. ' . . / .. ; ~ ·~ RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE B SCIENZE ~OCJALJ . si rivolge agl'investimenti che eliminano il lavoratore con la sostituzione delle l'orze brute. 5.0 La collettività ha interesse di frenare le spese improduttive, di volgere capitali e forze verso intr?,prese elle moltiplicano la, ricchezza, permettendo solamente le sost.ituzioni delle forze naturali alruorno, allora, 4uanùo non vi sono più braccia inoperose, e vi è ec~e1enza di capitali inerti, cui manca il soilio vivif1catore della forza fecondatrice. ( * * * Se il n·overno dello stato non deve funzionare o solo corne puntello e tutela degli intere~si capitalistici delle classi dominanti, ·interessi che urtano contro il bene collettivo, se la proprietà privata non gli con~ente di disciplinare e costringère le correnti di forze e di capitali, verso le forme più attive e più benefiche della produzione, il governo dello stato, diciamo, dispone tuttavia di mezzi potenti per moderare gli eccessi del capitalismo dominatore, per mitigare l'asprezza dell'urto tra tornaconto riel capitale privato e interesse collettivo. La finanza dello stato tra~ le sue risorse da un sistema tributario il più iniquo, che gravando specialmente su"i consumi, e con maggiore accanimento sui consumi necessari, opprime 'la miseria e risparmia la ricchezza. Se i tributi invece di opprimere gli oppressi, oTavassero sulla ricd1ezza, con una conveniente progressione, lo stato potrebbe rinsanguare la sua •finanza, attingendo a quella ricchezza, che oggi, percllè ~mperflua, è dissipata in spese di lusso, e sollevando il peso che I ora grava insopportabile sulle classi misere, peso che schiaccia il consumo, che toglie il necessario alle popolazioni lavoratrici che sudano, che producono, Lo ·stato 'non solo col sistema tributario, ma anche col modo di regolare le spese del pubblico denaro è stato potente alleato del capitalismo. Se con i folli armamenti, se con la dis:::tstrosa politica coloniale ha bruciato miliardi, opponendo un'argine all'accumulazione della ricchezza, colla febbre delle costruzioni ferroviarie ha essicato le fònti che dovevano alimentare la produzione a- ' gricola e industriale. Immobilizzando milial'di in '- opere che non hanno accresciuta la ricchezza, ha confiscato a beneficio del capitalismo i mestieri dei lavoratori, ingrossando l'esercito dei disoccupati, costante minaccia all'ordine pubblico, fomite continuo di delinquenza, spinta all'emigrazione. La folle distruzione della ricchezza per il lusso di pochi facoltosi, gli sperperi balordi delle spese improduttive dello stato, l'investimento di enormi capitali in o._:iereche -scalzano i lavoratori dalle loro occupazioni, paralizzando i movimenti fecon-. di dell'agricoltura e dell'industria, sono i fattori del malessere, della mancanza di capitali. della m"iseria dei lavoratori, della disoccupazione; tutti elementi che costituiscono la questione generale. Se immaginiamo che questi stessi elementi di depressione si acutizzino, che queste stesse piaghe sieno più profonde. e, percllè da lungo tempo aperte e trascurate, minaccino d'incancrenirsi, abbiamo davanti il qundro della questione rnericlionale. La questione meridionale è la mancanza di capitali, è l'anemia dell'agricoltura esausta, la tisi dell'industria, è la miseria orribile delle moltitudini lavoratrici, oltraggiata dal lusso insolente e dissipatore di pocl1i milionarì latifondisti, è lo squallore cli. turbe. infinite senza lavoro, che nella disperazione della fame covano un senso di ribellione. di odio contro la società. La mafia, la camorra, le consorterie imperanti nelle pubbliche amminist.·azioni, il delitto fr~quente, l'analfabetismo vergognoso, non sono la malattia, ma semplicemente manifestazioni sintomatiche; come la febbre del tisico è golo il sintomo, che al clinico svela l'alterJ.zione degli organi respiratori Non i sistemi devono richiamare la nostra attenzione, bensì la causa del malessere, allo stesso modo che il clinico non cura la febbre, ma procura che ricche correnti sanguigne portino la vita ai tessuti, che l'aria ossigenata ristori i polmoni. E' la circolazione sanguigna che bisogna attiYare nell'organismo sociale ai;nmalato, sono le correnti della ricchezza vivificatrice, che devono rigenerare l'agricoltura, fonte precipua del nostro benessere; è -l'aria ricca clell'ossigeno della libertà, che il cori.io sociale, per ridéstarsi a novella vita, ha bisogno di respirare a pieni polmoni. •, Date la ricchezza e la libertà alle regioni meridionaii, ed esse, bentosto, riacquiste1•anno il vigore e guariranno di tutte le manifestazioni morbose, eh costituiscono il r,ontorno della questione meridionale. • . . ,Pare che i vari partiti poi itici sieno unanimi sul seguente punto: Lo stato a mitigare lo squilibrio economico, da tutti riconosciuto, tra Norù e Sud, mediante il suo mecanismo finanziario devefar si che un maggiore aJtlusso di ricchezza sollevi le condizioni delle provincie meridionali. Il medesimo accordo non troviamo però nè in-· torno alle garenzie della più ampia libertà politica, che noi riteniamo forse più necessaria -della ricchezza, nè intorno al metodo, che lo stato deve seguire per portare al Sud il suo aiuto efficace. Il progetto Sonnino, che ha raccolto largo consenso, vuole che lo stato rinunzi a metà dell'imposta fondiaria delle provincie meridionali. Sono circa venti milioni. , Noi accettiamo i venti milioni annui, che lo Stato, per generale consenso, ha il dovere di sacrificare a favore del risorgimento del Sud; ma non approviamo la forma proposta dall'onorevole Sonnino per i seguenti moti vi : 1.0 Di tutti i pesi fiscali che gravano sulle popolazioni meridionali, colla proposta Sonnino si verrebbe ad alleviare solo l'imposta fondiaria, che è la meno ingiusta, appunto perchè proporzionale-
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