242 RIVISTA POPOL4.RE DI POLITICA, LEITERE E SéIENZE SOCJALJ trattava del processo intentato all'Amalgamated Society of Railway Servant dalla Compagnia del • Taff-Vale, cioè del famoso processo motivato su di una questione nata sulla sentenza dei Law Lords. La questione principale tornava a galla e il Banco del Re confermò puramente e semplice· mente il giudizio del Tribunale di prima istanza in questo senso, cioè, che accordò il procedimento richiesto contro. Bell, Holmes e il Sinda~ato per interdire gli atti del PicketiQ.g. Di più, qu-esta sentenza del Banco del Re affrontò la questione dei danni e interessi, e decise in linea cli principio . che vi era ragione di assegnarli alla Compagnia del Taff-Vale - essa reclamava 26.000 sterline - riservando per un'ulter'iore udienza la fissazione della quota (1).· I due giudizi del Banco del Re che noi abbiamo éitati sono un po' contraddittori, e ciò è assai notevole perchè i_ due processi avevano dei punti di somiglianza essen,lo stati motivati tutti e due da un pregi.udizio sofferto dai padroni in seguito alla ce~sazione del lavoro per la brusca rottura de contratti e l'intervento dei Sindacati. Vi è però una differenza. Nel caso dei minatori, il Consiglio esecutivo della Federazione l'aveva consigliato - e nel caso del Taff-Vale, il Consiglio esecutivo del Sindacato degl'impiegati delle strade r'errate aveva dato il suo appoggio agli impiegati dopo che essi avevano deciso motu-:proprio la rottura dei loro contratti. Si vede che la giurisprudenza è molto variabile sulle responsabilità dei Sindacati. Q.uesto, del resto, non è un esempio· isolato, e si trovano delle divergenze costanti per tutte le liti concernenti i Sindacati operai, per la mancanza di precisione nei testi, e anche perchè i magistrati non sono costretti a giudicare secondo una lettera del Re, ma per equità, ed essi guardano non all'insieme della questione, ma ad alcuni punti speciali. (Continua) Ing. MAURICE ALFASSA (i) Le parti si sono intese all'amichevole sulla fine Jel febbrai~ 1\)03. I d1mni sono stati fissati di comune accordo a 23.000 sterh• ne pari a 575.0ll0 franchi. La Co1~pagnia a~eva nel corso del processo aumentata la cifra dei dau01 reclamat1. Due libri di vecchi * w~ Quanti, in Italia, hanno letto uno almeno di quella serie meravigliosa di volumetti, elle, .·otto il titolo comune di Note d'un pessim,tsta, va dalla Praie clu Néant alla Co11iplainte dP. l' Étre, Llalla Décevance du Vrai alla Soif clu Jusle, dalla Obsession du Divin alla Fierté clu Renoncenient e ... Edmond Thiaudière - Lei hciirw da oice (Notes d'un pessimiste). Paris, librairie Fischba~h_er, 1903: p~~- 357. _lire ~,50 .. Antonio Baccaredda - Religwne e Polt,lica (Etiologia dei co- :;tumi). Napoli, libreria Detken e Rocholl, 19u3; p_ag. 795. lire 4. alla recentissima Iiaine du Vice 1 Ingenua domanda, affè mia, ai dì nostri, nei quali la tJOrnografia epilettica e l'ignoranza spaventevole d~. ogni <.:osa, foderate di una grottesca affettazione di scetticismo onni~ciente, si pigliano per sè i tre quarti della prnduzione letteraria più in voga. Nel simbolo e nel paradosso ama oggi ravvoltolarsi il pensiero anemico e rachitico, a quel modo che lo sgorbio va sostituendo l'arte più empre e che alla ricerca amorosa della verità si vien sovrapponendo la caccia frenetica dell'assurdo. Gli atei, in catena spiritica, non isdegnano di assistere con unzione di catecumeni alle parabole metacosmiche delle arance lli Anna Rothe o della Palladino: al posto di Holbach o di Feuerbach, un po' di Sjenkiewkz o di Maeterlirtk e .magari di Fogazzaro o di Bonomelli non istà poi tanto male, anzi è di ùuon genere. Ahimè! il guaio è che, poco o tanto, mistici siamo ancor tutti pur troppo, com'ebbe a dire lo stesso Nordau; onde non è da far meraviglia se di un mistico, più ancora che di un pessimista, ~i dimostri l'opera qua ·i tutta di Edmond Thiaudière. :Ma qual misticismo, però, e qual pessimismo! Nè Voltaire, da cui ha l'onore di disc~ndere per madre, nè Labruyère, nè Pascal, nè Larochefoucauld, nè il no ·tro grandissimo Leopardi, per non dire dei Vau venargue::; e degli altri minori, hanno raggiunto mai le altezze e le profondità ciel pari vertigino ·e dove si aderge o s'inabissa <.:onl'ala fine. e possente del suo pensiero questo· raro filosol'o, sprezzatore sovrano d'ogni volgarità .e d'ogni richiamo. Il sentimento e il sarcasmo, la terribilità e la llolcezza, la r.1ssegnazione e la ribellione, il pathos e 1 humour si alternano, in que -te pagine senza pari, con una ~orta di crescencto che non istanca mai perd1è non tra::;moda mai, neppur quando ne venga ad essere urtato un no ·tro convincimento il più intimo: ben rare le volr,e, elle, fra tante sirti poggiando, quell'ala poderosa lasci cadere una nube di tenuissime piume rivelatrici dell'artificio. Ebbene, questo pen~atore ammirabile, questo filosofo nel più antico e nobile sen ·o della parola, che a sessantasei anni può scrivere senza vanità (lui, il più modesto degli uomini): « Si ton éclat de rire ou ton cri de douleur doit ressembler à celui de tous les autre$, tais-toi! », questo scrit· tore dall'anima pura come il suo stile, dal cuore immenso come il suo. ingegno, è pressorhè ignorato nella stessa sua patria. Soli Auguste Dietrich, Uenri Chantavoine e pochissimi altri ne ·qris~er,) in Francia non indegnamente, e solo la Soif ctu Juste fu nel 1897 cou:;•onnée dall'Accademia fran · cese. Oh gran bontà cli parrucconi moderni! . Più rude battaglia, e cliYersa, è quella combattuta con foga. giovanile cta un uomo di settantott'anni, da un sardo, dal Baccaredda. Lo spirito audace Ji Ausonio Franchi, non de- ./
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==