Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 6 - 31 marzo 1903

' • • • t 166 RJVIST4. PUPl)LARE DI POLI,TIOA, LETTERE E sèIENZE SOCI~LJ • particolarme1ite adatto al genere di bvoro ch'io soo·no e vagheggi~, ~ ne ùà. in questo suo· clenso volume ~el · qua_le la personalità sua s'accompagna a quella dcÌl'Arabia, non solo nou eclissandola od assorbendola ma illuminandola ~d eccentuandola con la propria 'presenza, un sagg10 eccellente. ,, Duecento pagine, clelle ottocento, sono dunque biografi.che, e scritte dal Villari: e in esse com'eo·li dice giustamei,.te nella dedicatoria a France;co Cim~ino il ?,·iurist~, il filo_sofo, il prosatore, il .poeta, il cittadi~o, · 11 magistrato, 11 senatore, l'accademico, tutta la complessa personalità dell'Arabia che si fondeva in una semplicità squisita; in un'arguzia bonaria in una spigliatezza liberissima e spoglia d'ogni lustra e d'oo-ni • posa, rivivono_ realmente. in rrtodo, da dar l'illusiine non solo a chi lo conobbe, come a ragione il Villari spera,• ma pure a noi, che non ebbimo questa ventura di vedercelo camminare d'accanto .., ' Il, rest~ del libro è u_n'ant~logia di versi e 9-i prose dell Arabia: una vera rivelazione per me, che, lo confesS<'.>n, on avevo finoi:a in mente di quest'uomo insigne se non poco più che il nome: versi pieni di gusto e di vibrazione, di sentimento e di pensiero· prose che trasc~rrono. an~~atrici' e suscitatrici per tutti i più vari · campi della cnt1ca e della, storia, della filosofia e della .lettera~ura, e da cui anche oggi si• possol\o trarre tesori d'idee e fermenti di meditazioni. *** Don Jos·é Ortega Munilla, il successore del Campoamor nell'ambito seggio dell'Accademia, spagnuola, è uno degli scrittori più in vista nel suo luminoso e colorito _paese: pure, egli non è un pittore della parola, un vis:ua~e: ?ome si direbbe oggi, un descrittore degli aspetti f1s1c1 delle cose e delle perS'one; piuttosto, è un indagatore di cuori e di anime, un delicato anatomista di sentimenti e d'i~ee, un impressionista dello spettacolo morale della vita: ma non della vita•· astratta, si intende: ma bensì della vita intima dei suoi conterranei, della complessa e caratteristica ed una, pur nella sua _gra:ndissimà v_arietà, anima della gente spagnuola. D1 lm esce ora m un nitido volumetto della Poligrafica di Milano, tradotto per la prima volta in buona lingua italiana, l'ultimo romanzo, La Viva e la Morta: la viva è la matrigna, non cattiva, invero, ma fatalmente, organicamente matrigna, cioè d'altro sangue, di altra fibra, d'altri gusti, d'altri sentimenti, d'altri ricordi; e la morta, si capisce, è la madre, la vera madre, lo spirito invisibile ed impalpabile, ma sempre vivo, sempre presente, sempre attivo nella famiglia scompigliata e distrutta senza rimedio, anzi nelle due famiglie eterogenee, falsamente, incompatibilmente mescolate ma non unificate insieme. La versione, buona, come ho d~tto, è cli Ginevra Srer:1z, ed attua il raro pro1igio d1 essere veramente italiana, senza snaturare l'origi- :1~1~, senza sci?-pare lo stile, personale e nazionale msieme, del primo autore, senza fargli perdere il pit\ prezioso elemento di fascino per il lettoi:e di gusto fine, che sta nel lieve profumo esotico, nel sentir~ nel libro l'alito d'una sorella, ma di una sorella che vive • di là dal mare, e di cui non possiamo baciare la dolce. e cara bocca, che a lunghi intervalli. *** Due poeti: uno è GiuseppeSoavi; che si presenta al pubblico con uno dei bei volumetti oblunghi dello Streglio, dal titolo classico di Prométeo nuovo; l'altro è EnricoGerelli, il suo libro ha il nome funesto e rivoluzionario di Fame, ed esce a Parma c:lalla tipografia Zerbini. In fatto di versi, io ritengo (l'amico lettore lo sa bene oramai) che la miglior recensione sia il verso stesso, scelto senzamalignitànè condiscendenza, ma come esemplare più tipico che si possa, ed offerto tal quale, senza commenti, al giudizio diretto del pubblico. Ecco dunque un campione della poesia del Gerelli: " .. •·. Penso alle plebi umane, tra le nere ombre de la miseria, tra le vòlte cupe, intronate da le urlate fiere de le motrici; od in stamberghe, accolte di vi.do e di pattume, tristi e folte oscenamente; o giù ne le miniere, senza il sorriso delle primavere, eternamente notte e dì sepolte. O vita tAscinata in questo verno di miseria crudele ! o vita infame nel fango, nel delitto, ne l'eterno sciagurato azzannarsi per le brame caine, insaziate, de la fame ! tu la vita non sei : tu sei l'inferno ,,. \ Ed_ ecco un saggio della poesia del Soavi: " La bimba che rimase in casa sola, quancio l'altra s?1:ella ~i _fè sposa,_ va per le stanze, povera :figliola, g:~a e_rigira e mai non trova posa. Niun la difende P:u, mun la consola; ella vorroobe piangere e non osa; vien da la scuola e poi ritorna a scuola, e sempre, sempre quella stessa cosa. Condur la madre in chiesa udir le sue pene, povera donna, e con rimpianto lei · confrontare e la maggior so1·ella. Così, fin che a lei piaccia (o ad altri ?), quella gracile bimba sfiorirà nel pianto .... Perchè, un uomo non può sposarne due.? ,, A~, proprio ! Perchè ?!... Anch'io, più volte, rµi son sentito mosso da ugual sentimento pietoso ... f . Del resto, a parte lo scherzo, c'è molta mestizia anche qui dentro, ed è qui, come là, nell'altro sonetto, la fame, la fame non di questo o quel viscere, ma di tutto l'essere umano, che sbad_iglia, si stira, geme, latra e vrot~sta. ~ non sarò io, certo, che mi stupirò o che gndero al disastro, se un giorno o l'altro comincerà a mordere ed a saziarsi. *** Robertde la Siseranne raccogli.e in un volume, Le miroir de la vie, parecchi dei suoi mirabili saggi sulla evoluzione del gusto e dell'arte, dei quali più d'uno avevamo già letti e intensamente goduti scorrendo l'una o ,l'altra delle migliori riviste francesi. In uno, sull'estetica della guerra, è dimostrata storicamente l'influenza del mutato sentimento dei combattenti, oltre che delle micidiali trasformazioni nelle armi d'offesa e di difesa e nella tecnica della strategia, sui dati di fatto, visibili e udibili, che la. lotta fra popoli e popoli, o anche fra idee ed idee, sentimenti e sentimenti, interessi e interessi tra le fazioni di un popolo solo, offre all'analisi ed alla sintesi artistica; in un altro saggio, sull'evoluzione della caricatura, si vede come questa proceda dall'astratta ed impersonale rappresentazione comica, accentuata ed esagerata, delle imperfezioni fisiche umane, a quella grafi.ca, visibile, emblematica, e perciò più concreta e diretta, acfo e mordace, delle brutture morali di qualche individuo, specie di capro espiatorio che meglio incarni tutte le colpe e tutte le vergogne d'una nazione, d'un ceto o d'una setta; in un terzo saggio, sono studiati gli ana,cronismi di tutti i tempi, da Memling e Breughul a.d phde e Beraud, n1::lla. fi_. gurazione dei fatti biblici: anacronismi scientifici ma 11011 artistici, formali ma non ideali, appunto in quanto che l'arte, l'arte vera e viva, attinge la sua sostanza alle fonti perenni della natura, nella sua stupenda unità attraverso gli spazi ed i tempi; e prende la veste, la veste sola, che però è l'unica vera e genuina, perchè sincera, ingenua e spontanea, dalle dirette sensazioni del suo sacerdote devoto ... Ma non è mio còm pito riassumere tutto il bel libro: chi ha gusto e passione per queste cose alte e squisite, lo •legga nella smagliante prosa francese: " Messo t'ho innanzi: ormai per te ti ciba,,! *** Una circolare della Presidenza d;ell'ESposizione ..,di v; ne.zia chiarisce il proposito, già accennato nel suo regolamento generale, di porgere al pubblico, per la prima volta in Italia, un saggio di fusione tra l'arte pura e l'arte applicata. f ,La Mostra internazionale che s'aprirà nel prossimo aprile, per durare, sec.ondo il solito, fino a tutto ottobre, com.prenderà infatti una serie di mostre regionali nostrane, ove all' ". itala gente dalle molte vite ,, sia pòrta occasione di manifestare liberamente integrata tutta la caleidoscopica varietà del suo gusto tradizionale, esponendo ciascun paese in un proprio ambiente vivo, signorilmente arredato, impresso del caldo carattere d'abitazione vera, insieme alle statue ed ai quadri, i tessuti e le ceramiche, i vetri e gl'intagli, i metalli ed i cuoi, il legno e la pietra, lavorati e foggiati secondo il peculiar genio locale, moventi dal culto sacro di lor tradizioni gloriose all'affermazione matura e cosciente delle forme nuove dov'ute ai nuovi ideali. Così, come nell'arte antica, s'affermerà pur nell'odierna _quell'armonia dei particolari fra loro e col tutto, della decorazione col luogo cui è destinata, del mezzo col :fine, dell'oggetto con l'uso, e delle opere d'arte pura con quelle d'arte applicata con cui devono pure non solo coesistere, ma, più e meglio, convivere, quell'ar-

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