Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 12 - 30 giiugno 1903

.. .. . . RIVISTA POPOLAR.B DI POLITICA, L.BITER.B • SCillNZE SOCIAU 321 A me piace conchiudere questo cenno riproducendo ciò che Bolton King dice sulle'dottrine eco-. nomiche di Mazzini, dopo aver :manifestata la pro- . pria meraviglia pel fatto che ci siano degli italiani. - volevo CÌire dei socLtlisti ! • - che dubitano sull'interessamento del grande Genovese per la causa del proletariato. « La fede di Mazzini nella repubblica; dice questo straniero, deriva largamente dalla sua convinzione eh~ essa sia il solo effettivo · strumento per la lesgislazion° sociale. Egli fu molto accusato di trascurare la riforma sociale e di dare la preterenza alla politica, col predicare 'Ciòche Bakouniµe chiama un detestabile patriott'ismo .borghese. L'accusa non fu giusta per verunà epoca della sua vita, meno ancora pel,' gli · ult'ml suol anni. Per lui la quistlone sociale fu li problema più sacro e Il più puro del tempo. Egli fu· uno del primi nellb insistere cha la elevazione delle classi la- ' voratricl era Il più grande fenomeno sociale dell'epoca. La riforma politica, cosl egli chiamava quella del Carbonari e del Cartlstl, ha la sua ragione e 'giustificazione In qua·ntoessa é strumento di riforma sociale. . « Tutta la sua calda, appassionata simpatia andava ai diseredati. La compassione, dice uno che • 10 conosceva, ·compariva nel suo volto e v~- brava nella sua voce quando egli parlava delle masse. e delle loro privazioni, dei loro stenti ..... Egli parlava con indignazione dei lavoratori p'er~ cossi dalla miseria, della loro vita stentata, della vecchiaia loro squallida e senza assistenza. « Il « lavoratore non ha libertà di contratto, egli re- « plicò ad un vecchio economista, egli è uno schiavo; « egli non ha che la scelta tra la fame e la paga, . « per quanto bassa essa sia, che il padrone gli of- « fre. E questa paga è un salario; un -salario spesso « insufficiente per i suoi bisogni quotidiani, quasi « sempre inadeguato al suo lavoro. Le sue mani « possono moltiplicare tre o quattro volte il capi- « tale del suo padrone; ma non moltiplicheranno « mai il proprio salario. Donde la sua impossibi- « lità a risparmiare; donde la irreparabile miseria « nelle crisi commerciali. Ed anche senza crisi la « sua vita è avvelenata da un senso d'incertezza « e di costante terrore; e la vecchiaia - antici- « pata spesso da un grave ed insalubre lavoro - <' lo attende, minacciosa e implacabile. Il ~mo de- « stino è quello delle razze condannate - a vivere « e soffrire, maledire e morire. Una vita di mise- (< seria e la morte nel letto di un ospedale - ecco « ciò che la società nel secolo XIX dà a due terzi « dei suoi membri in quasi tutti i paesi, diciotto « secoli dopo che un Santo, che gli uomini ado- <1 rano come divino, proclamò che tutti sono eguali « fratelli di Dio ». (1) E in ultimo aggiunge : (< I progetti ecònomici di Mazzini furono vaghi, . ma suggestivi; e con quei progetti egli sperava in ultimo distruggere ad un tempo la povertà ed il (i) Bolton King. Op. cit, Chapter XVI. Soçial teo,-ies. capitalismo, senzà nuocere alle individualità e alla libertà, f!:l,cendofermentare la moralità soçiale coll'associazione, il principio dato da Dio » • « Sembra r>.hePgli non abbia chiesto mai ·a sè stesso, qr,1,alesarebbe stato il prodotto ultimo del suo schema di cooperazione; se egli lo avesse fatto, avrebbe visto che quantunque per vie dif-.- ferenti, esso sarebbe in ultimo pervenuto al collettivismo•. La conclusione parrà strana agli ignoranti e ai serpentelli; ma si ricordi che Mazzini come ideale, come meta ultima, desiderava. vedere capitale e . lavoro nelle stesse mani. Dunque~ Lo ZOTICO.' ON. DoTT. NAPOLEONE COLAJANNl IL DI \TORZIO Prezzo : (~ent. 3\) SECONDA EDIZIONE Dirigere nmmissioni e importo alla nostra Amministr • · Onesgti~dizsiulproblemaeridionale · • Siamo lieti nel vedere, che la verità si va facendo strada tra i settentri6nali sulle tristi condizioni del Mezzogiorno e sulla necessità di provvedere urgentemente. · Di questa corrente sana - che si va determinando nel paese o meglio in quella parte lii esso che sinorc:1,meno si è preoccupato di quello che noi andiamo predicand9 da molti anni - oggi ci piace r:ilevare un segno eloquente in un articolo della Stampa (17 Giugno) intitolato: Tragedia italiana. Il giornale di Torino ·a proposito dei casi di· ·Lecce scrive : « Questa concordia, spaventevole per i motivi e per le possibili conseguenze non è 'dovuta al l' agitarsi dei «sovversivi». Sovversivi nel caso di Lecce sono l'insipienza, l'incuria, l'indifferenza dura, che sa persino di crudeltà, che da trent'anni ostinatamente presiedono nei rapporti fra Mezzogiorno e i Governi passati e presenti. <' E' forse aspro questo giudizio 1 Ma no: ecco qua, noi ne facciamo giudice il pubblico. In quali dolorosi passi si trovino le Puglie, a quale lagrimevole condizione siano g'iunte quelle valorosissime popolazioni, già dicemmo su queste colonne. Capitali esauriti, terreni succhiati di humus sino all'ultimo atomo, i prodotti colpiti da una serie di sventure: dalla << mo:-;ca olearia» alla chiusura degli sbocchi commerciali, tutto ha congiurato e congiura, con in,interrotta serie di sventure, a precipitare una regione, bella, sana e ubertosa quanto ogni altra mai, in un baratro clie fa fremere i cuori, di miseria, di ruina, di fame ...

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