Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 18 - 30 settembre 1903

480 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI luttante alla scenica pompa della prima pietra,, si ritrasse poj, anche lui nam;eato al contatto deleterio della incompetenza astio,sa e denigratrice, e dei quotidiani -intralci, di quel fun::.iouarisrno che da noi impera, e spregia chiunque ad esso non appartenga, così assiderando ogni iniziativa, ogni interesse del paese. Ed in un'altro campo, è così, e non altrimenti che, mentre la voce e la competenza dei più chiari ingegni tecnici e politici italiani nella ingente questione del nuovo ordinamento ferroviario rimangono hìascoltate e neglette, il ministro dei Lavori Pubblici pone ora questo capitale problema di vita nazionale in mano al giudizio di Salomone di cinque funtionari governati,vi, fra quelli istessi, unici responsabili, che da venti a.nni chiudono gli occhi ad un'alLra ben maggiore rovina di quella del campa.nile di S. Marco - la rovina degli interessi pubbl ci colossali che da,lle ferrovie dipendono ! Il ([;ong·r•csso socialista tedesco di D1•est.1.a. - Riservandoci di tornare sull'argomento con uno speciale articolo che pubblicheremo nel prossimo numero, ci limitiamo oggi a poche note di cronaca obiettiva sul congresso di Dresda. Dopo il discorso inaugurale del Presidente provvisorio - il socialista. viennese Adler -- a cui seguirono altri dei delegati czeco, olandese, inglese e americano, il deputato Pfannknck rese conto dell'opera compiuta dal Comitato Oentrnle, espose l'azione del medesimo du- ·•· rante le ultime elezioni al Reichstag, e constatò infine, con cifre eloquentissime, l'ottima situazione :finanziaria, davvero invidiabile, in cui si trova il partito socialista in Germania. Il Congresso passò quindi a discutere la spinosa questione della collaborazione degli scrittori socialisti nei giornali borghesi. La discussione anima.tissima, e talora personalissima e violentissima, alla quale presero parte Hoffmann, Haisky, Fischer, Bayer, Stadthagen, Ulrick, Quark, Zubeil, Bernthardt, Be bel e Michels finì con una votazione in cui 283 si. dichiararono contrari ad ogni collabor·azione in giornali di combattimento, 24 favorevoli e 4 si astennero : Auer della Direzione del Partito, Bernstein, Geltrude David e Heymann. Esaariti rapidamente l'incidente Bebel- Vorvèirt, la questione dei polacchi, la discussione sull'azione parlamentare, quella sul problema ferroviario, sulla legislazione delle miniere, sul voto alle donne etc. il Congresso entrò nella discussione sulla tattica del partito che comprendeva quella della. vice presidenza del Reichstag, il vero cloii dell'assemblea di quest'anno. Qùesta discussione, alla quale presero parte con vero splendore di argomenta.doni le maggiori autorità del Partito - Bebel, Vollmar, Auer, Kautsky, Bernstein - terminò coll'approvazione del seguente ordine del giorno che raccolse 288 si e 11 no. "Il congresso reclama che il gruppo parlamentare socialista faccia bensi valere il proprio diritto ai posti di vicepresidenza e del segretariato nel Reichstag portando candidati proprii, ma ricusi però di ottemperare ad obblighi di deferenza verso la Corte o di sottomettersi a ql!-alsiasi condizione non imposta dallo ~tatuto dell'impero. " Il congresso condanna nel modo più energico i tentativi revisionisti di mutare la nostra provata e gloriosa tattica, basata sulla lotta ·di classe, mettendo al posto della conquista del potere politico con strappi alla borghesia, una politica di concessioni all'ordine stabilito. " Conseguenza di tale tattica revisionista sarebbe di fare che un partito, che mira alla trasformazione la più rapida possibile della società borghese in quella socialista, che un partito dunque rivoluzionario nel miglior senso della parola, venga sostituito da uno che si contenta di riformare h1, societ,à borghese. " Perciò il congresso, persuaso, contrariamente alla convinzione dei revisionisti, che gli antagonismi di classe, anzichè diminuire, si vanno accentuando, dichiara: " 1.0 che il partito declina qualsiasi responsabilità per le condizioni politiche ed economiche basate s·ulla produzione capitalista, e che in conseguenza nega l'approvazione a tutti i mezzi atti a ma.ntenere al potere la classe dominante ; " 2.0 che la democrazia socialista, conformemente all'ordine del giorno Kautsky, votato al congresso internazionale di Parigi nel 1900, non può aspirare ad alcuna partecipazione al governo nella società borghese. " Il Congresso condanna inoltre ogni tentativo di velare g·li antagonismi di classe ognora crescenti allo scopo di facilitare un avvicinamento ai partiti borghesi. "Il Congresso confida che il gruppo parlamentare socialista si valga della maggiore potenza da esso acquisita col numero aumentato dei suoi membri per continuare nella propaganda sulle finalità socialiste e conformemente al nostro programma; per difendere nel modo più risoluto gli interessi della classe operaia, l'allargamento ed il consolidamento delle libertà politiche; per rivendicare l'uguaglianza di diritti per tutti,per continuare in modo più energico di prima la lotta contro il militarismo, contro la politica coloniale ed imperialista, contro ogni ingiustizia, asservimento e sfrut .. tamento,e finalmente per adoperarsi con energia per perfezionare la legislazione sociale e per rendere possibile alla classe operaia l'adempimento del suo compito po litico e civile ,,. Dopo questo voto, l'assemblea stanca e diradata svolse a tambur battente o rimandò il resto dell'ordine del giorno, e si chiuse con un discorso di Singer che con calma, energia ed equità aveva presiedute alle scottanti discussioni. " E' la quattordicesima volta - disse Singer - che ho avuto l'onore di presiedere un nostro Congresso. Non posso a meno, riassumendo i lavori della scorsa settimana, di rilevare che più~delle altre volte gli animi si sono eccitati. Si è parlato senza reticenze e senza r:iguardi per chicchessia. E' il miglior indice della 110stra forza che noi possiamo discutere apertamente tutti gli affari nostri. Ab biamo dato sfogo alle noste passioni ; e se. talvolta c'è stata della concitazione nelle parole nostre è perchè arde in ognuno di noi la grande e sacra fiamma dell'ideale, ed è esso che ci fa perdere la calma, che facilmente si conserva nelle questioni indifferenti. " Si sono discusse questioni di massima importanza. A prima vista può parere che si trattasse di questioni personali. Ma in fondo stanno gravi questioni di principii e su esse il Congresso ha deciso chiaramente. " Ohe cosa dobbiamo fare, che via batte.re? ecco la questione che spettava al Congresso di risolvere. Ed esso ha dichiarato con enorme maggioranza che vuole vedere conservata la nostra tattica, il vecchio nostro spirito rivoluzionario. Diede una linea netta per la condotta avvenire. Non diplomazia, non furberia politica,

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==