RIVI~TA POPOLARJt· J)J P_OLI17CA, LBITERlf • SCIBNZB SOCIAU 329 affari commerciali, come sostituti al divino metodo permezzo del quale molti gruppi nella società si sono sviluppati ed hanno evoluto. Fin òra noi abbiamo cercato di accettare il punto di vista dell'uomo d'affari americano per dimostrare che neppure l'accettazione delle sue promesse fa accettare le sue tristi conclusioni. Ma ora, finalmente, è un piacere di poter citare la testimonianza di altri competenti i quali hanno opinioni molto più favorevoli 1° verso le classi dirigenti, 2° secondo su l'estensione delle zone rivoluzionarie e' 3° il recente progresso ùelle comunità latine-americane. I discorsi tenuti al nweting annuale dell'Accademia Americana di scienze politiche e sociali, in Filadelfia i giorni 17 e 18 apl'ile, diedero le opinioni di· specialisti a proposito delle relazioni con l'America Latina. Mr. W. J. Buck.anon, anticamente inviato straordinario degli Stati Uniti alla Repubblica Argen- . tloa, disse: Le idee, le speranze e aspirazioni di questi paesi per il loro· avvenire sono alte e sincere quanto le nostre. Molto progresso si è fatto verso questo obiettivo. Un giorno l'emigrazione nel nostro pac➔se cesserà: prima che questo giorno arrivi si dirigerà verso l'America Meridionale e Centrale,· e ron questo influsso di popoli e di capitali, tutte le difficoltà interne e finanziarie spariranno, e lo sviluppo materiale e intellettuale, che ora è in progrdsso, riceverà un immenso impulso. Un ufficiale di alto grado dell'esercito degli Stati Uniti, il quale s'intendé bene delle Indie Occidentali, dice: « Gli Spagnoli-Americani sono una razza forte e progressiva, e, quando avranno il commercio libero con gli Stati Uniti, raggiungeranno la prosperità cli qualunque altro paese del mondo. » Il signÒr Calderon, il ministro Peruviano, af ferma che « la maggioranza delle repubbliche del1'America Meridionale vivono in pace » in quanto al suo paese dice che << le rivoluzioni appartengono al passato e che la pace e l'ordine sono, ora, fatti compiut( ». · Accettiamo con piacere questa affermazione dal Perù e ci crediamo giustificati a dire che la zon_a repubblicana si restringe di più in più. Ii direttore dell' Ufficio Internazionale delle Repubbliche Sud-Americane. Mr W. W. Rockhill così riassume il lavoro del congresso ipternazionale tenutosi nella città di Messico. « La questione dell' arbitrato accaparrò gran parte dell' attenzione del Congresso col risultato che là convenzione de la Haague fu unanimemente accettato da 19 repubbliche rappresentate. Un trattato fu anche firmato, per l' arbitrato obbligatorio in· questioni pecuniarie. Il progetto della ferrovia in tercontinP-ntale, fu anche discusso nei varii suoi punti. Relazioni commerciali più intime fra i diversi Stati furono preconizzate. La questione della quarantena e della sanità furono esse pure avanzate. Il riconoscimento nternazionale dei diritti d'autore, ed artistici. e lo scambio di pubblicazioni letterarie, artistiche · ed industriali fu pure oggetto. di discussioue ed accordo fra i rappresentanti ». In quale altra parte del mondo si estenderebbe altrettanto la discussione in un congresso di affari nazionali ed arriverebbe fino alla discussione di soggetti di carattere internazionale 1 « Al di fuori dei limiti della civiltà,> è una bella frase e in un senso tutto nuovo si adatta alla enumerazione dei soggetti ora esposti: nel senso cioè che la civiltà dell'antico tipo, anche la civiltà Europea, non è ancora arrivata ad espletarli. Questi confronti e queste constatazioni intese a smentire le esagerazioni calunniose contro l'America Latma sono tanto più degne d'attenzio• ne in quanto che vengono da un Nord Americano, tale è Marrion Wilcox, sono stampate in un gior- , nale Nord Americano (North American Review); e noi che della razza latina non ammettiamo l'inferiorità manqiamo al Wilcox la nostra parola di riconoscenza. R. RosA. Questione m ri~ionale o ijUestione ~enerale ? (Continuazione Vedi n. 11) 'JjY Dalle considerazioni precedentemente svolte emanano i seguenti corollari: 1.0 I capitali assorbiti da una ·delle varie forme d'impiego, vengono sottratte alle altre forme. Non può servire per il consumo necessario, o per stimolare la produzione del grano, un capitale che è distrutto dal consumo di lusso; o che è destinato alla fabbricazione di un automobile. 2.0 La divisione della s0cietà in ricchissimi e poverissimi stimola lo sperpero della ricchezza sociale col I usso, e toglie il necessario alle moltitudini, spingendo alla degenerazione ricchi e poveri, per ipertrofia i primi, per atrofia gli altri. 3.0 La mancanza di capitali, causa delle sofferenze della nazione e delle regioni meridionali in ispecie, è dovuta: allo sperpero dei consumi di lusso, al consumo improduttivo di estese classi. parassitarie (per volontà cortigi~ni, burocratici, militaristi ecc. per costrizione operai disoccupati); alla dispersione degli armamenti con relativa politica coloniale mai sazia di sangue e sudore proletario; alla febbre delle costruzioni ferroviarie ed · alla affrettata trasformazione del mestiere e della manifattura, inghiottiti dai colossi meccanici della grande industria. Mentre i primi fattori hanno distrutto ingenti tesori di ricchezza, gli ultimi due hanno immobilizzato vaste risorse, senza accrescere sensibilmente la potenzialità della produzione, provvedendo invece di reclute sempre più numerose l'esercito dei disoccupati. 4.0 Il capitalismo incoràggia la dispersione della ricchezza, che fa concorrenza a, la ricchezza, sdegna gl'impieghi che acuiscono la produzione,
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