206 RIVIS1'A POPOL.iRE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE sociALJ seppe Ferrari. attraverso a Macchiavelli, a Guicciardini a Botero, a Ginnnotti, a Bodin, ad Hobbes, ecc. Poco ~i occupò del le quistioni economiche e sempre di sruggita; perciò c'è voluta tutta la ~al ignità dei socialisti per contrapporre su 4.uesto riguardo il nome di Bovio ai repubblicani, calunniati come dispregiatori del problema della vita materiale. Fu socialista nel senso in cui potè esse,·lo :\1azzini. Detto ciò sul politico a completare il quadro si può aggiungere elle egli n0n fu mai un politicante, e non prese mai parte a discussioni ed a cospirazioni di corridoio. Diceva aperto nell'Aula di Montecitorio ciò che a quattrocchi esponeva ~~i più intimi. (1) Non preoccupato di alcun fine personale, pur desiderando di e~s,~re eletto, mai scrisse o fece cosa alcuna eh~ si rassomiglia-;se a quello che dai migliori si praticano per riuscire; e il conte~·no tenuto nel Collegio ripeteva nel la Camera dove portò la sua parola onesta e illuminata su tutte le grandi q uistioni _che agitarono il parlamento e il paese senza. badare all'accoglienza che avrebbe avuta. Parlava per compiere un dovere, e all'in- <lomnni di una vittoria o di una sconfitta egli se aveva fatto il proprio dovere' era ugua 1mente sereno. La- sua serenità e la sua equanimità lo design;_trono a far parte rl.el e ornitato rlei 'sette sorto in seguito alla mia denunzia ùegl'i mbrogl i e dei reati del la Banca Romana (20 Decembre 1892). E chiudo con 'due episodi elettorali. Nel 1870, se non erro, un gruppo di giovani studenti lo portò candidato in un collegio della · provincia di Salerno. Contl'o di lui <rii avversari o n u I la o:;iarono seri vere e dil'e; s,>lo un giornal<•tto locale lo accusò di -non essere un uomo vratico. E non lo eea; tanto che morì poverissimo. Trionfò l'uomo pratico~ Ji cui uopo qualche tempo si occuparono i tribunali! Nella Camera rappresentò sempre il collegio di Minervino Murge, che gli rimase fedele anche contro un candidato locale rispettabile e ricchissimo. Ma Bovio avrebbe gradito assai l'elezione nella città natia, Trani, elle fa parte del Collegio di Corato. Quando fu posta la sua candidatura rimase soccombente; più tardi fu portato come candidato al Consiglio provinchle, e Trani antepose al grande suo concittadino due Carneadi. Ed ora Trani ' suscitando l'indignazione di molti pugliesi, recla- (1) Fra i discorsi pronunziati nella Camera mi pare anche cggi degno di menzione ciò che disse sul giuramento politico. Ne giudichino i lettori da questo brano. · « Signori, nell'età dei giuramenti e delle forme sacramentali Je_ leggi traggono forza dalla religione; ma quando i giuramenti veng·ono a trarre forza daUe leggi, il popolo é fatto indifferente, il Parlament0 é scettico, il Governo é ateo. Giurate e ,guardatevi in viso·, come gli auguri del tempo di Cicerone ... Le ore delle istituzioni non si sono mai contate sui giuramenti anche quando i giuramenti vn,levano. Noi diciamo: sino a quando saremo minoranza, discuteremo ed obbediremo; se diverremo maggioranza, discuteremo e ci faremo obbedire. E diverremo; e non vi imporremo il giuramento ed avremo piu fede nelle istituzioni utili che nelle forme di venute convenzionali. ,. ma la salma di Bo•,io morto, che non seppe onorare e rispettare vivo .... Mi sento assolutamente disadatto a parlare del letterato· e dell' artista che si trovava poderosissimo non soltanto negli scritti letterari. nella risposta ai suoi Critici o nella produzione drarn matica come net Cr·isto alla festa rli Puri?n, nd S. Paolo, nel Millennio, ·nel LeDirtlano e sopratntto net Socrate; ma anche, e forse di più, in tutte le manirestazioni del suo pensiero che non avevano alcuna pretesa artistica o letteraria. Della sua Trilogia e del Socrate, del resto, la Rivista si occupò a suo tempo con articoli speciali. L'arte si sentiva in tutti i suoi discorsi, dovun1iue pronunziati e su qualunque argomento; e di di.::corsi celebri egli ne pronunziò in ogni angolo d'Italia - da quello cli Messina su CampaneUa a quello di Torino sul Naturalisnio, sù Fratti a Forli, sopra Cavallotti e sui tanti nei qual i rièvocò la figura di Mazzini. Parecchi ne cons:1<.:ròa Dante; e Da·nte net Millennio venne da lui dramm:1tizzato magi~tralmente, senza snaturarlo<:: deformarlo grottescamente come ha fatto il Sar,lou. Si deve alla sua insistenza se in Roma v1•nne i~tituita la Cattenra Dantesca. Fu chiamato ad occuparla; ma rifiutossi. E tra i suoi discorsi, oltre quello su Mazzin i del 1872, più volte citato, mi piace ricordare, perchè non pubbljcato, uno sul 9 Febbraio 1849 pronunziato nella sala dei Diritti dell'Uomo di Roma net 1882 e elle entusiasmò sino al fanatismo tutti i presenti tra i qual i si trova vano Mario, Bertani, Castellani. I.,;ernmi, Fortis, Luigi Ferrari ecc. Era sem pi icemente affascinante nella conversazione sia elle parlasse degli scritto:·i politici, sia che intrnttenesse del Berni, ùell' Ariosto o di qualche minore poeta. Ed in queste conversazioni si rivela va la sua fenomenale memoria, la sua cono-,cenza straordinaria degli scrittori greci, latini e italiani. Bovio che parlava alla Ca.mera, all'Università o in un Corni~io per quanto grande ed elo4.uente, per me, era sempre inferiore al Bovio della <~onversazione intima. Nè potrò mai dimenticare la impressi0ne affascinante che ricevetti quando dalla sua bocca, ridotto a mal partito dalla seconda operazione, sprofondato nel suo letto di dolore, appresi qual'era il significato del suo Socrate ancora inedito con linguaggio tanto vivo e smagliante, che in me si produsse la illusione di assistere alla scena che svolgevasi in Atene. E l'ambiente materiale egli descriveva come se fosse un contemporaneo di Socrate. Bovio ru anche poeta non volgare e conoscitore profondo della musica e critico musicale. Ed anche in ciò rassomiglia.vasi a Mazzini. (1) E sull'artista e sul letterato, dichiarando l'incompetenza mia, credo opportuno conchiudere colle (1) Di Boviu poeta ed epi(JJ'ajìsta, nel prossimo numero si occuperà il nostro Ugo della Seta,
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