348 RlVISTA. POPOLARE DJ POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIA.Ll e la protezione pomposamente mostrata al governo cinese nella que ·tione del pagamento della quota d'indennità dovuta da quello Stato alle nazioni Europee, autorizzano a supporre elle le idee del Chamberlain se verranno accettate dal popolo in-: gle~e produrranno nuo··çe e più acerbe divisioni fra le cosidette nazioni civili del mondo e faranno addensare foschi nuvoloni sul già tetro orizzonte dell'avvenire delle società capitaliste. ' Avv. G. DI PALMACASTIGLIONE. LAVITAECO~OMICA INCALABRIA ~gricolturae lavoratoridellaterra. I. La sorgente più importante della produzione della ricchezza è, in Calabria, l'agricoltura, poichè ogni altro movimento, sia indu ·triale che commerciale, è ben scarso e poco produttivo. Es endo l'agrico1tura quindi a fonte precipua della ricchez- . za sembrerebbe, come co a logica e necessaria, che ad essa tutte ]e migliori cure dei proprietad, non distraiti, in generale, da altre occupazibni, dovessero essere prodigate e clrn, relativamente, la vita agricola calabrese dovesse, se non in una condizione privilegiata di fronte a quella delle altre regioni, certo non essere inferiore. Eppure, esaminando un po' da vicino le condizioni del la nostra agricoltura si ossel'vano subito due cose: una gran parte di terre non coltivate e una deficiente produzione in rapporto alla superficie coltivata. In Calabria vi si trovano tutte le tre forme di proprietà: la grande, la media e la piccola; ma la grande proprietà è quella che vi predomina, in ispecial moùo nelle provincie di Cosenza e di-Catanzaro, dove, in qualche circondario, vasti latifondi appartengono a pochi proprietari. Nella provincia di Reggio, non ostante che i terreni improduttivi per altitudine altimetrica (terre occupate da stagni e paludi, da laghi, corsi d'acqua, trade e fabbrica ti) siano appena di 5600 Ea., mentre nelle provincie di Catanzaro e Cosenza sono rispettivamente di 6000 e di 21,600 Ea., il suolo coltivato è appena la terza parte della superficie geografica e la zona interna è assorbita quasi per intiero dalb grande proprietà. Il fatto che la proprietà non è molto frazionata e tende a concentrarsi sempre più in mano di pochi, deve es.-ere naturalmente causa di una coltivazione tutt'altro che intensi va e razionale. Nella provincia di Reggio, specialmente nella zona marittima, la coltura è la più intensiva di quasi tutta la regione; in essa gli agrumi, l'ulivo e la vite hanno il predominio. A giustificare le condizioni poco buone dell'agricoltura calabrese si sente spesso ripetere che esse dipendono solo dalla natura del terreno che non si px:esta dovunque, dalla mancanza dei ca-. pitali necessari per una maggiore intensificazione di prodotti e dà.lle imposte che pesano in maniera insopportabile. •Ohe la natura del terreno non si presti dovunque è una scusa che non regge alla prova dei fatti. Anzitutto si potrebbe domandare: La cultura empirica ed estensiva presente, scarsa di capitali, è ,stata forse sostituita da quella fatta con criteri suggeriti dalla tecnica agraria, che altrove ha dato risultati sorprendenti~ Sono state forse impiegate delle macchine agricole, delle piante selezionate; sono stati sostituiti allo stallatieo i concimi chimici che in al tre regioni hanno già trovato larga applicazione? Quale diverso trattamento ha ricevuto la terra e il contadino che la lavora 1 Fino a che non si saranno impiegati capitali in misura adeguata e fino a che quest"t capitali non avranno realmente ottenuto un rispondente compenso con una maggior produzione, non si potrà mai accusare la cattiva natura del terreno. - « Il profumo che esala dagli agrumeti di quel lembo di paradiso terrestre che è la nostra Riviera, può ispirare inni arcadici agli spiriti sentimentali, ma in realtà, è tutto un poema grandioso di fatiche, di attività, cli costanza, di senno; è la glorificazione di un popolo che, nella sapiente operosità sua, ha creato dalla sabbia del mare e dalla roccia degli Appennini una terra fertilis:-;ima. Men tre giù nell'Italia meridionale, l'occhio del viaggiatore, che il treno trasporta veloce, guarda con tristezza immensa estensioni di territorio abbandonate e pensa che per far fruttare quelle terre non ci sarebbe nemmeno il bisogno che l'aratro le squarciasse, perchè il grano, lanciato dal ventilabro, crescerebbe rigoglioso da. sè » (Il problema agricolo e l'avvenire sociale, pag. 33).· Dove l'attività non è mancata, la terra non si è m, - strata avara dei suoi doni; dove l'intelligenza e il braccio del laborioso agricoltore non si son tenuti lontani, la dea dell'Abbondanza ha aperto amorevole le sue braccia e ha colmato di ricr..hi e bellissimi doni l'adoratore che a lei si è appressato. « Le terre sabbiose e pantanose della Prussia orientale - scrive il Baer, citato dal Colaianni (Gli avvenimenti di Sicitia e le loro cause, pag. 81) - sotto un cielo inclemente, sono senza dubbio più sterili di ogni µeggior angolo della-Sicilia, eppure se ne cava grande profitto. L'agricoltura fiamminga, una delle più perfette del mondo, si esercita su terre che sono il peggior suolo d'Europa ~. Che le imposte gravino sui terreni più che in parecchie al tre regioni è un fatto, ma è anche un fatto innegabile che non tutta la proµrietà è oberata da gravi imposte, le quali, a preferenza, pesano sulla media e sulla piccola. Ciò lo ha notato Rerum scriptor, il quale scrive: « I grandi proprietari pagano meno perchè la terra è tassata non in proporzione di quanto potrebbe produrre,
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