Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 13 - 15 luglio 1903

~ 352 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA. LETTERE E SCIENZE SOCIALl lazione dell'Inchiesta agraria, che, come rilevò l'on. Colajanni, mostrò pure un' senso di partigianeria (1). Nella provincia di Cosenza « il vitto del conta- "dino viene ordinariamente formato di pane di granone o di frumento ed in alcuni luoghi da quello cli castagne, da minestre di legumi freschi· e sec- • I chi ,o di verdura sia cotta: che ad insalata, .da paste di casa e di patate. Poche volte all'anno mangiasi la carne ed il vino non è una bevanda ordinaria, giacchè il contadino ne fa uso talvolta sino all'ubbriachezza, soltanto nelle ricorrenze testi ve »., Nella provincia di Catanzaro tt il pane costituisce la parte maggiore ed essenziale dell'alimentazione. In montagna è generalmente di _granturco o di segala, nelle altre zone è di granoturco o cli grano misto ad orzo o ad altri cereali. Il pane di mais viene cli solito adoperato nell'inverno, le altre qualità nei mesi estivi. Il pane, aggh1nta una minestra di verdura o di legumi, oppure sarde sala e, ulive, peperoni, ,frutta secche e fresche, forma tutto il pasto del contadino ... Nelle annate in cui il pane è caro, v'ha di giornalieri che pasi;;ano intiere giornate sen,za pane, e solo cibandosi dì rape e di erbe selvatiche condite col solo olio!» Nella provincia di. Reggio, infine, « l'alimentazione è abbastanza. scarsa e spesso insu!Ticiente a mantener la popolazione sana, robusta ed atta al lavoro. Nei comuni in cui i lavoratori sono relativamente più agiati~ essi mangiano tre volte al giorno ... Tanto alla mattina che a mezzogiorno il loro alimento consta o di pane solo o condito con olio e sale o con qualtra cosa, come cipolle, peperoni crudi, olive od altre trutta; alla sera mangiano il così detto carldo, che consiste in una vivar..da sola, che nell'inverno è polenta semplice o con cavoli, oppure fagiuoli secchi o patate; nelle altre stagioni legu.mi verdi, patate, peperoni ed altre verdure, con pano sempre di seconda qualità. Mangiano carne soltanto nelle festività dell'anno o in occasioni solenni, come per matrimonio, battesi.mo ecc.; il vino egualmente. - ei comuni più poveri, il pane costituisce la principale a1imentazio1rn ed è fatto di farina d'orzo e di orzo e segala; ma il pane che ordinariamente si 0onsuma è di farina di lenticchie selvatiche, detta fraca. Quando la pasta di questa fari1>a è cotta al forno diviene di un color nero da prendere l'ap - parenza di un impasto di terra e tritoli di legno. Quando i lavoratori sono in grado di aggiungere qualclie altra cosa al loro pasto, scelgono la polenta, ~a minestra di cavoli, spesso non condita, cli patate o di fagiuoli. E quando manca il lavoro e si è in annate tristissirYJ,e, per cui il proprieta- ('I) L'jnchicsta, agrc1,ria, in generale, è sLata parzialissima in favore dei proprietari e delle classi dirigenti, poichè è inne1rnbile che le sofferenze dei lavoraLori, la· loro abbiezione intellettuale, pari soltanto alla mi eria economica - e le due danno come risultato necessario l'altissima clelinqnenza - in Calabria e in Basilicata sono grandissime. ((;olajanni - Gli avvenimenti di Sicilia ecc. pag. 84). · rio ?-On può prestare alcun aiuto, i lavoratori della terr·a, per campare la vita, mettono a bollire le e1~beselvatiche dei campi, e- dopo cotte e premute le mangiano incondite e senza pane! Nell'inverno 1877-7 8 si sono veduti contadini mangiare come il bestia1ne le cime crude di sulla ed intieri prati ne sono stati distr·utti! (pag. 327) (1). Dinanzi a tale tremendo documento umano, scarso di gonfie frasi, ma pieno di fatti che ispirano orrore, che cosa dicono coloro che, a spiegare il decadimento presente, si dilettano a cercare le cause nella razza diversa, nel clima, nella densità della popolazione 1 che cosa pensano quegli uomini politici, che, piena la mente d'idee impe-- rialiste, seminano su aride lande milioni e milioni, quando quaggiù, nella madre ·patria, vive dimenticata, negletta una popolazione, di cui una gran parte è costretta a trovare nelle erbe incondite il nutrimento per non morire 1 e i nostri concittadini che se ne stanno inoperosi, addormentati dinanzi allo sfacelo della nostra regione cui non rimane altro che la gloria del passato~ Data quindi l'alimentazione, che abbiamo visto prRvalere nel proletariato agricolo calabrese, alimentazione non molto dissimile di quella di una buona parte del ceto operaio, nessuna meraviglia deve recare se la Calabria offra un gran numero di rimandati alla leva, o se la longevità ·sia più • breve di quella di altre regioni, se l'aspetto della maggioranza dei contadini e degli operai sia emaciato, se lo sviluppo scheletrico non proceda regolare, se infine si trovino dei caratteri degenerativi più rilevanti di altrovtl, caratteri che indussero qualche scrittore a formare, con non poca esagerazione, del calabrese un tipo fisico speciale. * * * Dopo aver paelato dell'alimentazione, facciamo ora un rapido giro a traverso le tre provincie per vedere quale sia lo stato de.lle dimore dei contadini: il nostro Baerlel-cer sia, al solito, la Relazione della Commissione per l'inchiesta agraria. Nella provincia di Cosenza « le abitazioni dei contadini agiati... sono a due piani, di cui il pianterreno fa da stalla e quello superiore, composto di una o due stanze, serve per la fam i.glia: nel somtto si conserva la provvigione per l'inverno. Le abitazioni dei coltivatori poveri, che stanno. nei villaggi sono ordinariamente piani-terreni umidi, affumicati, angusti: spesso se non nella stes sa casupola, nel piano terreno attiguo ha ricovero il somaro od il maiale. Sovente invece il tugurio è rischiarato da pezzi di legno resinoso, detto tede!.. I ricoveri avventi7.i nelle cam pague consistono in una stanza a pianterreno nella quale dormono da 10 a 15 individui disposti a ruota intorno al fo- (1) Il ca v. De ì\larco, estensore della monog1·afia per il circondario di Reggio, annessa agli Atti dell' lnchiest(I,, esclama: «Son fatti questi che stringono il cuore: parranno esagerati a chi è beu pasciuto e ben nutrito, ma pure son tatti che accadono sotto la cappa del solA. e sul suolo che si ritiene fra i pii.i. ricchi d'Italia b) (pag. 544). ·

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