiti dovrebbero esser~ giudicati dal loro programma;· ma spessissimo, quasì sempre, almeno temporaneamente, vengono giudicati dagli uomini che li incarnano e li rappresentano. Ora la tattica che prevalse a Rimini farebbe di . ~ tutto per ridurre i repubblicani alla funzione negativa:, e li costringerebbe a sforzi acrobatici inauditi per dimostrare in ogni momento della vita parlamentare che una riforma invocata,, una diminuzione o una trasformazione d'imposte desiderata è impossibile sino a tanto che non c' è la repubblica ... Del resto tutta questa schermaglia si riduce alla quistione generale del metodo, cui, se non· erro, non accorda più alcuna importanza Arcangelo Ghisleri. Per me tutte le riforme desiderabili e possibili preparano ed accelerano l'avvento della repubblica desiderabile e della repubblica duratura. È desiderabile quella repubblica che può assicurare I • al paese una somma. di benessere economico, politico, morale e intellettuale maggiore di qnello che può da_rle la monarchia; sarà duratura quella repubblica che troferà educate e preparate le c·oscienze. Ed eccoci se_mpre alla questione dell'evoluzione, che molti fraintendono e che altri prendono come un t~rmine assolutamente· antinomico di rivol;;_- zione. Prof. NAPOLEONECOLAJANNI. Deputato al· Parlamento Nota - Credevo di essere in ritardo nell'intrattenermi del Con• gressÒ di Rimini: ma le polemiche svolteii nelle colonne dell'Italia ·del popolo mi avvertono, con soddisfazione mia, che m'ingannavo. Ulderico Mazzolani e Carlo Russo ne hanno scritto di recimte. Sono ·perfettamente di accorJo col primo. Il secondo· da un lato tenta l'attenuazione del significato del voto di Rimini, come si . fece all'indomani del voto di Ancona; dall'altro esprime il desiderio che il gruppo e il partito, dentro e fuori la Camera, stia nello stato di gu,rra in permanenza contro la monarchia .... Una gran bella cosa sarebbe questo stato di guerra in permanenza ... ! e eopratutto una cosa divertente assai come la commedia : Guerra in tempo di pace. E giacchè metto questa nota rilevo un importante articolo di Ghisleri nella stessa Italia del popolo del 19 settembre, in cui aj ~sorbita alquanto della presente· discussio_ne, perché a me pare vi si accetti la t•si del. Renzi e cioè: che il sistema rappresentativo sia impotente e sia preferibile la democrazia diretta. Su molti punti, almeno nel campo teorico, mi trovo di !).CCordocoll'amico Ghisleri. Sui rapporti tra il rart.ito repubblicano col gruppo parlamentare esprime un concetto che mi pare molto interessante ed esatto. « Disinteressiamoci, egli dice, del rapp1·esentanle in Parlamento : « ci entri chi può; agisca come sa; e I il partito si riservi <ligit1- « dicarlo come s: sarà meritato. » Benone! N. C. òC:òC&i~ .ociòc i:h:iiiX l¼~~~txi&'i ici:x:a::ix&b/ cri:x:6cò:xi:ix::0occic~ Lostat~orese~ctPleartiSto~cialista IN ITALIA. .-1i~ I. Chi voglia comprendere quale effettivamente sia lo stato pr~sente del par~to socialista in Italia, CÌeve riportare la mente sua ai continui e flagranti contrasti che la vita sociale d'Italia partorjsce e per cui a pochi minuti di distanza da Milano, per esempio, c'è la Brianza, e ~d un'ora di 'ferrovia cominciano le risaie; ed accumula. in una città così industrialment~ progredita come Milano, al confronto della quale reggono appena le più evolute città d'Inghilterra, una .somma non ispregevole di pregiudizi campanilistici e regionalistici,· ed il maggiore di tutti : l'affettazione della modernità. Solo in un paese così tormentato dalla contraddizione, , . e dove l'una accanto all'altra convivono le più differenti forme di civiltà, ·ed è possibile l'alto salario senza che ne patisca ingiu:da il salario di fame; dove c'è il Papa essendovi diffusa, come in nessun altro luogo, l'indifferenza religiosa; dove i repubblicani vanno alle esequie del re ucciso e i socialisti son per decreto regio nominati all'ufficio del lavoro ; solo in questo paese può il partito socialista attraversare una 1fase così singolare della propria esistenza, risolvendo il problema di essere nel contempo un tutto politico ed uno zero sociale. Infatti non ci sarebbero che a trarre tristissimi preiagi sulle sorti del Partito Socialista in Italia, quando si volessero considerare taluni dei suoi aspetti più not.evoli. Scarso e quasi distrutto .ormai i1 già fiero e rig·ido senso della disciplina; nulla e contrastata la scarsa influenza della Direzione; rare e remote le riunioni di questa; giornali quotidiani che si pubblicano riflettendo ristretti interessi locali, fra di loro in contrasto, animati da un fiero spirito d'antipatie regionali· (1); polemiche atroci, dileggiative, ferocissime e furiosamente personali fra i principali uomini del partito ; tale il desolante quadro del partito, il cui squallore vince d'efficacia sin il quadro nè bello, nè piacevole del partito socialista francese. Intorno al par~ito, il deserto. Le leghe contadinesche, in più di un luogo improvvisate per favorire la politica personale dell'on. Giolitti, certo talvolta dal governo incoraggiate, più spesso o quasi sempre in nessun modo combattute, sono ora in pieno sfacelo. Al destino delle ieghe contadinesche sembra avvicinarsi quello delle Camere del lavoro, le quali quando non s'appoggino sui vistosi favori degli enti locali, e non possano perciò contare su aiuti artificiali, sono cadaveri ambulanti ed organismi tenuti in vita per giustificare gli stipendi che (1) Il Lavoro di Genova combatte le proposte del risol'gimento industriale di Napoli, con un tono d'avversione regionalistica, ct1 cui 1i vergognerebbe on giornale« borghese». \

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