Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 12 - 30 giiugno 1903

' 310 RIVISTA POf>OLARK DI POLITICA, LETTERE 4 SCIENZE SOCIALI " C'è in tutto il mondo civile, scrive il Moneta,· un movimento che porta alla pace; questo movimento c'era gjà · in Francia qualche anno prima del 1870 e faceva ogni giorno proseliti fra gli operai e la democrazia. Ma là c'era anche il partito della vecchia révanche, il quale, dopo Sadowa, sentendosi quasi umiliato che l'esercito ' prussiano avesse vinto una grande battaglia senza il permesso della Francia, credeva il momento arrivato di conquistare le sue terre irredente sulla sinistra del Reno, riparando i danni del 1814 e del 1815. " Come gli irredenti, essi credevano il proprio esercito invincibile. Venne la guerra, e, in luogo di nuovi acquisti, la Francia perdette due grandi provincie; invece della entrata dei soldati francesi in Berlino, vide l'entrata dei prussiani in Parigi. " Questo ricordo non è del tutto estraneo al mio assunto. C'era in Germania dal 1814 in poi un partito n~zionalista, che· aveva messo nel suo programma, la rivendicazione dell'Alsazia e della Lorena, antiche terre tedesche, ma non è probabile che la Germania avesse fatto alla Franc~a una guerra apposta per averle; fu la Francia stessa che le porse l'ambita occasione. " Or bene, ci sono anche in Germania dei patriotti che agognano a Trieste. " Badino gl' irredentisti a n,on offrire a quei pangermanisti e al loro governo l'occasione di mandare ad effetto quelle loro megalomane aspirazioni. " Poichè nessuno più crede ai miracoli, se venisse una guerra tra l'Italia e l'Austria,. o l'Austria vince e riprende il quadrilatero, o soccombe e all'indomani i tedeschi sarebbero a Trieste. " Io so che queste verità' molti le pens'ano, ma pochi hanno il coraggio di dirle. " Io mi crederei il più vile degli uomini se, credendole utili alla patria, le tacessi. '' Io so che nei giorni più dolorosi della quistione di Tunisi, fui solo coi miei compagni del Secolo e con Napoleone Colajanni a tener testa all'orgia d' improperi, di insulti e di provocaziolii che si lanciavano ogni giorno contro la Francia; soli eravamo a resistere alla corrente belligera, che aveva travolto perfino quei due elettissimi e magnanimi campioni di libertà che furono Alberto Mario e Felice Cavallotti. " Oggi, i pochi che rimasero amici della Francia, nei giorni della tempesta, son diventati milioni; la loro voce . di fratelli a fratelli è diventata la voce di tutto il popolo italiano, a cui risponde con commovente unanimità il popolo francese. " Dov'è oggi la gallofobia? Invano se ne cercherebbe traccia in qualche angolo nascosto del nostro paese; la si direbbe morta per sempre, se non ci fossero animali, i quali, dopo essere rimasti come morti una lunga stagione rivivono di nuovo. , " Stiamo in guardia. " Dell' irredentismo io non chiedo, nè desidero la morte. Che viva e si converta ricordandosi, che, oltre la sua, ci sono nel mondo altre qaestioni forse più vitali; viva, ma si purifichi al fuoco di un patriottismo . elevato, che guarda d' intorno e da lontano e a tutto ciò che vive e si muove, liberandosi di tutto ciò che è vanità e sciovinismo e rinunciando a quei modi di azione che erano proprii della gallofobia, e che, già per sua natura odiosa, la resero tanto funesta alla patria. ,, (1) (1) All'ultima _ora, mentre andiamo in macchina, ci perviene un articolo del D.r Iacopo Tivaroni sull'Irredentismo, che, pur essendo in parte dissenziente dalle nostre idee, pubblicheremo nel numero prossimo della Rioista. N, d. R. / Per la libe••tà intellettuale... in Italia. _ Non credevamo davvero che dopo aver dovuto stigmatizzare l' intolleranza politica e scientifica di una universiti ungherese avremmo dovuto, dopo pochi giorni, deplorare l'intolleranza religiosa in una delle principali università d'Italia: in quella di Torino. Eppure un vigoroso articolo di Guglielmo Ferrero - Per la libertà intellettiiale - pubblicato nel Secolo del 23-24. Giugno, ci costringe a constatare questa vergogna: è. stata negata la libera docenza in :filosofi.a morale a -Zino Zini perchè un suo libro sul Pentimento e la morale cattolica è stato messo all'Indice dal Tribunale della ~aera Inquisizione. • Prima di dire la nostra parola su questa detestabile manifestazione settaria e clericale, ricordiamo che nella stessa Università di Torino altra volta si fece una ·ostinata opposizione a chiamare Achille Loria - uno dei più illustri e geniali scrittori italiani - a succedere al Cognetti de Martiis nella cattedra cli Economia politica, perchè il Loria era un •.. ebreo! Questo precedente, ch'è sfuggito al Ferret"O, prova che il clericalismo e l' intolleranza reHgiosa non sono annidati nella sola facoltà di l~ttere e :filosofia; ma che serpeggiano pure in quella giuridica: cosa assai grave. Ora, noi che non siamo mangiapreti professionali, e che ab biamo severamente stigmatizzata la persecuzione della repubblica francese contro i clericali, che potrà riuscire pericolosa alla stessa repubblica, protestiamo con tutta la forza dell'anima nostra contro questi ac:- cenni d'intolleranza scientifico-religiosa che ci farebbe tornare indietro, se si generalizzasse, ad un secolo fa. Avvertiamo altresì che l' intolleranza clericale e la minaccia di vedere afferrate le redini dello Stato dai partigiani del Sillabo ha prodotto la controreazione giacobina in Francia e potrebbe produrla in Italia. Noi, col Fe1~rero, ci auguriamo, perciò: che il Ministro della Pubblica Istruzione a garanzia della libertà intellettuale e della esistenza e della azione di tutte le condizioni del progresso, vorrà preoccuparsi del ftnomeno della Università di Torino, che qualche volta, ci si assicura, ha cercato pure di far capolino in quella di Roma. Intanto potrebbe cominciare col dare una meritata lezione alla facoltà cli lettere e filosofia accordando la libera docenza allo Zini, ch'è un valoroso scrittore. Quanti amano l'autonomia universitaria accoglierebbero il provvedimento a malincuore; ma finirebbero col riconoscere che certe situazioni eccezionali richiedono rimedi non ordinari. Per la difesa della lingua italiana a Malta. - Altra volta ci siamo intrattenuti sulla prepotenza inglese che si sbizzarriva a Malta contro la lingua italiana. Pareva che Chamberlain, per far cosa gradita al nostro paese, volesse mutare indirizzo; ma la sua violenza imperialista contrariata in Inghilterra ha voluto sfogarsi contro i Maltesi a confermare che egli è e ri. mane quello ch'è stato: un piccolo autocrate germogliato in terra di libertà. Il Ministro delle colonie, togliendo a pretesto l'opposizione che i membri elettivi del Consiglio di governo facevano precisamente per protestare contro le precedenti disposizioni che miravano a sopprimere la lingua italiana, h~ fatto un colpo di Stato sopprimendo la costituzione del 1887, restituendo di fatti la somma delle cose nelle mani del solo Governatore. Quando avvenne il primo attentato contro la lingua nostra, ch'è quella dei Maltesi, nella Camera italiana •

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