Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 12 - 30 giiugno 1903

332 RIVISTA POPOLARE DI POLJTJCA, LETTERE E SCLEN?E SOCJALJ e genuina - il lettore la supponga volatilizzata in questa combustione improduttiva del spirito del poeta. Lo mentovai come un rapsodico volutt,uario della recitazione poetica, per dar risalto al predminante concetto d'arte, che scaturisce dalla sua poesia e nel contempo la plasma: essere la musica l'anima del creato. Circoscrizione questa, e non già svista; onde dipendono tutte le grazie e tutti i nèi del suo canto. In natura chi circoscrive idolatrizza. La musica non è se non un aspe~to del divino Tutto: ed essa preesiste al suono. Il verso è veicolo tra l'infinito e l'interprete anima; tramite per cui il fatato mistero si sensibilizza; ministro di suggestione: la poesia lo crea, non n'è creata; è sopra e oltre il verso. Suono e verso ha troppo idoleggiati il Cippico; la parola lo ha fascinato: deliziose corolle di poesia egli ha còlte per essi, ma n' suo spirito e il suo cantare non si sono imperniati su la sognata anima mundi. Nella medicata dolcezza delle sue rime l' Idea resta talvolta agglutinata in embrione. A trasfonder nel lettore porzione di tanta dolcezza, dovrei qui trascriveJ:....per intero alcuni tra i più vaghi componimenti del libro: Ne la rosea villa o La Via, Occhi di bimbi o La bianchissima notte. Un'alba o la Trenodia per la morte di Giuseppe Verdi, nella quale spicca ardente e canora la favola d'Orfeo. Citerò da quest'ultima : La rimembranza de la melodia, che le marine ninfe e la dolcezl!;a de i molli venti trassero per l'aure notturne da le sette corde, in vano aggrovigliate a la cesarie bionda •· de 'l cantor tracio, ancora ne gli spirti, memori de l'antica notte illune, risorse. E voi, Camene primigenie di quest'Ausonia bella, in su i tre mari fissaste in van gli sguardi, se di Grecia, se di Liburnia o da Trinacria, ancora su i pelaghi_ sonanti la canora ombra d'Orfeo volgesse a l'acque stigie ! Tòcchi d'esercitata cetra: non è vero? L'ultima strofe dell'ultima poesia, che s'intitola all'aspettata per tutto il volume, all'Aurora, dice : Patria., a te gl'inni ! E aligera su i mari guerreggiati, fra' nembi, una Vittoria balzi latina da la nostra istoria tra l'aspro cozzo de i fraterni acciari! E fra' carmi suo vol libri solenne, i cuor da 'l tristo oblio vigoreggiando : aure di Roma cognite alitando da la marina a l'alpe con sue penne! Dal Cippico, perchè nas~e dalmata co 'l doloroso privilegio della contesa nazionalità, e perchè a me noto com.é artista senza infingimenti, accetto la promessa. Al genere d'inni ch'egli ci preannunzia - se bene i generi sieno di pertinenza merciaia e non poetica - egli è chiamato da tendenza schietta e da circostanze giustificatrici. Quanto ai petalanti ragazzi della penisola, mi facciano il piacere di finirla con la poesia civile ad ogni costo. A innovarla ho concorso, tra altri di me più valenti, anch'io: ma, come l'ho presentita e ne ho dato saggio, così la aborrirei s'ella mi divenisse una moda, una retorica da mediocri sciopera.ti. Su su, poeti (tra' quali Antonio Cippico, segnato dall'ineffabile designazione); su, all'Universale: e guardatevi per via dagli speciosi incantatori di don Quijote. E voialtri che poetate per capriccio o per ammazzare il tempo, zitti: contentatevi di far da spettatori. FRANCESCO GAETA. RlVIST A DELLE RIVIS'l'E C. H. W. Johns: Il piu anticocodicedel mondo. - Secondo le date fornite dalla Bibbia il mondo fu creato 4004 anni prima di Uristo. Il diluvio avvenne 2349 anni A. C. 1921 an_ni A. C., Abramo entrò nella terra di Canaan e 1491 A. C. gli ebrei fecero l'esodo dall'Egitto e nello stesso anno Mosé promulgò la Legge. Ma in questi ultimi anni vari scenziati della Bibbia erano venuti alla conclusione che i libri di Mosè non possono essere riportati più oltre che il X secolo A. C. Tuttavia questa è indubbiamente una bella antichità, considera~o che le XII tavole della Legge Romana datano dal 450 A. C.; Confucio scrisse nel VP secolo A. C.; nel medesimo tempo Solone promulgò le leggi d'Atene e due secoli avanti Licurgo aveva promulgate le leggi di Sparta. Ora però non è più possibile dare la priorità al Decalogo e alla Legge Semitica, perchè le recenti scoperte fatte a Susa in Persia hanno messo alla luce un codice di legge che data dal 2200 A. C. Questa legge fu promulgata e codificata dal grande re Khammurabi che regnò ventidue e forse anche ventitre secoli A. C. e alcune di queste leggi erano certamente in vigore almeno mille anni prima dell'avvento al trono di .Khammurabi, poichè questo codice non è che il sommario, o la raccolta delle leggi che 'ilsistevano prima dell'uomo che dette loro il suo nome. Nell'ultima edizione della Enciclopedia Britannica si hanno in proposito di qu~sto re Khammmurabi le seg11enti notizie: La supremazia Elamita fu scossa dal figlio e successore di Sin-muballidh che fu Khammurabi il cui nome è anche scritto Hammurapi e che fu l'Hamzathel della Genesi XIV. Gli Elamiti sotto il loro re Kudurlagamord avevano preso Babilonia e distrutto il tempio di Bel, ma Khammurabi restaurò le sorti della sua stirpe e nel 13° anno del suo regno disfece in battaglia gli Elamiti e gli scacciò dalla Babilonia. Due anni dopo occupò l'Arsa e Gamud Bal e costituì la Babilonia in una monarchia unita con Babilonia per città capitale. Una grande rinascenza letteraria seguì il ristabilimento del regno di Babilonia. e la potenza Babilonese si estese fino al Mediterraneo. Nel 1874 vennero allà luce le prime tavole della dinastia Babilonense, per opera di Smith che le disotterrò di infra le rovine di Ninive e Babilonia; e queste tavole provarono che i racconti della Genesi su la creazione e il diluvio erano leggende modificate di racconti scritti in Babilonia molto tempo prima dell'era Mo- • saica. Dopo di ciò si scopersero le biblioteche reali ; ma fu soltanto nel 1901 che il Sig. De Morgan scoprì a Susa la colonna di diorite nero su la quale era scolpita la legge di Khammurabi. L'iscrizione comincia con l'enumerare i titoli del re; e parla del Dio che egli adorava, e in nome del quale promulgava la legge. Il codice consiste di CCLXXXII articoli; LX dei quali sono consacrati a definire i diritti della donna. XXX articoli regolano i diritti di proprietà agricola; vari altri descrivono diversi gastighi per varie colpe, partendo sempre dalla massima: - occhio per occhio, dente per dente - seguita poi anche dagli ebrei. Riviene sovente la prescrizione della " prova per l'acqu~ ,, adottata pure dagli ebrei, ed era praticata per gli accusati di Magia e contro le adultere. Sono poi indicate le patenti per gli spacci di vino che erano, allora, tenuti da donne: in una di queste si legge: -- se una venditrice di vino non ha ricevuto il

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