Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 18 - 30 settembre 1903

494 . . RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTFRE E SCTENJ:E·SOCIALI siologica (col Ribot, col Lange ecc.) po'tè mettere in chiaro come gli << stati d'anima» corrispondano agli stati dell'attività' cerebrale manifestati rlalla pressione arteriosa al manometro, salendo, a seconda della intensità di questa, dal timore, dall'accidia, dall&.tristezza, dalla fatica, attraverso una zona d'indifferenza, alla gioia, al coraggio, alla collera, al parossismo. Sicchè a una condizione di attività cerebrale rilassata, a UJ?. cervello denutrito ed esaurito fa riscontro, secondo i gradi, al- - euno degli stati di depressione psichica, il timore, l'accidia, la tristezza , mentre, a un eccesso di vi~ talità cerebrale,• a una condizione di generale iperinnervazione, corrispondono gli stati di e ·altazione psichica, la gioia, la collera, il pf1,rossismo. Insomma gli stati d'animo che prima si credevano fenomeni affettivi o intellettivi, e quindi qualitativamente fissi, apparvero essere semplicemente fenomeni quantitativi. N_el fatto di essere triste o accidioso, ovvero allegro o collerico, si vide, non già una quantità ereditata o acquisita dall'anima, sibbene un grado diverso dell'eccitazione cerebrale. Fu solo. dopo stabiliti questi dati che la scienza medica ebbe aperta la· via a ricercare come si potesse modificare l'attività nervosa, sospingendola dai gradi corrispondenti agli stati di depres. 'ione psichica fino ai gradi corrispondenti al 1ò· stato di leggera eccitazione ·- cioè dal timore, dal'l' accidia, dalla fatica, alla gioia, al coraggio, al bisogno di attività - ovvero farla discendere dai gradi di eccessiva esaltazione (quelli corrispondenti agli stadi d'animo dell'ira 0 del parossismo) fino al grado corrispondente ad una normale attività psir-hica. Dopo i tentativi non riusciti del Brown-Séquardt e de.l Paul, il D.r Giulio Chéro.:1scoperse nel l88:3 che l'iniezione ipodermica d'una soluzione di sali alcalini ric1Jza la tensione del .-angue ne1le arterie, accresce la forza di pressione dinamometrica e produce un'esaltazione d'insieme della v:talità. In seguito a questa constatazione si potè mettere in chiaro che i vari mezzi usati per curare la nevropatia, l' i.clroterapia, le. fr:izioni, la cura d'aria, la corrente elettrica e- le stesse iniezioni ipodermiche agiscono, non già per azione chimica, ma unicamente per opera di stimolazione nervosa e sotto forma di vibrazioni meccaniche che 'eguen<1o il nervo sensitivo si propagano fino ai centri nervosi e vi determinano la tonicità, l'accelerazione della nutrizione, la forza. Da ultimo, un'esperienza del D.r Frank. - ponendo in luce che il fenomeno . della dilatazione o del restringimento delle arterie una volta provocato da un'eccitazione sensitiva qualunque, si ripete per un certo numero di volte dopo che l'eccitazione iniziale è cessata e senza · che -venga rinnovata - permise di concludere che) quando il sistema nervoso è stato per un certo tempo eccitato da stimolanti meccanici, la maggiore vitalità suscitata in esso rlall'eccitazione persiste anche dopo che si cessa dall' eccitarlo artificialmente, e diventa un suo abito costante e normale. A questo lJunto le basi della medicina scientifica delle passiÒni, della vera e p_ropria teraveutica dell'anima erano gettate. Si tratta va se nJld ice.mente di mettere in pratica i mezzi meccanici di stirilolazione nervosa per sospingere l'attività cerebrale (lai gradi di depressione a quelli di relati va esaltazione, facendo acquistare ad essa l'abito di questi ultimi. Gli stati d'animo si sarebbero modificati, seguendo spontaneamente il rialzarsi del tono· dell'attività cerebrale, e i fenomeni passionali sarebbero scomparsi. Di questa terapeutica scienti fica dell'anima ci Ila dato una prima brillante esposizione il D.r Fleury, che nel libro dove tratta questa materia (1) fornisce molteplici esempi dei risultati raggiunti su questo campo. L'accidia, la tristezza, l'amore morboso - queUo di cui Daudet in Saplw e Bourget nella Psychologie àe .l'Amour rnoderne d diedero· a.nalisi così fine - la gelosia, certe forme cl' ira - fenomeni tutti che sono, a gradi diversi, sintomi_ di esaurimento cerebrale, cl' una difettosa nutrizione dei centri nervosi combinata con cattive abittidini dell'attività cerebrale - possono essere guariti e sradicati mediante una terapia razionale. Sicchè il D.r Fleury ha ragione di condudere che la· medicina guarisce oramai molti dei peccati r,apitali, e che sta per sorgere una nuova morale, nella quale, come gli antichi conventi sono sostituiti clai moderni sanatori in cui la doccia fredda tien luogo del mattutino e il' guanto di crìno del cilicio, così i confessori sono so~tituiti dai medici, a cui noi dobbiamo confidare le nostre colpe e le nostre debolezze e da e::;si :sentirci im.: partire la penitenza che può canc.:ellarle. Quindi mentre i propugnatori del « risveglio spidtuale » si levano contro la scienza positiva, questa, colla sua opera _modesta ma solida, a::;sicura risultati morali ché nessuna etica puramente esortativa - come quella spirituale o religiosa - ha mai raggiunto nè può raggiungere. * * * Chè se noi passiamo a considerare l'aspetto teorico del problema morale, cioè la que~tione delle basi razionali dell'etica, 1vediamo, anche da questo lato, che il positivismo offre il Conclamento più saldo alla risoluzione del problema perchè si debba fare il bene. Si può dire che la dottrina morale del tiositivismo non è se non l'amplificazione sistematica di alcune proposizioni di Prévost-Paradol, il quale definì la virtù « il sacrificio d'un' interesse j_mmediato e passeggero all'interesse superiore e durevole dell'essere morale che sta noi » ; e scris::;e, con lucidità' incomparabile: « Vi è un modo basso e ristretto di amare sè stessi, che si chiama il vizio, e un modo intelligente, coraggioso e quasi divino che si chiama la virtù; ed ecco la doppia sorgente di tutte ·1e azioni umave. Quanto a cessar rl'amare sè stesso nell'uno o nell'altro modo, quanto' a cessar di cercare il proprio bene in questo mondo \1) Introdw;tion à la 11iedicine de t,'é pl'it (Alcan l!J00). I

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