• RIVISTA POPòLA.111! Di POlt11CA, LBTTERll • SCIBNZB SOCIAU 115 simi, t:J;a cui vari di compra e vendita di schiavi, controfirmati, o tiIJJ.brati dagli agenti della' società, che in tali atti percepiva an diritto di registrazione di an tallero. Tali atti pervennero all'on. Chiesi da varie fonti. Tra cui uno per mezzo dell'on. Turati che lo ~bbe da un negoziante di Aden. L'on. Chiesi aveva fatto tradurre e collezionare questi atti dal prof. Guidi dell'Accademia. dei Linçei e dotto orientalista, che li trovò autentj.ci. L'impressione alla Camera fu enorme: tanto che essa contro la proposta di rimandare il seguito delle interpellanze al prossimo lunedì, deliberò di continuare nello svolgimento delle medesime il giorno successivo. E così fece.• La risposta del governo, per bocca dell'on. Morin, ministro interim per gli affari esteri, non neg·ò nè_ affermò i fatti denunciati dall'on. Chiesi: fu dibtoria, in attesa dei rapporti dell'inchiesta già ordinata dall'on. Prinetti al comandante di .M:onale ed al Console al Zanzibar comm. Pestalozzi che allora erano in viaggio. · I rapporti sono arrivati e si assicura siano gravi confermando in gran parte le accuse mosse alla società •sia alla Camera 1che- nei giornali.. Il ministero sta esaminando i rapporti, che verranno stampati e distribuiti alla Camera, ove la quistione. verrà nuovamente dibattuta essendosi dagli on. Chiesi, Curioni, Cottafavi, Santini, Mel ed altri presentate nuove interpellanze sui resultati della inchiesta e sull'accertamento dell~ responsabilità. Questo lo stato di fatto della q uistione - su cui ci ·riserviamo di :i;-itornare prossimamente. ... Per l◄'elice Cavallotti. - Anche quest'anno il triste sano·uinoso anniversario della morte cli Felice Ca- "' vallotti, opportunamente ricordato alla Camera, è stato un o·iorno di lutto per l'Italia democratica. che non o . potrà mai dimenticare l'apostolo armato che non po• sò mai dal combattimento e che la sciò un posto, chi sa per quanto tempo ancora, sempre vuoto. A Roma l'iniziativa della commemorazione fu presa dall'Unione Democratica. Ebbe luogo nello splendido salone dell'Associazione della 8tampa, rigurgitante di pubblico, presente, insieme a moltissimi deputati di vari partiti, il sottosegretario di St~to Taln.mo, adèrente l'on. Zauardelli che si scusò di non potere intervenire per ragioni di salute. Parlarono degnamente di Felice Cavallotti, èon affetto profondo, prima l'on. Sacchi che presiedeva, e quindi il pubblicista Luigi Lodi che fecè una finissima e completa analisi dell'uomo e dell'opera ,sua, più volte interrotto da unanimi applausi. A Milano, siscoprì una lapide a Felice Cavallotti e quindi le associazioni popolari in lunghissimo ' corteo si reciJ,rono al Teatro Lirico ove Carlo Romussi, direttore del Secolo, fece la commemorazione con quel sentimento che mette in special modo quando parla del suo fratello del cuore. Dopo lui parlò, efficacissimo, Innocenzo Uappa, dell'Italia del Popolo . A Napoli parlò agli studenti il prof. Semmola, a To- .rino l'ex deputato Luigi Guelpa, a Parma l'on. Berenini, a Treviglio l'ex deputato Tassi, altri altrove, dovunque in assemblee numerosissime vibranti di entusiasmo. ~ Corruzione parlamentare inglese. -- Nel numero del 30 gennaio il Socialistoide, a proposito dello scandalo della Lonclon and Globe Corporation; consacrò un breve articolo alla Delinquenza nella f am,iglia reale inglese, valendosi di uno stelloncino della Review of revièws. Verso la fine di febbraio il putrido affare venne portato alla Camera dei Comuni dal Deputato Lambert con un emendamento all'indirizzo ìn risposta àl discorso cl.ella Corona. Esprimendo il suo rammarico perchè il gove~·no non si fosse servito della legge sui sindacati per colpire il 'Wright - il direttore della fallita compagnia - e risalendo alla quistione delle responsabilità, Lambert disse: ' " Non voglio credere alle voci' che corrono e secon- " do le quali alcuni alti personn.ggi sarebbero immi- " schiati nell'affare, e an membro del governo sa- " reb be un capo segreto del sindacato; e che perciò " venne sospesa la procèdura. Ma si· sa che vi furono " persone dell'~ristocrazia implicate nella faccenda, " le quali serviva.no come specchietto per le allodole e " per gli ingenui ,,. L' Attorney general Atkinson, sapendo di aver torto im• bestialì nel rispondere. 'Egli dichiarò falsa, la voce che il processo sia stato sospeso per favorire gli alti personaggi e per le altre persone dell' aristocrazia che si 9-iceva fossero implicate. Se, aggiunse, vi foro-- no pe,rsone dell'aristocrazia implicate nell'affare, disgraziatamente ora• esse sono morte, e se un membro del governo era interessato il~ una Società unita al sindacato in q ù.estione, nessuno ha il diritto' di denigrarlo. Entrando poi nel merito della questione, l' Attorney generale soggiunse che se queste cose sono esposte alla condanna morale, non sono però esposte alla legge penale, e che se un processo vi deve e.ssere fatto, esso non può che essere provocato per iniziativa privata. Prese poi la parola il Balfour, che disse: " Le frodi annunziate ora non èredo possano esser '' commesse impunemente in una grande comunità com .. " merciale. Vi deve essere qualche difetto nella legge; " o nel linguaggio della legge. Mi riservo quindi di do- " mandare. una legge per re~1dere tali frodi im possi- " bili ,,. L'impressione' generale' prodotta alla Camera dei Comuni fu ·che il governo avesse voluto fuggire la questione speciale sollevando quella· più. generale del difetto della legge. Si osservò poi che il ministro della giustizia nel fare la sua difesa usò Lllla fraseologia assai strana. Perchè mentre negò che_ s.i fosse arrestato il corso del processo per un riguardo ad alti personaggi, non negò che alti personaggi fosse_ro implicati nello scandalo. La discassione si allargò ad una questione di morale e di politica generale in seguito alla mozione presentata dal deputato Mac eil, perchè la Camera esprimesse con un voto esservi incompatibilit~ fra l'ufficio di ministri della Corona e quello di direttori ,di compagnie private di affari. .M.ac Neil per dimostrare .l'opportunità di stabilire questa incompatibilità osservò che diciotto ministri tengono ventiquattro posti di direttori} e che cli cinquantasei nii11,istridella Corona, trentatrè occupano circa settanta posti i1i intraprese cli affari. Dal canto suo il deputato Lambert l'appoggiò avvertendo: " I liberali .avevano fuso di dimettersi clai posti che occupavano nelle impresè private} quando en• travano a far pa,rte del governo ,,. Il Balfour, a noine del 1 governo, rispose: " Sono perfettamente d'accordo nell'opinione che nessuno, ,il quale sia disposto a dare la migliore della sua opero• ità a,l governo del paese, dovrebbe accettare di far parte di private amministrazioni. Pei-ò, da questo, al
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