• J • RIVISTA POPOLARE Di i::oLJTJCA, LE7TERE E SCIENU. soçJALl 165' mondo scola1ttico, ,senza mutare lo sfondo comune del più creti1.o clericalismo e nazionali::;mo ed antisemitismo, larvanti, s'intende, sotto nomi e bancliere cl.'icl&alità, volgari interessi, basse passioni, invidie meschine. E ci si sente, tratto t.rattp, ora in un carattere tipico, ora in uy, scena cl-il.minante, ora in una descrizione geniale, l'unghia del leone: a m,olti di quei. personaggi, specialmente dei secondari, ciascuno di. noi potrebbe dare altrettanti nomi e cognomi italiani: il bel Mauraisin, l'ispettore scolastico opportunista e procacciante., io l'ho conosciuto, in carne ed ossa, anni. or sono, in Piemonte; l'impiegato di prefettura Savin, vile, · meschi'no, indebitato, borioso, rachitico d'animft come di corpo, l'ho incontrato in una piccola e morta cit~à di Toscana, recentemente; mademoiselle Rouzaire; be- t ghina, bugiarda e corrotta, che riceve clal prete i suoi programmi scolastici e dal superiore immediato le gioje segrete del frutto proibito, fu mia vicina di ca:::a in riva al bel J onio azzurro ...; Pelagia, la serva arpi.ai, Sangle beus, il deputato forcajolo, Ferou, il maestro inflessibile, madame Duparque, la tragica supersuocer:1, intransigente, l'avvocato Delbos, il sindaco Darrai:i, fra Pulgenzio, frà, Gorgias, padre Filibin, padre Cr~bot, tutta questa gente buona o cattiva, debole o forte, zotica o intelligente, mi è tutta passata accanto prjma che leggessi questo romanzo, dandomi ora un fremito di simpatia,. ora uri brivido di ripugnanza... . Ma ... diciamolo ora subito a francamente: in questo• romanzo, l'opera d'ç1,rtP-c, he c'è, è· poderosa, giace· schiacciata e sepolta e paralizzata sotto mm vera montagna di lungaggini inutili, di ripetizioni stucchevoli, di coasiderazioni ingombranti., ora da manuale di pedagogia, ora da polemica di giornale, ora da monografia sociologica:· troppo spesso, insomma, il propagandista ha preso la mano al romanziere, e l'autore si è sostituito ai suoi personaggi: i quali perciò, soventissimo, invece di parlare, dicono a memoria la lezioncina, leggono il" còmpito, recitano con assai scarsa verosimiglianza lUla parte. Eppure, come ho detto, l'opera d'arte c'è, e poderosa e se il rispetto alla memoria dello scrittore insigne, e le leggi sulla proprietà letteraria lo consentissero, farebbe opera bella e buona chi sapesse· con intelletto d'amore scavarla fuori, isolarla, epufarla da tutta la scoria, ridurla alla sua vera essenzaa,estetica e morale: anche per la propagap.da anticlericale, antimilitarista, antinazionali.stm, che. si propone, il llibro ci guadagnerebbe il cento per uno.~ ·- E non parlo della versione italiana: in una famiglia di miei amici, dove la si leggeva ìn appendice della Tribuna, avevano ùato ~l]a traduttrice (s'erano messo in mente che fosse una donna) il,nomignolo di" Signora. "Imperocchè la pedantesca congiunzione illativa ricorre infatti in ogni pa.gina dell'edizione_ romana, contrassegnata da una povei·tà, da una scolasticità, da una sciatteria, troppo, assolutamente troppo, inadeguate all'originale francese. • *** Una nuova e iarga Storia dell'Arte ad uso delle scuole ~ed~e e _delle :p~rso_ne col~e, con più di çiuecento nitid1~s11ne 1 1llustraz1on1~ quasi tutte fotografiche, han pubblicata, presso la Casa Editrice Nazionale, Gfulio Natali ed EugenioVitelli: i due bravi collaboratori han voluto evitare che l'opera loro portasse' il marchio antipatico e re pelleute del testo scolastico, il più delle volte nudo ed arido elenco di nomi, di date e di titoli; ed evi-' tare, ad un tempo, il tono fatuo e la doratura borghesemente decorativa del libro quasi di strenna per le famiglie cui piace illudersi d'imparare senza stùdiare; ed hanno quindi cercato di fare degli elementi singoli e individuali della loro storia dell'arte, così verbali co me grafici, nulla più che altrettanti punti di riscontro, alt~·ettanti segni documentarii, per una più larga, sin- ,. tetica, e. quasi direi panoramica veduta del fenomeno artistico, messo nella sua vera luce, segnalato nella sua vera essenza, d'indice sensibile della civiltà generale, della. psicologia collettiva, del popolo da cui emana, del momento storico. in cui fiorisce, del oielo, della terra, del mare, degli esseri vivi ch'esso riflette nelle loro esteriori apparenze o nel loro intimo spirito: così, l'opera del :ijatali e del Vitelli è riuscita animata pure dal soffio della loro personalità, clre si estrinseca nello s~ile, qua e là, se vogliamo, un pochin ricercato e prez10so, ma sempre signorile ed eletto; nei giudizi e nelle dottrine alle quali s'inspJrano, e che non sempre io saprei con<l.ividere, ma che son sempre c@scienti e sin- · -ceri, e meritevoli q nindi d'ogni rispetto e ~'ogni onesta accoglienza; nell'intendimeuto generale, infine, di mettere sempre in relazione la storia artistica con la letteraria, e quindi con la scientifica, la filosofica, la civile, dando rilievo allafraternità, maggiore invero in passato che in oggi., tra letterati, poeti, storici, novellieri, e pittori, scultori, architetti, musicisti. Le nove sezioni del grosso volume, cinquec~nto e più ·grandi pagine in 8°. di fitta composizione, trattano l'arte orientale, la greca, la romanà., la bisantina, la neolatina, la quattrocentesca, la cinqu~centesca, la barocca e la motl.erna: assai scarsamente, invero, quest'ultima, in relazione alle altre; e assai scarsamente in tutte, la parte straniera; e asstti sc~rsamente, pure, anzi ri- , dotta a rarissimi accenni incidentali, ricordata la musièa, la qualè non men delle altre arti è intimamente legata alle lettere, e, per lo meno per mezzo loro, a tutte le altre manifestazioni dell'anima collettiva. Ma queste e qualche altra lieve manchevolezza, potranno assai facilmente esser colmate in una futura seconda edizione: la quale, pel bene della comune· coltura, e come segno d'un \argo e fecondo rifiorimento · d'amore per lq, bellezza e per l'arte nel nostro popold, noi di gran cuore augurif.!,mO abbia a farsi prestissimo. • . *** Io vorrei che si pubblicassero molti libri sul gener. di quello che Luigi Antoni~Villari ha stampato testè a . :Firenze, coi tipi dei successori Le Monnier, é col titolo, un po' lungo ma assai preciso e quasi direi descritti'vo, di 1 tempi, la vita, i costumi, gli amici, le prose • e poesie scelte di Francesco Saverio Arabia, e col sottotitolo, tuttavia niente superfluo, di Studio sulla Napoli· letteraria dal 1820 al 1860: titolo e sottotitolo __promettono infatti, e mantengono, una 'rievocazione completa e multilaterale, non di un solo uomo, di una sola figura, .cli una solù. intelligenza, di un solo carattere, ma di tutto un tempo e di tutto un ambiente, in cui la figura spi.ccn,, si 111Ll0ve,opera, di cui l'intelligenza si nutre, in cui il carattere si svolge e sì rispecchia, su cui l'uomo, che ne emana, reagis.ce a sua volta, contribuendo a modi_ficarlo. E' come· si vede, un' applicazione, tanto più intensa e profonda quanto più mono- • grafica, dei:[concetto a cui s'informa, come poc'anzi dicevo, la vasta tela dell'opera''storico-artistica dei professori Natali e Vitelli: il solo concetto, del resto, da cui nascano libri di qnesto genere, che siano realmente:!vivi e vitali, sostanziosi e fecondi, suscitatori d'interesse e di simpatia. Vorrei, dicevo, che si' stampassero molti libri come quello del Villari, perchè ognuno di.essi sarebbe un'anima umana serbata integra alla storia, alla scienza, all'indagine psicologica; un documento perenne d'una vita \ndividual'e, che, per poco che non sia volgare del tutto, rappresenterebbe sempre un elemento significativo ed integrativo della vita complessa e sintetica del ; · popolo e del paese in cui si svolse; una delle infinite facce, del prisma sociale, che anche da essa ebbe qualche bagliore, qualche riflesso, qualche lampo di uno fra i suoi mHle fugaci e sm:;i,ghanti colori. E vorrei, , quindi, che libri così fossero sempre accompagnati. da ritratti presi in momenti e in c~ndizioni e da punti di vista diversi, nelle varie età, nei vari atteggiamenti, e, potendo, all'insaputa del soggetto; e che vi si vedessero ripfodotti i luoghi che frequentava, le case che abitò, le stanze ove visse, gli oggetti e gli strumenti del suo lavoro quotidiano, e qualche pagina autografa delle sue lettere e qualche cartella dei suoi manoscritti; o, se pittore o scultore o architetto, oltre all'antologia fotografica delle sue opere più perfette o più tipiche, delle pietre miliari della sua carriera di arte, anche qualcuno degli appunti, degli abbozzi, dei tentativi, degli embrioni da· cui poi dovevano ~volgersi le opere più mature e compiute ... salvate dall'an01'ribile Quante preziosissime cose andrebbero così dalla distruzione fatale, dalla morte assoluta, nientamento orribile dello spirito, tanto _più che non quello della compagine corporale! Ebbene, Luigi Antonio Villari, l'autore di quelle immaginarie " Memorie di 01,viero Oliverio ,, che sono, malgrado le bizzarrie, gli squilibri, le scorrettezze so. stanziali e stilistiche del suo napoletano umorismo, uno dei libri più originali_ e più singolari ch'io mai leggessi; ebbene, dicevo, Luigi Antonio Villari è uomo I. • •
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