Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 15 - 15 agosto 1902

402 RIVISTA POPOLA.RE DT POLITICA, LE'ITERE E SCIENZE: SOCULI poranea e anche agli emuli dei tempi andati e rli ogni nazione. E pure " l'Asceta ,, scrutato da un sociologoartista, da uno scienziato che abbia il senso dell'arte, come ad esempio, l'Ardigò, il l\forselli, il Colajanni, non dà pel riguardo delle idee scientifiche e sociali quell'impressione quasi negatirn che voi vorreste trovarvi. Qui il Rapisardi non è colui che canta solo gli ideali scientifici e sociali; ma questi ideali mette a contrasto con l'esperienza severa della vita e della sto1·ia, con la propria esperienza e coi prnprii senti menti, facendone scattare concezioni umane e non intellettuali. perciò più vere. più poetiche e più comunicative. Voi vi rammaricate elle Egli non abbia i pensieri, le irruenze, i sentimenti della sua giovinezza. Egli è come lamentarvi [)erchè un pas;;ero solitario non è un usignolo. Lamentatevi non col Rapisardi, ma coll'esperienza della vita, che trasforma, senza alterare la dirittura della coscienza gli atteggiamenti dei nostri pensieri e dei nostri sentimenti. E vi sbagliate affermando che dall'antitesi fra la tristezza e l'idea fervida (non enf'atica, come voi erroneamente e forse senza valutarne il significato preciso, dite) deriva monotonia di pose';di ritmi ccc. Anzi da questa antitesi., chi noi vede? deriva una nervosa, agitata penetrazione della vita, che non può con uguale intensità derivare tla una rettilinea metodica c::mcezione del mondo e delle co ·c. Queste sono le mie idee, elle mi paiono necessarie per togliere dai lettori del vostro ccn no la duplice impressione, non rispondente al vero, che l'opera ultima bronzea di. Mario Rapisardi ,:;ia e non sia una bel la cosa. Ritenetemi vostro tlev.mo SAN'l'E SO'Pl'I LE To:-i AREl,U COOPERAZION& ~i\" (La Cooperation, ronfcrences de propagandP, pa,, Cliarles Gide. Paris. Larose kue SoufHol. 2~. Le Cooperatù;isme pa,· A. D. Bancel, Pa1·is, Lil,rairic C. Reinwald, Rue des Snints Pères, Hi). La Rivista si é occupala parecchie volle, e di recenti' con uno studio del Nalalelli, della cooperazione; ma di questa istituzione non si dirà mai aL,baslanz11 per metlerne in evidenza l'imporlanza e l'avvenire. Con vin lo di ciò, ai due libri sopra indicati del Gidc e del Bancel, più che un semplice cenno di recensione ilo credulo opportuno di consacrare un articolo. li libro del Gide indica già nel suo titolo che non si può ricercarvi la trattazione sistematica dell'importante argomento. È la riunione di una serie di con ferenzc tenute in varie epoche cd in varie occasioni; alcune di esse, come si vedrà appresso, dal brillante ed oneslo conferenziere oggi non sarebbero ripelule perché superflue. li tilolo di tali conferenze, però, basta a fare comp1'endere specialmente a chi conosce la dollrina e l'ardore di apostolo che l'autore mette nell'occuparsi della cooperazione, che i .punti più importanti della quistionc vi sono ampiamente discussi (1). li libro del Bancel, riccamente illustrato, sebbene di minor mole di quello del Gide, intende svolgere l'argomento in modo più completo ed ordinato; e della cooperazione in modo rapido e chiaro, lrac~ia la sloria da Reberto Owen in poi, ricordando che gli uomini di lui.li i colori e di lutti i partiti hanno porlato il loro contributo sia per illustrarla teoricamente, sia pe1· mctlerla i11 pratica. Alle origini il Gide consacl'a una magnHìca conferenza, rhe é l'ultima, mettendo nella dovuta luce le gra'ndi e spesso dimenticale be11P.me1·enzedi Cliarles Fou· rier. Chiudendola si volge a quest'uomo strano ma geniale per dii-gli in tono lirico: « E lu pure, uomo hiza1'l'O « di cui aubiamo testé studiato la dottrina e la vita, se C< tu hai nvvicinato la ve1·ilà più degli allri e se ti è st11- « to dato, malgrado le tue divagazioni, d'i11lravede1·e << l'avvenire delle nostre società, me1·cé un dono di se- « conda vista quRsi sovrannatuÌ'ale, se tu sei stato non « un semplice visionario, ma un ve99ente nel vec·d,io « senso di questa parola, è percliè i I tuo cuore- e,·a rie- « co d'amore per Lulli, per gli uomini e per le cose, pei « poveri e pei ricclti, pci fanciulli e pei fiori. O tu che « sognavi un mondo in cui « tutti fossero felici, anchP « le bestie» ed anche i ricchi! se io a·vessi dovuto sce- « gliere una iscrizione per la tua tomba, vi avrei folto « incidel'c questa promessa del Vangelo: Ti scll'li molto « perdonato perchè hai molto amato/ ... » · Delinizione " ,-;copo della coope1•:nione. - Si sa che le dilìnizioni non sono facili e lasciano malcontenti anche coloro clie le danno; non lo sono p1·incipalmente per la grande mobilità delle forme e degli scopi delle varie istituzioni. Ciò che è in continua evoluzione non può esse1·e racchiuso nella definizione che se ne dà in un dalo momento del tempo e elle mira ad un determinato scopo. Gide, ad esempio, la sua definizione la circoscrive alla cooperazione di consumo perché la crede la forma più importante. Dice clte essa é un'associazione di operai- desiderosi di lavorare in comune alla loro propria emancipazione ed a IJUella dei loro fralelli e sforzandosi di costituirsi il capitale necessario col processo meno oneroso e più speditivo. Non si nasconde lo stesso Gide che la sua definizione è mancltevole, ed essa invero può criticarsi da tutli i punti di vista. Ma si rimane lieti pel fatto che essa esce fuori dall'orbita delle comuni definizioni degli economisti cd assegna all'istituto due scopi eminentemente sociali; uno immediato e presente: l'educa1.ione ope1·aia pe1· mezzo dell'associazione coope1·ativa; l'altro più remoto: l'emancipazione della classe operaia colla t1·asforlllazione del salariato. 1 Per Banccl il coopemtivismo - titolo del suo libro - è qualche cosa di diverso dalla cooperazione. Questa etimologicamente è il metodo, l'azione per cui si opel'a in una ad ali ri. li cooper·ativismo è il sistema di organizzazione economica il cui scopo è la generalizzazioni' della cooperazione. La cooperazione, osserva Bancel, secondo tale definizione sembrerebbe abbracciare tutte le forme dell'allivi- (I) Ecco i litoti delle undici conferenze: La Cooperation e/. le parti O1w1·ieren France - L' Avenir de tct coopércition. - De tci coopfralion et des tr~fol'mations qu'elle est up• pelile ci ,·ectliser d.ans t'Ol'clre é-conomique. - Le Moiweinent coop(wtlU' en /"rance, - L'idée de solidarité en tant iftW J)l'Ogramme écono111i<11ie. - Les enne11tisde llt coopé· ,·ation. -- Le re,,ne dn Consw,iatew·. - Coopfration et Conciwrencc. -· La Guerre entre comme,•çants et coopératew'S et l'cootulion commerciate. - Les Prophcties de Fourier.

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