340 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI Il giornale "L'Avanti! ,, ha stigmatizzato fieramente i due fatti, ed è buona cosa; ma non basta. Non basta perchè è più che certo che per gli amici: e compagni. im.mediati dei feritori il torto era dalla parte dei morti e de~ feriti, ed è dalla parte dell' "Avanti!,, e di chi disapprova apertamente la violenza contro le persone. In fondo è che il nostro popolo manca di quella educazione solida e logica che fa degni della libertà. Non basta insegnare ad un popolo che egli ha diritto al benessere e alla gioia; non basta creare nelle masse popolari la coscienza di classe - cosa alla quale si limitano i socialisti -, bisogna insegnargli a.nche che insieme ai diritti ci sono i doveri; che una somma maggiore di diritti acquisiti porta seco una maggiore somma di doveri da com pi ere e, primo -di tutti, il rispetto della libertà. Il rispetto della libertà al_trui nella azione e nella opinione; il dovere, l'obbligo di combattere l'opinione dell'avversario con la parola e con l'esempio; con la violenza mai. Ora questa specie di educazione non è impartita al popolo. Già per temperamento naturale egli è incline alla violenza. Opera principale dei partiti avanzati dovrebbe essere di insegnargli a rispettare la libertà altrui pur volendo rispettata la sua. :fy[achi ci pensa in questi nostri tempi di materialismo? Giuseppe Mazzini insegnava che l'uomo ha, nella società, non solo cliritti, ma anche, e forse in maggior misura, cloveri. Con quel suo insegnamento egli t~ndeva ad elevare la coscienza morale del popolo per farlo degno della libertà. Ma già, si sà .... le idee di Giuseppe J\fazzini, per i nostri tempi di progressu, son roba da museo. Intanto, malgrado le prediche dell'<<Avanti», dopo i fatti di S. Piero in Trento, accaddero quelli di Figline. Ciò prova che non basta ·parlare una volta tanto; ma bisogna in.segnare instancabilmente, sempre; e ci pare che tanto i nostri amici repubblicani quanto i socialisti dimentichino troppo sovente e troppo alla leggera l'educazione morale - che è, secondo noi, la vera edut:azione che manca al nostro popolo - per la educazione economica e la educazione politica che - noi ne siamo fermamente convinti - non potranno dare buoni resultati :fìnchè l'educazione della coscienza all'esercizio sereno e al rispetto assoluto della libertà. 11 on sarà diventata patrimonio delle masse popolari. NOI ILTRIONFDOELLASINCERAIT' E GLI SDILINQUEMENTI UNITARI Per mostrare che il tempo è galantuomo - sebbene galantuomo semi impotente - mi ero intrattenuto nel N.0 precedente di un articolo dell'on. Alessio e mi ero proposto in questo numero di occuparmi della interessante relazione Massimini che la ·stampa del Mezzogiorno con soverchia leggerezza ha lasciato passare inosservata. Ma l'uomo propone e gli avvenimenti dispongono. E gli avvenimenti di fronte· all'agitazione del Piemonte COJ?.tro il Decreto legge sulla riduzione delle Tariffe ferroviarie hanno fatto l)assare in seconda linea la relazione Massimini di cui avrò occasione altra volta di dire. Questa agitazionP- del resto non devia dalla quistione principale di cui volevo occuparmi, e conferma sempre più elle il tempo è. un gran galan tuomo e dà ragione a chi deve averla. Essa, infatti, conferma ciò che più volte ho detto e scritto, e the, c:onsule Di Rudinì, procurò un sequestro alla Rivista; cioè: che it sentiniento unitario è super(ìciale e perciò sostanzialmente pog• giato su di un,a menzogna, di cui moltz non si accorgono quando in tutta buona fede sclilinquiscono per l' Unità .... Vediamo. Il Mezzogiòrno si trova in uno stato di profondo malessere economico; questo malessere esagerato, forse, in qualche punto è pitì generale e più prol'ondo di quèllo che si dica in molti altri. Non ci sono dubbi sulla sua -realtà: e il Presidente ciel Consiglio lo ha constatato coi propri occhi a Napoli e in Basilicata; molti lo hanno documentato - e la Rivista ,Popolare prima di tutti - colle cifre; le cose, più eloquenti degli uomini e dei . loro discorsi, hanno suggellato il giudizio. Il governo italiano, dopo lunghi tentennamenti e dopo una inazione pel bene elle dura da -quarantanni, da quanto dura attivissima la sua azione malefica·, spronato da tutti i lati - dal Sud, come dal Nord - e in tutti i modi, si decide finalmente a fare qualche cosa in favore del. Mezzogiorno e tra tanti provvedi1nenti anodini ne formula uno che lia una apparenza di serietà: il Decreto Legge, cl1e in via di esperimento accorda la riduzione delle· tariffe ferroviarie dal 1 ° Agosto 1903 al 30 Giugno 1904 iii prodotti agricoli e della pastòrizia; del Mezzogiol'no, della· Sicilia e della Sardegna per la esportazione all'estero ed all'interno. Non reputo necessario scendere a dettagli sulle modalità di questo Decreto-Legge, che i lettori della Rivista potranno trovare in tutti i giornali quotidiani. Credo invece opportuno mostrare rapidamente la convenienza, la razionalita del criterio, che condusse al suddetto Decreto-legge. Per in enderla si deve premettere: 1 ° che il Settentrione nell'espòrtazione verso il continente europeo st trova in una condizione privilegiata rispetto al Mezzogiorno. E ciò non solo pel maggiore sviluppo della coltura tecnic.?,, del capitale e della iniziati va; .ma anche, e forse prevalentemente, per ragi.oni geografiche: le spese di trasporto pel Settentrione d'Italia ch'è in contatto immediato col grande mercato europeo, sono mol· to minori che pel lontano Mezzogiorno; 2° che per molti prodotti agricoli c'è una forte differenza nei prezzi tra il Sud e il Nord. In certi momenti il vino, ad esempio, si vendette appena a 10 centesimi il litro nelle P uglie e in Sicilia mentre si mantenne a 50 ed a 60 centesimi in Lombardia, nel Piemonte, ndla Liguria; e ciò a causa del maggiore consumo determinato dalla maggiore ricchezza del mercato ed un PQCOanche per la minore produzione locale. Ora è evidente che se non fosse per la disgra-
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