RIVISTA. POPOLA.RE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALJ 409 vata centrale, siccome da tempo si va ventilando! Ed a fjuesto proposito san't bene avvertire che ora appunto in Venezia si mimtvcia di ca.ilere nell'estremo opposto cli quello che ru la incuria pa$. sata, dappoichè ogni dì ci viene notizia cli un nuovo campanile da demolire o facc.:iata t!a abbattere per evitare subissi .... che Yolessimo ora noi stessi far eoncorrenza all'azione di strutti va clel tempo, col diroccare di nostra ·scienza a man salva, tutto quello che mostra impronta di vecchiaia 1 A I le tardi ve lagrime dei veneziani, non e::;d uso il 1'...,ra.deletto che non à saputo spenùere a tempo, e quando i peri,:ol i eran gi~t conosciuti, la sua magniloquente parola in pro ciel Campanile, avremo ben presto, adunque, eia aggiungere la loro rassegnata e pigra contemplazione del disfacimento generale .... che rlia agio, all'architetto del ui01·1io . ' d1 approntarsi un nuovo e comodo (or·o r-oinand in casa sua 1 Per conci uclere, noi vorremmo che la responsabilità per il crollo del Campenile rii S. ì\Iarco non andasse ricercata solo nel le persone che tennero la immediata sua manutenzione, ma più fra coloro che ne tennero davvero la sorveglianza suprema o cioè, nelle ri]Jetute commissioni degli indispensabili, le qual i si successero ininterrottamente e, valorosissime nei lirici voli, furono sempre deficienti, anzi disdegno::;e delle verif-iche di stabilità intese secondo scienza e coscienza! Essa responsabilità va ricercata in ratti, non nel le per::;one che progettar·ono i lavori che si dicono e ben possono e::;sere causa determinante della rovina, ma in quelle persone che detti lavori approvarono con esami, controlli e visti superiori: ricercata anche fra i capi della Minerva se il monito del Basile venne tenuto in non cale, e non assegnata ora come fra i capri a far pagare il fio cli colpe di tutti; cercata nella noncm·anza che si ha del merito vero per esaltare in vece le aderenze personali; nel conculcamento generalmente in valso della moralità nelle pubbliche gare a fa. vore di candidati in pectore; ricercata in tutto il complesso delle ragioni che fa dell'architettura italiana il monopolio di pochissimi e tiene alzata la più formidabile muraglia contro coloro che vana.mente chiedono di estrinsecare i sentimenti be!li ed i buoni della propria anima generosa; sa-· cnficare la propria vita ai fulgidi id .:iali del l'arte; far fluire liberamente ed al ritmo tranquillo del genio creatore, il sangue purissimo che batte nelle gonfie vene, desioso non d'altro ohe di naturale espansione! lng. FILIPPO LACCETTI. ~ Gli abbonati che invieranno al( Ammin,istrazione della Rivista f'.opolare l'importo dell abbonamento scaduto e lire una e cinquanta 1·icev_erann?.franco di porto, il volume Per l'eco'. nom1a nazionale e pel dazio sul grano, defl'on. Dott. Napoleone Colajanni. L'INDUSTRIDAELCOTONEA GAND L'industria cotoniera belga è quasi tutta conc.:entrata a Cìand; quindi l'evoluzione dell'.industria. c.:otoniera gantese ci dà, per riflesso, la storia dello sviluppo cotoniero di tutto il Belgio. Partendo da questo concetto l'Ufficio del lw;oro del Belgio, che è alla dipendenza (lei Minis/e;·o ltell'inclustria e del lavoro, ha pubblicato or non è molto una completa monografia sull'industria cotoniera a Gand: Les salaires dans l' incluslrie gantoise - I. Jndusti·ie cotonnièr·e. L'indu::;tria del cotone, secondo la ::;uaccennata monografia, per quanto abbia assunto, specialmente in questi ultimi anni, uno sviluppo sorprendente, non è molto antica, giacchè assai floride erano un tempo l'indu::;tria della lana ed altre industrie minori. Ma soppressi per opera rli Carlo V. tutti i privilegi, in forza dei quali tali industrie erano sorte e sviluppate, si verifkò sopratutto a Gan<I una c.:risi assai cl isastrosa per q nelle laboriose popolazioni. « On voyait, ::;crive Billet, paitre des chevaux da.n::; !es rue::; de la ville, qui ressemblait à une grande et bague bourgade, où rien de notable n'était à contempler •· Riusciti vani i numerosi tentativi diretti a. salvare almeno l'industria del lino, il governo d'allora pensò di trapiantare anche nei Paesi Bassi la lavorazione del cotone, elle già in Francia a veva acquistato notevole rinomanza. E tale industria non si diffuse se non al tempo della rivoluzione, cioè al soffio vitale della libertù, giacchè i numerosi vincoli avanzi di vecchie consuetudini l'eudal i e corpora ti ve, ne _incep. pavano ogni movimento. Da reri conquisladm·es, si legge nella. mono· grafia dell'Ufficio del lavoro, i oantesi, fecero dei prodigi, favoriti anche dal blocco continentale che impediva la concorrenza inglese. Liévin Bauvveu fu il vero e grande pioniere del cotonificio oanlese, perchè fu lui che fece venire in Gand dall'Inghilterra numerosi capi fabbrica, necessari per istruire le non pratiche e rozze maestranze. Nel 1802 nelle rabb ciche del Liéoin Baw·ceu, erano impiegati 220 operai, nel 1810 circa· 10,000. Dato l'enorme successo del Liévin Baucveu, sorsero numerosi opifici non solo a Gand ma anche a Tr-onchiennes, Dinaul, Andenai·d, Paris. Per questa rapida diffusione di cotonifici aumentò enormemente la domanda di operai. Però mentre in sul principio, verso il 1810, i consumatori erano ben disposti ad acquistare tessuti di cotone a prezzi elevati; in seguito. cioè allorquando i fabbrici:tnti gettarono con febbrilità ~ui diversi mercati, grandi stohs di merci i consumatori stessi wminciarono, a reagire contro gli alti prezzi provocando così una terribile crisi. Gli industriali credendo che la riduzione cieli~
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