Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 13 - 15 luglio 1903

RIVISTA. POPOLANE DI POLITICA., LETTERE E SCIENZE SOCJALJ 339 se consideriamo che le due nazioni hanno identici ., interessi che frequentemente le 1:1ettono di fronte una all'altra nella necessità di prevaler una all'altra. Nè questo è tatto. Noi trascuriamo le esagerate dimostrazioni di simpatia manifestate dai cittadini e dalle autorità Londinesi al loro ospite, e spinte al punto di cuoprire i bassorilievi della facciata del Guild-Hall, perchè istoriati delle vittorie riportate dagli Inglesi sui Francesi. Trascuriamo i troppi hoiirrà, perchè sappiamo che i sentimenti del popolo - di tutti i popoli - sono rapidamente e subitamente mutevoli; ma quello che non può essere trascurato è il significato profondo di questo riavvicinamento, e il carattere che questo imprime . alla politica Europea. Francesi ed I11glesi sono stati secolarmente nemici; la storia delle due nazioni è piena degli episodi delle guerre combattute fra loro; ma sono però stati dei nemici che si sono sempre rispettati. - quasi quasi oseremmo dire che si sono sempre voluti bene - diversi in ciò dal loro rispettivo sentimento verso i Tedeschi, egualmente detestati cordialmentetanto dai Francesi quanto dagli Inglesi. Ora questo ravvicinamento fra due popoli che hanno comune una profonda antipatia per un'altro, obbliga quest'ultimo a tenersi in guardia e ad agire con molta prudenza. Il che, dato il carattere dell'Imperatore Guglielmo, non è poi un malanno. Ma c'è anche un'altro fatto, non insignificante, che dobbiamo rilevare; ed è la probabilità d'una più profonda intesa, dopo le prime manifestazioni di amicizia, di due fra i tre popoli eminentemente industriali d'Europa. È una specie di alleanza, una associazione contro il concorrente temuto: la Germania. Le guerre future saranno guerre di capitali, e già assistiamo alla prime scaramuccie, guerre di prodotti, guerre per il predominio nel mercato industriale mondiale. L'unione della Francia e dell'Inghilterra a questo scopo, diventa un potentissimo strumento di lotta sul terreno della concorrenza; e l'Italia che, proprio ora, s'avvia a diventare - in certe sue regioni - paese eminentemente industriale, viene obbligata a vegliare a che· l'amico antico, e i due amici nuovi non facciano i loro interessi a suo detrimento. Perche - questo è ovvio non dimenticarlo - l'Ing·hilterra è abilissima a tirare l'acqua al proprio mulino; e la Francia ha fatto di tutto per riuscirci sempre meglio che poteva. Loubet è stato applaudito e ben ricevuto, noi possiamo rallegrarcene con lui; ma non bisogna dimenticare che i due buoni amici hanno interessi che prospererebbero meglio a danno dei nostri;, ed è quindi doveroso di bilanciare quanto più possiamo quello che le nuove amicizie potrebbero avere di spiacevole o d'incomodo per noi. Bisogna non dimenticare che mentre da un lato la Francia ci fa dei complimenti, e, platonicamente, ci ab braccia: dall'altra crea tariffe che inibiscono l'entrata sul suo territorio certi nostri prodotti. Oertamente è bene che le Nazioni Europee si stringano tutte in ·accordi reciproci, e che le inimicizie e i livori dei popoli si attenuino, eppoi scompaiano completamente, ma bisogna vegliare bene attentamente affinchè, se qualcuno deve andarne a testa rotta, quest'uno non siamo noi. Il nostro Re, andrà in Francia eppoi in Inghilterra, . sarà il caso allora, per no.i, di " tirare più che potremo l'acqua al nostro mulino· ,,. La cosa, enunciata cosi pare brutale; eppure è proprio in questo modo che bisogna fare se non si -vuol essere il Carlo Gianni fra i popoli Europei. Il biso:?.·no rli educazione. - A breve distanza di tempo a San Piero in Trento e a Figline, in .Romagna e in Toscana, sono occorsi terribili -fatti di sangue. Là socialisti contro repubblicani; quà anarchici contro monarchici. E il coltello e il revolver hanno agito come ultimi e supremi argomenti della controversia. I giornali. nei due casi, hanno pa-rlato di complotto e 1'3ire di partito hanno cercato di rendere la tragedia anche più orribile di quel che di per se stessa non sia. Sfruttando, o cercando di sfruttare, abilmente la indignazione pubblica sollevata dai fatti, i partitanti e gli amici dei morti hanno sperato di coinvolgere in una identica rovina, in una sola e comune riprobazione gli assassini ed il partito politico al quale appartenevano. E quantunque, ora, si sappia la verità tutta - o quasi -; quantunque ora gli uccisori abbiano parlato, e le responsabilità politiche cedano il posto alla responsa• bilità individuale; ed i complotti dile,g·uino per rimanere soltanto il fatto di uno sfogo di odio personale, d'una uccisione in rissa, e d'una privata vendetta; non di meno fra i gruppi, i circoli, le associazioni dei paesi degli uccisi e degli uccisori, gli odi sono rinfocolati dal_la polemica aspra ed ingiusta di quei capi dei di• versi partiti che sperano avvantaggiarsi nella stima del paese e nella propaganda delle idee, dai resultati, a loro più o meno favorevoli, dei truci fatti. Dalla uccisione del Giani a Figline rmalgrado la dichiarazione del Capanni, d'avere agito di propria iniziativa, sotto l'impulso d'un rancore da lungo tempo covato contro il Giani e delle beffe con le quali, la mattina della uccisione, il Giani lo aveva salutato) i monarchici Figlinesi sperano la dispersione dei partiti socialista ed anarchico che in quel di Figline sono, a quanto pare,,, numerosissimi. Dal ferimento del Cortini i repubblicani di Villa Filetto sperano la loro prevalenza avvenire su i partitanti socialisti, quà pure numerosi. Ora tutto questo è scoraggiante assai. La popolazione Italiana, quella parte della popolazione che è pm sveglia e più intelligente, che più si occupa dei proprii intèressi economici e della vita politica del paese si rivela ancora la popol:Zione medioevale delle parti e delle fazioni; la popolazione violenta che intendeva ed intende la libertà nel senso di essere sola a goderne; nel senso di obbligare gli altri a pensare, a credere, ad agire come vuole lei; o come vuole il partito più forte per audacia e per numero, fra i diversi partiti ne' quali si suddivide. Una grande, una incessante opera di propaganda si fa in mezzo al popolo, e i socialisti specialmente cercano di renderlo cosci ente della propria forza e dei propri diritti. I repubblicani fanno altrettanto e i monar~hici ed i clericali essi pure si rivolgono al popolo in nome di diritti fin oggi misconosciuti e che il popolo ha ragione nel volere affermati e rispettati. È dunque una certa educazione dello spirito popolare che gli uomini di tutti i partiti cercano di fare in mezzo alle masse lavoratrici. Perchè dunque si hanno, di tanto in tanto, degli scoppi di ferocia brutale quali ultimamente a S. Piero -in Trento e a Figline ? Poichè, non bisogna voler affermare, come qualche giornale cerca di fare, che questi sono scoppi parziali che non indicano altro che una mera perversione organica in chi commette il delitto. I fatti si ripetono frequentemente e se non sempre con esito letale, pure hanno sein pre il carattere della violenza impiegata a persuadere l'avversario politico del suo torto. * (

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