400 RTV!STA POPOLARE Dl POUT!CA, LE1i'ERE E SCTENZE SOCIALI vilegio fu attenuato, ma rimase sempre. La Banca Nazionale ne abusò e ne nacquero conflitti col Banco di Napoli, che furono dal Consiglio di Stato risoluti in favore del secondo » (p .. 430). Fu grande la tracotanza della Banca razionale dopo che ottenne il co,·so foi·zoso. Eccone un episodio quale lo narra la Commissione a p. 432. « Ci furono contestazioni tra il governo e la Banca sulla responsabilitù dei biglietti falsi che la Banca voleva addossare al Governo. Ora se il fatto che il governo, il quale invece di creare una propria carta-moneta, aveva dato corso obbligatorio ai biglietti della Banca, tuttavia si prese brighe e anticipò spese per la fabbricazione dei biglietti, può dar luogo a censura, certamente non poteva mai aspettarsi questa censura da parte della Banca Nazionale, che ne fu coadiuvata. » Tutta la Relazione è piena dei favori accordati tlallo Stato alla Banca Nazionale; ma questa rispose sempre colla massima ingratitudine e mise il laccio al collo al governo nel 1866 in occasione della rinnovazione dei Buoni del 1èsoro alla vigilia della guerra. « Della cifra di 250 milioni di Baoni del tesoro autorizzata per legge, ve n'era in circolazione per 195, di cui 80 scadevano fra maggio e giugno; e di questi 80 si calcolava con fondamento, od erasi già garantita, la rinnovazione per 35; e dovevasi quindi pensare soltanto agli altri 45; dei quali oltre 30 milioni appartenevano alla Banca Nazionale, che non era disposta e rinnovarli, ad onta della consaetudine amministrativa della Finanza di accettare a decine di mii ioni i di lei biglietti nelle casse dello Stato, e ad onta del suo costante debito verso lo Stato di tanti milioni in conto corrent~! » << Viceversa il Banco di Napoli ne prometteva la rinnovazione per 15 milioni al 3 °10 ; mentre il direttore della Banca Nazionale esagerava in u11 suo rapporto al Ministro lo svilimento dei Buoni stessi, che, asseriva egli, si ricusavano ad un collocamento del 25 per cento. Ciò eh' era falso. » (p. 413 e 414). In ogni occasione, infine, si decantò in certe ~fere il patriottismo della Banca Nazionale vel mutuo di 250 milioni fatto al governo nel 186G. Ma la Commissione osservò che i ~50 1nilioni dati erano carta senza -va1ore; ed il solo -valore ad essa -venne dal dec1·eto che quella carta dichia1.·a-va incon- -verti bile. • • Il mutuo poi non era affatto necessario; tanto che i 250 milioni versati per buona parte in trapassi di conti, Lia! maggio a quasi tutto ottobre 1866, lo Stato non ebbe a valersi se non finito il 1866, e rimasero come un supero nelle Gas.se dello Stato (Relazione p. 414). L'avere dichiarata inconvertibile la carta senza valore della Banca Nazionale le produsse questo benefico effetto: i suoi titoli nominali cli L. 500 arrivarono al corso di L. 2800; nel 1866 dette un dividendo del 14°1 0 ai suoi azionisti, che arrivò al 26,88 °c 0 nel 1868 I I guadagni colossali degli azionisti furono pagati da tutta la nazione, e gli azionisti, in grandissima maggioranza erano settentrionali, e specialmente liguri e piemontesi. La Banca Nazionale si ridusse cli nuovo a mal partito nel 1888-92 a causa delle rovinose e criminose speculazioni cli altri istituti - quasi tutti settentrionali: Sconto e Sete, Tibe1•1:na,Esquilino, ecc. ecc. - e fu salvata di nuovo nel 1893, facendosi valere i suoi titoli patriottici colla legge del 189:3 che riaccordò di nuovo il privilegio della emissione ad un istituto in istato di fallimento - come fu dimostrato da Colajanni, Sonnino. Salandr-a e Maggiorino Ferraris cturante la discussione del Giu~no e Luglio 1893 - trasformandola in Banea d'Italia. Ed ora alle conclusioni istruttive: 1 ° II Banco Sconto e Sete ed altri tre isti tu t.i - tutti settentrionali - provocarono la proclamazione del Corso foi•zoso nel 1866; 2° Il Corso forzoso, oltre i 35 milioni circa all'anno d'interessi che Io Stato paga pel mutuo Magliani, che doveva abolirlo nel 1881, costò molln centinaia di milioni all'economia nazionale; 3° 11 Corso forzoso assicurò lautissimi guadagni agli azionisti della Banca Nazionale, in grandissima maggioranza settentrionali. Ecco una partitina che nel conto del Dare e dell'Avere trn il Nord e il Sud è stata troppo facilmente obbliata. LA RIVISTA LettearaperatalDotAt.NTONIO peri'ASCEdTiMAarRioapisardi Anch'io ho letto l'Asceta di Mario Rapisardi; e pe1ù son rimasto sorpreso nel seguire passo per passo il vostro cenno che, quando !orla, biasima; quanrlo biasima, loda. A. me pare elle dalle vostre parole, scritte con disinvoltura, non derivi. netta e vrecisa la vostra opinione, e che una frase d'orn contra.dica apertamente a una cli appresso; in altri termini, io non ho v0tuto comprendere se la opera recente di Mario Rapisardi abbia meritato la vostra approvazione o il vostro biasimo. Dal cenno emerge luminosamente elle voi. siete un cultore dell'opera rapisardiana e ne avete indagato l'arte recondita. nel le varie attituclin i e figurazioni, sorprendendola nelle penetrazioni ilella natura, nello scatto del ribelle, nella sign ilìcazione della morale positiva; ma dal medesimo cenno emerge che voi stimate più l'uomo che l'artista, più il pensatore che il poeta. Prima cli fare la mia obiezione principale, mi viace qui manifestarvi intero l'animo mio pel modo da voi tenuto nel parlare dell'ultima opera rapisardiana. Voi sapete che Mario Rapisardi è uno di quegli artisti che non si .piegano alle esigenze di un'arte
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