482 RIVISTA· POPOLARE DI POLITICA, LETTERE 'E SCIENZE SOCIALI rati o mascherati che consiglieranno ai loro partigiani la freddezza verso l'erede del principe che ha chiusi i conventi nel suo regno e ridotto il dominio dei Papa agli stretti confini del Vaticano. Io comprendo il dispetto che loro causa un fatto che taglia dalle radici la loro suprema speranza di mettere di nuovo la spada o l'influenza della Francia a servizio delle ambizioni pontifici e; ma i veri repubblicani, i democratici, radicali e socialisti compresi., ricorderanno anche che il loro ospite é il discendente e porta il nome di quel Vittorio Emanuele che fu coi semplici soldati della Francia il vincitore di Palestro e il compagno di Garibaldi. e la scomunica da cui fu colpito il nonno non impedirà loro - al contrario anzi! - d'accogliere con simpatia il riipoLe. • * * Lo so. è un re. Ma Parigi è abituata a vedere e a ricevere dei re, quest'anno. Non è più il tempo in cui la Repubblica nascente, obbligata a lottare contro i re coalizzati, gridava: . << Tiranni, scendete nella tomba ». Essa è oggi così forte, co.si solidamente basata da non avere più bisogno di drizzarsi e volgersi contro dei monarchi di cui parecchi vengono per render.le una specie di omaggio. Essa è poi. cosi savia, così p·aziente da non sognar più la propaganda violenta, da contentarsi dell'irradiamento pacifico del suo principio. Perché dei repubblicani dovrebbero' essere mal disposti verso questo coronato che pas.sa? Perchè una tale disposizione d'animo fosse giustificata, bisognerebbe che si trattasse di un sovrano assoluto, responsabile di tutto ciò che si fa in suo nome, perchè ·tutto dipende da esso, dalla sua volontà; oppure di un despota brutale e sanguinario comè se ne troverebbero senza cercare molto lontano, o ancora d'un nemico dichiarato della Francia. Ora· niente di tuLto ciò si riscontra nel caso speciale, €Id ~ facile darne la prova. Primo, il re d'Italia è un sovrano costituzionale, vale a dire che divide col popolo dei suoi stati la sovrt1,nità; che la sua volonLà è limitata da quella dei suoi suddili; che il suo governo gli è imposto dalla maggioran·la degli elettori ; che la politica è il riflesso dell' opinione che domina nel suo paese. Tanto, che a colpirlo di hiasimo sarebbe il suo paese che si. colpirebbe oltre di lui. E nemmeno lo si può considerare come. un individuo ~enza man dato, perchè,quanclo si reca officialmente all'estero, egli· è, per la forza delle cose, il rappresentante della nazione che lo accetta per capo. Ha egli., per questo titolo. abusato del suo potere, commesso dei deli tli imperdonabili? Ha egli tradito dei giuramèn ti solenni, violata la costituzione, soppresse le libertà del suo popolo~ questi conflitti che si troncano provvisoriamente a colpi di sciabola e di fucile, e le repubbliche non sanno meglio sottrarvisi delle monarchie: agli Stati Uniti, in Svizzera., come in Francia, la forza armata è intervenuta più di una volta negli scioperi. Su questo punto il governo italiano é a livello o presso a poco degli altri governi borghesi. I socialisti francesi possono e devono dolersi che sia cosi; ma sarebbe giusto farne colpa al re~ Si sarebbe più severi verso di lui dei socialisti d'Italia che hanno invitato i loro compagni di Francia a non protestare contro una condotta che sembra loro, io credo, imposta dai tempi e dall'ambiente più che dalla volontà personale. È nebessario dopo ciò dimostrare che Vittorio Emanuele III non ha intenzioni ostili alla Francia~ La sua visita, a cui nessuno lo ha obbligato, lo prova sufficientemente. L'Italia resta senza dubbio uno dei membri della Triplice Alleanza che fu in origine costituita contro le rivendicazioni francesi. Ma oltre che il· suo re attuale ha trovato questa alleanza nell'eredità paterna, la punta che era rivoita contro la Francia a poco .a poco s'è molto smuss.ata; e il viaggio del re a Parigi é di natura da attenuare ciò che essa ha potuto, e ciò che può ancora avere di minaccioso e di offensivo. In realtà si svolge in questo momento un tentativo di spostamenti e di accomodamenti delle alleanze che hanno dominato l'Europa da più di un quarto di secolo. I parigini avranno il buon senso di comprendere che i rapporti di amichevole cortesia tra paesi vicini sono,' io non dico una garanzia, io non dico nemmeno una semplice promessa, ma una preparazione, un principio, una condizione di pace durevole. Non siamo ancora alla « Santa Alleanza dei popoli ~ e nclmmeno a rimpiazzare l.'&rbi trat,) internazionale all'argomentazione selvaggia dei cannoni; ma se si vuole cercare il significato essenziale delle feste che stanno per aver luogo a Parigi e a Roma, io credo ch'esso stia tutto in queste parole : Viva la pace ! · È per tutto questo insomma che si può prevedere per la visita del re d'Italia a Pitrigi : delle freddezze sdegnose, forse anche delle ingiurie, da parte dei clericali ; alcune astensioni rivoluzionarie, del· resto molto comprendibili, soprattutto tra i rifugiati italiani. Ma la massa, la grande massa del popolo parigino saluterà. e festeggerà, nella persona di Vittorio. . Emanuele III, il ricordo del suo grande nonno, la patria di Dante, di Michelangelo e di Garibaldi, l'au- · rora di una nuova Rinascenza latina, la pace presente e la pace futura, infine l'orientarsi e l'incamminarsi verso l'ideale lontano, ma ormai visibile nelle nebbie dell'avvenire, d'una federazione europea. GEORGES RENARD. Certamente, però, non è il caso di approvare tutti gli atti della sua politica interna e esrnra. Ma dov'è il capo dello Stato, fosse pure un Presidente di repubblica, di cui un repubblicano d'avanguardia controfirmerebbe in blocco tutti i decreti? A più forte ragione un socialista ha il diritto di augurare al re d'Italia dei ministri meno pronti alle repressioni sanguinose, quando si verifica qualche n:iovimen to popolare causato dalla mancanza di lavoro o di pane. Ma ahimè!, 1 bisogna ben riconoscerlo, nello stato sociale con temporaneo in cui incrudelisce cosi forte , la lotta di classe, nessun paese sfugge ancora a Braminisamsocartamenritdootto Chiedo scusa ai lettori della Rivista se, a causa di un lavoro d'indole scientifica e didattica che mi ha assorbito completamente per circa quattro mesi, mi occupo con grande ritardo di un oràine del giorno del Congresso republicano romagnolo tenutosi iu Rimini nell'agosto. Mi erJ. sfuggito. Del resto pot:ret &oggiungere(; tardi, ma sempre.
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