RIVISTA POPOLA.RE DI POLITICA., LETTERE E SCIENZE SOCIALI 419 1ìnica dalle leggi dello stato si sente che l' A. si rl.istacca con un senso di profonda tristez.za da quei luoghi che non hanno e non avranno più storia. Giustino Fortunato annunzia altre tre monografie - oltre le cinque pubblicate - sulla Valle di Vitalba; e noi auguriamo all'arte finissima sua ed agli studi stori- -ci, che termini presto questo lavoro di cesello e che ci dia quelle Due ltalie, di cui volentieri spesso s'intrattiene cogli amici suoi prediletti, che lo ricambiano di vivissimo affetto. N. C. tgnazioBrunelli: Il problema delle libertà individuali nello Stato moderno. Ferrara. 1902. In questa notevole prolusione 11dun corso libero di òiritto costituzionale il Brunetli, premesso che tale disciplina è una scienza giuridico-politica, afferma che caduti i governi dispotici e riconosciuti i diritti indioiduali nella società moderna il prohlema invertitosi va posto così: quali sono i rimedi da adottarsi dallo Stato moderno per impedire l'abuso dell'esercizio dei diritti individuati senza il pericolo di menomarne il razionale uso? Il corso dedicato alla soluzione di tale problema dovrà riuscire àssai interessante. Per chi temesse uno svolgimento restrittivo delle pubbliche libertà soccorre opportuna la seguente dichiarazione: secondo il Mohl lo Stato è una istituzione permanente; ma le singole e con- -crete sue forme sono mutevoli poiché i vari gradi di sviluppo dei popoli richieggono appunto forme e funzioni diverse. È logico, adunque, conchiudere che le istituzioni su cui si fondano gli Stati non f'ormano una condizione fissa e stabile; e quindi trovano .fondamento gi1tridico anche te attività avverse alle medesime. ,GiulioPuliti: Storia dell'Africa australe. - CavannaVianiYisconti: Storia del Giappone. Milano. Paolo Carrar11. L. 2 ogni volume. La casa editrice del Carrara continua nella pubblica- -zione della Biblioteca storica universale. Altra volta abbiamo fatto menzione della Sto,·ia della Spagna del Savelli; ora siamo lieti di segnalare questi due altri volumi. Il Puliti nella Storia dell'Africa australe comincia dalla scoperta del Capo di Buona Speranza ed arriva al principio dell'ultima guerra scellerata dell'Inghilterra contro i Boeri, ai quali dà piena ragione, li libro che i Vi1rni-Visconli ha consacrato al Giappone non é un vero libro di storia poiché la narrazione delle vicende dell'Impero del Sol Nascente non occupa che 66 pagine sopra 314. Non per quc.sto é meno utile: il lettore vi tro - verà notizie solle tradizioni, sui costumi, sulla letteratura, le arti, le produzioni. Riteniamo opportunissima que- -sta trattazione, ma l'A. con poco sforzo avrebbe potuto renderla più dettagliata e più interessante. Prof. AlessandroGroppali: Lezioni di sociologia. Torino, Bocca. 1902. Escono ora in volume le lezioni pubblicate del Prof. Groppali nella rivista mantovana l'Università Popolare: ·esse costituiscono un corso elementare, ma più che sufficiente per chi voglia acquistare una nozione generale, ma sicura, della nuova scienza. Nella prima lezione s1 tlefinisce la sociologia così in se stessa come rispetto alle altre scienze. Nella seconda si fa un po' di presociologia a 1•roposito dell'origine delle società. La terza è consacrata al dibattito del problema della classificazione sociale dei fenomeni sociali. L'A. segue 4uella dell'Asturaro, che stabilì, come è noto, un triplice ordine di rapporti fra i fenomeni econ0mico, giuridico, politico, mo- .rale, religioso, ·artistico, scienti.fico. In base a tale teoria, nelle cinque lezioni successive si indagano l'origine e l'evoluzione sociale di questi fenomeni, si espongono e dibattono, a proposito delle questioni più importanti, le teorie più notevoli. L'argomento dell'ultima lezione è la prevedibilità dei fenomeni sociali, e vi si svolge a mpiamenle la questione della possibilità di determinare leggi, in materia di sociologia. CesareLombroso: Nuovi studii sul Genio. Voi. II. Origine e natum dei Genii. Remo Sandron, editore. Palermo 1902. - L. 3. In questo secondo volume di Nuovi studi sul Genio, edito con rara eleganza dal Sandron, il Lombroso vuole portare altro materiale per l'edifizio da lui éretto della teoria psichiatrica del genio. L'A. incomincia col riconoscere solamente· ,in ,G. Sergi il merito di avergli segnalata una lacuna· della sua teoria, quella cioè di non avere spiegato cor,ne sorgano le varietà di genii, e risponde, confortatq 1dalle. opinioni di Muller, Mare~, Carlyle, che queste ·va.rietà, non cambiano la natura comune de' genii, e che non• v'è differenza sostanziale tra le opera,;1ioni intellettuali degli scienziati e quelle degli artisti, a~ducendo come cause di varietà dei genii l'eredità similare, la dissimilare e l'ambiente. Passa egli quindi a studiare quanta influenza esercitino sul genio l'agiatezza, la miseria, la libertà, il clima, l'amore e la pubertà, nella quale il genio, in istato nascente e più sog, getto agli stati emotivi, ha la maggiore tendenza a fissarsi in una più che in un'altra direzione. Non esclude però, casi in cui l'impressione fecondatrice del genio avviane più tardi della pubertà, per mancanza di circostanze favorevoli e di preparazione dell'individuo. li Lombroso trova analogia tra la precocità dei delinquenti, e quella degli uomini di genio. Quanto poi all'influenza del- 'i ncosciente nell'opera del genio, ammette che l'incoscienza si trovi anche negli uomini volgari, come ne' genii; ma é la sproporzione degli effetti utili che varia; poiché, egli dice, il genio « dispone di gruppi cellulari corticali assai più attivi e numerosi che negli altri uomini», ciò che, io credo, va a favore della tesi evolutiva, non della degenerativa. Così pure, quando egli viene ad identificare la natura del genio con quella dell'idea fissa, ammette che, perché la forma epilettoide dell'idea fissa si converti in una creazione geniale, occorre non solo la base degenerativa, l'incosciente e le circostanze « ma anche un poderoso cervello, nutrito di ampia e feconda cultura»; ciò che, a mio credere, giova pure alla teoria fisiologica. Tentata quindi una classificazione delle degenerazioni, espone i fenomeni contraddittori nel genio, circa la statura, il peso, 111 capacità cranica, lo sviluppo delle circonvoluzioni, il filoneismo, etc.-ed in un lungo capitolo consacrato all'anatomia patologica del genio, l'A. tenta demolire la teoria di Flechsig, secondo cui la base anatomica del genio sta non nell'anomalia involutiva,ma nel massimo sviluppo dei centri associativi,esponendo molti esempi di anomalie in cervelli e cranii di genii. Poca importanza hanno i tre ultimi capitoli che trattano delle opinioni degli antichi sulla psicosi geniale, e dei genì creati artificialmente dai primitivi. li Lombroso trova occasione in questo volume di osservare melanconicamente che le obbiezioni alla sua teol ria gli vengono maggiormente dagl'Italiani, « per quell'ar.tiitalianismo che ci é tutto speciale». Ma è p1·oprio per l'antiitalianismo da vero? Dr. A. SERGI,
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