Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 5 - 15 marzo 1903

' ' • RIVISTA POPOl,ARll DI POLITICA, LETTERE 8 SCIENZE SOCIAU 117 Così la questione Macedone diventa una questione Europea. E così fatalmente, doveva essere, poichè ormai il trattato di Berlino non ha più che un valore relativo. E questo lo capiscono tanto bene i ribelli Macedoni, che malg-rado sieno inferiori cli forza e di numero alle truppe Turche opposte a loro , pur tuttavia si guardano bene di volere e di richiedere l' aiuto diretto dalle Potenze. I capi clel movimento insurrezionale J ankoff, Sarafoff e Mikhailowsky non si fanno illusioni su la sorte che sarebbe riservata al loro paese, e essi chiedessero all'Europa un intervento armato ; e quindi preferiscono lottare da soli; e cercare, da soli, di redimersi dalla oppressione Turca. E fino ad oggi tutto ha proceduto bene, si può dire. Le potenze si sono limitate a consigliare e, qualche po', a volere le riforme ; . la Turchia le ha concesse col fermo proposito di non attuarle, aiutata in questo dalle diverse frazioni della popolazione Macedone. Soltanto mentre in un altro paese, la rivolta sarebbe da lungo tempo o spenta o riuscita vittoriosa; in Macedonia dove le comunicazioni son tutt'altro che facili, e l'accordo poco e malint~so ; piglia un carattere ferocemente resistente e le Potenze tosto e tardi dovranno intervenire. E allora chi può dire dove arriverà o. dove si fermerà l'intervento ? .r oi saremmo lieti di essere cattivi profeti, ma, dall'insieme delle circostanze ci pare che resulti questa verità ; cioè che prima assai di ciò che si pensa l' Europa si troverà impegnata in una guerra l'esito della quale sar~, forse, la liberazione dei Macedoni della oppressione Turca; certamente un nùovo assestamento dei Balcani, del quale, se accorto, profitterà. Ferdinando di Bulgaria, il quale da assai tempo cerca di ampliare i confini del proprio regno. E il Montenegro ? Questo è il piccolo bruscolo che darà da fare, clopo che la situazione sarà. stata sistemata un'altra volta. Certo è che la logica comanderebbe che i Balcani fossero sede cli un solo regno Balcanico, e l'avvenire accomoderà le cose così; ma per ora la. diplomazia Europea cerca, dando un colpo al cerchio ed uno alla botte, contentando un pò la Turchia un pò le popolazioni Balcaniche di menare il can per l'aia, e non s'accorge clie prepara una bella guerra. Ma la soluzione vera, la definitiva, non potrà trovarsi nei Balcani se non colle realizzazione clell'ideu.le preconizzato da Giuseppe Mazzini cinquant'anni or sono e da noi più volte ricordato: colla federazione dei vari elementi etnici che si sono sottratti o si sottrarranno al Dominio _del grande scellerato. ~ J...,'antimilitarismo in Ungheria. - Mentre la quistione militarista s'agita in tutti i paesi; ed in tatti più o meno aspra è la lotta contro il mostro divoratore della ricchezza nazionale; mentre i socialisti in Francia, in Germania ed in Italia assumono un contegno di battaglia, e cercano quanto più possono di indebolire l'organismo inutile e dannoso ad un tempo e:per il quale scopo, necessità e ragion d'essere è la guerra ; in Ungheria la questione diventa acuta ed i socialisti agiscono con una energia, ignota :fin'ora·· nelle altre Nazioni Europee. Delle ultime dimostrazioni avvenute a Buda-Pest, poco dicono i giornali tedeschi, ad eccezione della Zeit, quasi nessuno fa commenti, e si capisce; la disciplina, la compattezza e la energia delle masse socialiste hanno loro rivelata la potenza dell'avversario; s'accorgono che una forza di più. s'è aggiunta alle tante che minano la compagine dell'impero Austriaco e li impensierisce, e pernon confessarlo ne tacciono. Invero il momento che l'Austria traversa è critico: la questione delle lingue, non è risolta, quantunque sembri. per ora, pacificata; la questione dell'autonomht del Trentino è un'altra delle tante cause di discordia in Austria, e la promiscuità e l'avversione l'una per l'altra delle razze che formano e popolano l'Impero Austro-Ungarico è un'altro dei tanti guai che turbano 1 i sonni di Francesco Giuseppe. In Ungheria poi a tutte queste cause si aggiungono l'opera e le aspirazioni di due potenti partiti politici: il socialista da un la,to e il nazionalista dall'altro. Il primo forte di tutte le rivendicazioni economiche che proclama, e della speranza - nutrita dai fatti - di diventare il partito predominante nel paese. Il secondo erede delle aspirazioni a'indipendenza che furono un tempo validamente propugnate dal Kossuth. E questi due partiti lottano fra loro e tutti e due contro l'unità dell'Impero. In modo diverso però. Il partito socialista negativamente affermando che non ci può essere nel popolo desiderio di patria, finchè la patria è la matrigna che non concede il benessere della vita; gli altri combattendo per la separazione dell'esercito Ungherese dall'esercito Austriaco. Ora la questione s'è acuita al massimo grado e ha dato luogo a manifestazioni che si ripetono periodicamente, ed a tumulti che, qualche volta, hanno epilogo sanguinoso. Così è accaduto, giorni fa, dinanzi al palazzo del Parlamento a Buda-Pest. I Kossutiani - campioni del partito nazionalista - si erano riuniti davanti al palazzo per protestare contro le spese militari, fatte dall'Ungheria in comune con l'Austria, e reclamare in favore d'un esercito nazionale. I socialisti della città a loro volta, si diedero appuntamento dinanzi al palazzo ed intervennero al Comizio in numero di quindicimila. Le associazioni operaie erano intervenute in massa e da parte loro era unanime l' affermazione: Il popolo non può avere ]patria se non ha bendsere. N aturalmente i Kossutiani s'accorsero che la folla degli intervenuti era ostile ed abbandonarono il campo. La dimostrazione continuò durante tutta la serata e da parte dei partigiani delle due idee ci fu lotta contro la polizia, e ci f--t1ronoferiti dai due lati. è la quistione finì quel giorno. I meeting continuano ed un risveglio fortissimo si nota anche in quei gruppi popolari che fin'ora si mantennero estranei all'agitazione. Certamente l'ora del" Finis Aust•ria ,,~non è ancora suonata e non suonerà finchè vivrà il vecchio Imperatore;dopo lui vedremo parecchie novità e, data la forza e la compattezza del partito socialista, probabilmente novità che anderanno oltre la separazione dell'Ungheria del1'Austria, oltre l'autonomia del Trentino, ed oltre anche il militarismo che nell'Impero è battuto in breccia da quei che lo vogliono, perchè lo vogliono diverso; e dai socialisti che non lo vogliono punto. -¼ Lo Czai:• di Russia e le riforme - Il De Witte continua la sua opera di consigliere liberale dello Czar, e questa volta un rescritto imperiale è venuto a sanzionare uno schema di riforme, che, - se date altrove che in Russia - potrebbero recare qualche beneficio al popolo in favoTe del quale sono state escogitate. Infatti le assemblee comunali " le Zenistwo ,, si erano tutte pronunciate in favore della Costituzione, e della istituzione del~Parlamento.

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