Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 12 - 30 giiugno 1903

r RIVISTA POPOLAR• DI POLI11CA.. LBITERB • SCIENZE SOCIALJ 333 grano come prezzo del suo vino, e h::i, fatto che il prezzo clel vino sia rn.inore di quello clel grano quella mercante sarà buttata -i1ell'acqua. Ancora più severa era la legge contro quelli che provocavano disordini in uno spaccio di vini. - Si legge: - Se una venditrice di vino ha permesso che in casa sua si radunasse un'assemblea riottosa e non ha scacciato i turbolenti, e non gli ha fatti tradurre al tribunale; quella venditrice sarà messa a morte. - Codifica poi il matrimonio. - La moglie di un uomo che era fuggito dalla sua città poteva risposarsi e il marito, se tornava, non poteva obbligarla a tornare con lui. La moglie di un prigioniero in guerra poteva risposarsi se non 1aveva mezzi di sussistenza, ma se avendone si risposava era condannata alla morte per annegamento. Se un uomo voleva divorziare la moglie, o mandar via la concubina dalla quale avesse avuto :figli, questa donna si riprendeva la sua dote e aveva l'usufrutto d'un campo o d'un giardino, e portava con se i propri figli. Ma se la donna era di condotta cattiva o frivola, e impoveriva il marito, questi poteva liberarsene senza restituirle la dote. Una donna poteva ottenere il divorzio se dichiarava d'odiare il marito, e se poteva prova.re di essere stata economica e senza vizi. Se il marito l'aveva messa jn ridicolo aveva diritto alla sua dote; ma se era stata prodiga, Leggera, e aveva messo in ridicolo il marito poteva •essere annegata. L'infedelta non era cagione di divorzio nè per l'uno, nè per l'altro dei coniugi,· salvo che per il caso di fl.iLgrante delitto nel qual caso l'adultera era legata insieme al complice e buttata nel fiume. Il diritto legale era riconosciuto alla donna ndla eredità e nella amministrazione dei suoi beni, era responsabile dei suoi debiti e alla sua morte i beni di lei andavano ai figli, o al padre ma non al marito. 1 :figli d'una vedova che si risposava erano posti sotto la tutela pubblica ed affidati dalla legge alla madre per la educazione. Se uno cagionava la perdita d'un occhio ad un ricco era condannato e perdeva il suo; ma se l'acceçato era un povero, l'accec:ttore risarciva il delitto pagando una mina d'argento. . I brig3;nti e i grassatori erano condannati a morte. I ladri incendiari erano bruciati. I manutengoli erano condannati a morte. Le responsabilità dei medici erano severamente controllate. Se U1>-, malato, cui si operava una ferita, moriva in seguito all'operazione, le mani del medico venivano tagliate. Se uno costruiva una casa che poi rovinava su l'inquilino e lo uccideva, il costruttore era lapidato; se l'inquilino non moriva, il costruttore doveva rifargli la casa a spese sue. Altre leggi, fissano i salari per gli operai, e regolano i contratti commerciali e i traffici. Molti che hanno letto la legge di Khammurabi sono rimasti S\)rpresi dalla grande somiglianza che questo codice ha con la. legge Mosaica; il fatto è però, che, sia risultato della evoluzione, sia effetto della ispirazione, la superiorità morale della legge Mosaica è indiscutibile, e può essere facilmente constatata da chiunque spassionatamente ed accuratamente compari fra loro il codice di Khammurabi e i libri di Mosè. (Reviews of Jjleviews - Maggio 1903) . .. E. P. cle Guzman: Capitaii e colonial Tonchino. - N eUe nostre grandi colonie, quelle in cui l'avvenire sembra certo, un colono può riuscire senza esser provvisto di forti capitali? Quale s::i,rà l'impottanza di questi capitali necessari? Molte volte si son poste queste domande, ma, raramente vi si è fatta Lllla risposta sufficientem~nte precisa da togliere ogni esitazione. L'Indochina, il Tonchino •specialmente, con la sua mano d'opera abbondante e a basso prezzo, col suo clima temperatissimo una parte dell'anno, e favorevole alle culture più variate, attira volentieri gli sguardi dei coloni, tanto più che la legislazione attuale di questa colonia vi permette delle concessioni territoriali quasi illimitate, senz'altra garanzia da parte del prenditore che dei certificati di identità e di buona condotta. Ma che avverrà di un Francese che attirato da tutti questi vantaggi, sbarcherà un giorno, munito di pare-echi biglietti da mill~, viatico ordinario di questo genere di emigranti? Anzitutto è a temere che durante i lunghi mesi, un anno talvolta, che durerà l'aspettativa della concessione, le spese di mantenimento e le attrattive di una città come Hano1 non facciano una grande breccia nella magra riserva dell'emigrante. Ma ammettiamo pure che egli sia un uomo serio e di gusti modesti, tutto consacrato alla sua idea, e che un bel ~attino, sicuro del successo si metta in via per la provincia lontana ove un r~cente decreto l'ha consacrato eventuale proprietario, e si trovi di fronte ai suoi mille ettari di terreno. Anzitutto deve pensare di non potere eseguire da sè un lavoro materiale continuo, ed ecco subito che si presenta la questione del danaro. Il levare la concessione, il regolamento all'amichevole di mille piccole difficoltà coi confinanti europei o annamiti, le prime spese rappresentano anzitutto dalle 500 alle 600 piastre. Poi bisogna farsi una casa, comprarsi degli utensili per la costruzione, la coltura, la coltivazione; un materiale di trasporto è poi indispensabile come sono necessari gli animali da lavoro e da cortile, tutte cose per cui occorrono dalle 20 alle 25.000 lire, prima che la terra sia pronta. a ricevere i mezzadri annamiti e ad essere messa in valore. Il reclutamento di questi annamiti è cosa difficile e ·delicata: difficile perchè l'annamita abbandona malvo- . lentieri il suo villaggio, anche se muore di fame; delicata· perchè questo reclutamento è la base della prosperità delle concessioni, e spesso, se non quasi sempre, il colono costretto ad abbandonarsi in mano ad intermediari e alle prese coi lavoratori ladri, con l'amministrazione annamita loro complice e .con la molle amministrazione francese finisce di - rovinarsi avanti ànche di vedere i primi risultati della sua impresa. Non ci stancheremo di ripeterlo. L'impresa della coltivazione della terra al Tonchino è una bella impresa, ma occorrono forti capitali e l'esperienza, senza di che si è destinati ad un certo insuccesso. (Rewe cle Paris - 15 giugno). Calchas: Il ravvicinamentolatinoe le relazioniAnglo-Russa. - E indispensabile che la Russia possa espandersi all'esterno, in Asia, quanto più è possibile. L'A. è di quelli che sono persuasi, dato lo stato di debolezza interna dell'impero, e l'estensione con cui si addensano su questa potenza i pericoli dall'estero, .che un'accordo possa essere stabilito fra la .Russia e le altre potenze su la base del concederle un'accesso al golfo Persico, del trattare la occupazione effettiva della Manchuria come storia antica; e del preferire che Costan-

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