-- RIVJS1'A. POPOLARE Dl POLI1ìCA, LETTEj-l.h' E SCIENZE SOClALi · 311 zioné dei meridionali per scroccare aiuti e sus sidi al Settentrione. L'on. Zani:trdelli, infine, appartiene a quella in - dimenticabile e generosa generazione che ha l'atto l'unità d'Italia e che per la sua esistenza ritiene assolutamente necessaria quell'uniformità legislativa, che fioirà per distruggerla. Egli crederebbe venir meno alle proprie convinzioni e ai doveri verso la patria ricorrendo a quella legislazione speciale, difforme per le varie regioni e adatta alle loro particolari condizioni, senza della quale il problema del Mezzogiorno non viene nemmeno scalfito. C'inganniamo sugli uomini ? Saremmo felici se cos1 fosse ; ma crediamo in ogni modo di non ingannarci sulle cose. LA RIVISTA. @@@@~@@@~@@~@@@@@@@@@@@@ ILTEMPE'OGALANTUOMO ? ! ! (Confessioni e discussioni sul Mezzogiorno). Si dice che il tempo è galantuomo; ed in un certo senso è vero. Ma il suo galantomismo pèr lo più si esplica dopo che le maggiori bricconate sono state commesse; e spesso sono irreparabili. . Il galantomismo del tempo è reale ed efficace solo in quanto serve a procurare delle soddisfazioni personali, rendendo giustizia piena a chi, sostenend-o una causa giusta, è stato caluniato o frainteso. In quanto al resto il galantomismo del tempo spesso si riduce ad· una feroce canzonatura. In quanto a me, ad esempio, posso dire che· il • tempo mi si è mostrato galantuomo. Quando nei discorsi elettorali, nella Camera, nei giornali e in questa Rivista, da una veJ?.tina d'anni in quà alrincirca, sostenevo che il Mezzogiorno (nel quale comprendo la Sardegna e la Sicilia, che sotto tanti aspetti gli si rassomigliano) era sofferente,; che la legislazione unitaria uniforme era stata un disastro; che le imposte lo schiacciavano ed erano sproporzionate alla sua ricchezza; che in compenso dei sacrifizi materiali non si era pensato meJJomamente a rilevarne le condizioni morali, intellettuali e politiche, ma lo si era trattato come una terra di conquista abitata da razze inferiori, in mancanza di fatti che potessero contraddire quelli da me addotti, si ric0rse alla retorica patriottarda e mi si trattò da nemico dell'Italia; - e per miracolo non si susurrò che ero pagato dai Borbonidi o dal Papa... . Dalla campagna onesta e imJ?Opolare raccolsi amarezze; tra tutte acutissima l'indifferenza o la ostilità aperta dei meridionali da me difesi, aggrarata dai rimproveri di amici carissimi del Settentrione, che mal sopportavano quello "he chiamavano mio partigiano regionismo (1). (lJ Conservo lettere e cartoline di molti abbonati' della Rivista del Settentrione che disdissero l'ahbonamento per tali motivi. Ad onore del vero, però, devo dichiarare che nal Settentrione la Rit>ista ha conservato i suoi migliori e calorosi amici, che ne curarono la diffusione. Il tempo mi si è mostrato galantuo.mo in quanto che oramai nel Mezzogiorno e sopratutto nel Settentri.one si riconosce già che la causa da me difesa era onesta e giusta; e ne sono soddisfattissimo anche se mi vedo messo da parte e dimen ticato rlai nuovi difensori del Mezzogiorno, che,· qualche volta, per GOmpensare la passata inerzia colpevole, esorbitano nella difesa e nelle dimande. La Rivista ha riferito spesso le dichiarazioni 'dei settentrionali in prò del Mezzogiorno; l'ultima su cui ha insistito fu quella Jell'on. Sacéhi in Torino. A suo tempo riportò, per metterne in evidenza la contraddizione coi fatti, le dichiarazioni espansi ve in prò del Mezzogiorno della rela,done Carcano sugli sgravi; oggi dovrebbe consacrare parecchi numeri alla riproduzione dei giudizi settentrionali perfettamente conformi, che, enunziati da me, altra volta si considerarono come antiunitari ed antipatriottici (1). Mi piace anche aggiungere che dal Settentrione mi vengono spesso pro~ poste concrete di rimedi per -le regioni . meridionali informati a sentimenti elevatissimi di amore pel paese tutto e pel Mezzogiorno in ispecie. Tale ad esempio un articolo mandatomi da un fittavolo di Cremona, il sig. Alessandro Bacchi-, il quale giustamente osserva che se si vuole fare sul serio si deve ricorrere a qualche cosa che rassomigli ~l progetto Wyndham per l'Irlanda - all'Irish Land bill, che è c;;tato approvato in prima lettura alla . quasi unanimità dalla Camera dei Comuni. Non importa esaminare come sia avvenuto il mutamento. Vi hanno certo 1contribuito i discorsi e le pubblicazioni dei sostenitori del Mezzogiorno e spe.cialmente quelle del Nitti; vi ha contl'ibuito il viaggio del Presidente del Consiglio i;n Basilicata (2); ma a svegliare i dormienti, a far tacere gli uomini di malafede, a convertire le persone di buonafede hanno sopratutto contribuito i fatti, le cose. Sunt lacrirnae rerum ... E le cose, ad esempio, e tipicamente a 4ecce, sono tanto lacrimevoli che si assicura che anche il Re si è degnato d'interessarsi alle sorti del Mezzogiorno: Sfido io I certi sintomi e certe manifestazioni dànno da pensare ad un Capo di Stato, e gl1 confermano che la pazienza ha i suoi limiti... · . Due delle manifestazioni intere,;santi venute sulla questione meridionale, che a gfodizio di tutti è oggi la quistione italiana per eccellenza, da parte di autorevoli· settentrionali sono quelle degli on. Alessio e Massimini. Una è consacrata in un ar.- ticolo della Nuova Antologia e l'altra in un documento uffidale. Prima d'intrattenermene dichiaro che entrambi si occupano del Mezzogiorno indirettamente e incidentalmente; ma le rilevo perchè mi dànno occasione opportuna di commentarle o di rettificarle per trarne conclusioni, che si connettono alla causa che difendo. (1) In questo numero cr~diarno opportuno riprodurre in gran parte un articolo dell'autorevole Stampa..di Torino. (2) Sulla Basilicata nella Nuooa rAntologia (i 0 maggio 1903) ha pubblicato un forte e documentato stu~io l'on. La.cava. Non me ne occupai immediatamente perché quando venne alla luce ero ammalato. Lo segnalo oggi :i.i lettori della Rioista·
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