RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALJ 229 loro di nuocere allo Stato che li ospitava agivano doverosamente, e noi plaudimmo alla azione energica del ministro Francese quando metteva questi uomini nella condizione di esùlare o di tornare ad assumere il carattere di semplici cittadini. Ma egli ha esorbitato n_ella propria azione e noi _ci sentiamo in dovere di condannarlo. Egli ha chiuso ~cuole, ha chiuso chiese e cappelle ed ha ·proibito prediche. Soffermiamoci appena sul fatto - gravissimo - che non ci sono pronte scuole per sostituire quelle ora chiuse ; bisognerà bene che egli, o chi gli succederà, trovi il modo di provvedere: noi però insist_iamo su l'impedimento della manifestazione della propria opinione. Quei preti, quei frati non insegnavano conformemente ai programmi ministeriali, le loro opinioni non erano repubblicane, le loro prediche non erano favorevoli ~l go\ferno: che importa? Essi avevano - come hanno o dovrebbero avere tutti gli uomini - il diritto di esprimerle, di propagarle, d'insegnarle. Che il loro insegnamento sia combattuto da un'insegnamento migliore; che la educazione che essi impartiscono al popolo sia combattuta da una educaziozione più logica e razionale è giusto : che le loro prediche sieno smentite e confutate da argomenti più evidentemente giusti e veri dei loro è doveroso; ma togliere a costoro, anche se nemici, con la forza, il diritto di esprimere le loro opinioni e la libertà di pro- • pagarle è uno di quei passi falsi che ridondano sempre a danno di chi gli fa; e noi accenniamo francamente ai nostri amici di Francia il pericolo della via sulla quale essi oggi s'incamminano perchè ci sembra fatale. Non bisogna mai dimenticare che ogni attentato alìa . libertà, per qualsiasi scopo, in nome di qualsiasi principio compiuto, finisce sempre per diventare dannoso a chi lo commette, nei suoi effetti immediati e nella sua influenza morale e sociale. 6' NOI: ILSOCIALISMO TALIANO giudicato da un compagno rivoluzionario Gli avvenimenti che incalzando non consentono di occuparsi oggi degli argomenti, che ieri ci eravamo proposti di trattare, e i malanni fisici as- . sai gravi che mi hanno incalzato più degli avvenimenti, m'impedirono sinora di riprendere una 1 polemica cortese cogli amici della Propaganda di Napoli sul Socialismo nel Mezzogiorno. L'attesa, però, non è stata inutile perd1è mi ha consentito di documentare meglio la mia tesi ed anche di allargarla un poco. Credevo, infatti, sino a non molto tempo addie- .. tro, che certe condizioni fossero peculiari del Mezzogiorno e della Sici1ia; ma mi va,do convincendo che il resto d'Italia, se è alquanto diverso non è · molto migliore in quanto alla co.rpposizione e alla funzione del partito socialista. Certe relazioni riboccanti di coraggiosa sincerità, presentate al Congresso d'Imola, e le discussioni dello stesso Congresso, già mi avevano fatto sospettare ciò che più tardi più chiaramente mi s1e affacciato alla mente; e cioè: che nel partito socialista ita1iano non è tutto oro quello che luce. Ma un articolo di Romeo Soldi - un onesto e ricchissimo socialista rivoluzionario - pubblicato nella più autorevole rivista del socialismo tedesco (Die Neue Zeit) mi indurrebbe a credere ..;he i guai 'interni del socialismo italiano sono molto maggiori di quelli che il buon pubblico può immaginare. In tale articolo (Die politische Lage in Italien La posizione politica in Italia. Nei numeri del 13 e 25 aprile). c'è un pò di•tutto: dalla storia delle origini del partito socialista italiano agli sfoghi contro il dazio sul grano, dalle crisi e vicende ministeriali Crispi-Di Rudinì-Pelloux-Saracco-Zanardelli alla crisi dell'Avanti! Il pessimismo dello scrittore non è scarso; e lo riversa su tutte le quistioni che tratta, non attenendosi sempre scrupolosamente alla v~rità, e non ricorrendo alle necessarie distinzioni. Così, con molta leggerezza generalizzando un risultato parziale, _a_fferma che le tariffe doganali del 1887 produssero una grande miseria in Italia, mentre è a tutti noto che i risultati di dette tariffe furono disastrosi per il Mezzogiorno - e con particolarità per le Puglte e per la Sicilia - ma furono causa del rapido incremento della prosperità del Settentrione - specialmente deila Lombardia, del Piemonte e della Liguria. E' evidente del pari nell'articolo l'influenza partigiana, per non dire settaria della frazione - di tendenza diversa non può parlarsi - del socialismo cui appartiene il Soldi ed un poco dei suoi giusti risentimenti personali. Perciò fa la réclame ad Arturo Labriola ed a Ferri per deprimere Turati e Bissolati; a Turati rimprovera di avere accettato la candidatura contro Calcagno ed a Bissolati di avere appoggiata quella di Sacchi contro un socialista. Constata, ed è .vero, l'intesa. tra socialisti nioderati e radicati, che vanno a riunirsi a Congresso con un programma vago e indeter~ minato; crede che i reazionari non possano efficacemente combattere il ministero attuale perchè questo è protezionista e militarista, e ritiene, parlamentarmente, impotenti i repubblicani e i socialisti rivoluzionari perchè essi non si possono volgere contro i compagni che seguono il. ministero. Avrei da fare le mie riserve su quest'ultima constatazione,che può rispondere alla realtà,ma che non mi sembra bene motivata. Preferisco, però, venire alla parte che fermò la mia attenzione: al giudizio sul socialismo italiano. Anzitutto egli riconosce, con tanti altri, che la rapida efflorescenza del partito socialista italiano ha avuto due fattori, che non depongono in favore della sua forza intrinseca: 1 ° li;tgrande miseria dei lavoratori; 2° il grande numero di professionisti - avvocati, ingegneri, medici, farmacisti - senza occupazione, che rappresentano gl'intellettuali del partito e che nel partito stanno, promovendone l'incremento e ·1e manifestazioni, sospintivi:dall'aspra lotta, che· devono combattere ....;fper .... vivere. /
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