4# ., RIVISTA POPOLARE DI POLITICI, LETTERE E '>CIENZE SOCIALI 2'98 « note ·del Giuriatf, posso asserire soltanto la rre- » que11za delle abbreviazioni, il finir delle parole « in punta, una spiccata tendenza alla linea verti- « cale e la prevalenza di quelle linee dipendenti che cc caratterizzano il lipemaniaco .... ». Siamo sul terreno della grafologia, nella quale ogni buon discepolo di Lombroso dovrebbe essere assai istruito; e mi ci fermo un istante per chiedere all'ottimo signor Guaii no: mi saprnbbe dare notizia di quello che significano i geroglifici meravigliosi del suo illustre maestro 't Ed ora procediamo all'esame psieologico dell'Uomo Nlazzi,r,i. « C'era in lui J'ipe1·estesia p:;ichica che va dall'e- « motivila estetica la quale gli suggerisee laFiloso- ,,jia detta mnsica, fino all'iperestesia affettiva, a quel- « l'altruismo esagernto che si caratter·izzano in lui « fin dalla fanciullezza. Nel suo slato psicologico "i « era una con tradizione fondamentale, tra l'uomo « del pensiero che aborriva dal sangue e l'uomo <<dell'azione che armava la mano cliGallenga. C'era « in lui la misantropia, l'antropofobia, la follia del « Jubbio, l'egoismo del suicidio la falsa modestia « che indica la 1:rrande vanità, la vera megalomania, « il despotismo cospiratorio, la vanità per la tJellezza ,, delle proprie fattezze fisionomiche .... ». Arrestiamoci ancora una volta. Sapete dà che cosa principalmente si argomenta per ammettere questa vanità per la bellezza delle proprie fattezze fisionomiche? Da questo aneddoto: Sì dice che egli « non volle radere la barba che gli <e incorniciava il viso e gli rendeva più esteticamen- ,, te mistica lo fisionomia, per quanto ciò gli f-)sse « reso conveniente in momenti fìnanziariam,3nte as- « sai tri:iti, dalla v0l0nta sia pur cretina degl'Inglesi ,< che gli offrivano lavoro. 1 miei baffi respingono, « seri ve er1li, ma io non ,,osso tagliare un sol pelo « detta mia barba per piacere agli uomini: se giudica- « no della capacitàintellett111led,alle barbe,peggioper loro». Qualunque galantuomo che sente un po' di dignità, non farebbe che arnniirarn Giuseppe Mazzini il quale si rifiutava a rade!'si la barba per avere pagato qualche articolo. Un lombrosiano di buona lega, però, darà prova della propri:1 dignità concludendo elle quel i-ifiuto indicava nell'Uomo .i\lla::;::;ini <<lava- « nità estetica~ l'assoluta mancanza di senso pra- << lico che si notava in ogni atto della sua vi la. On- ,, de di luiscrisse R0rnualdo Bon~adini: 4 Come cospi- « ratore era improvvido ed impotente. Riceve·va e « <lava confidenza con una facilità di cui troppo abu- <c sarl)nO le astute polizie. Non sapeva conserv:1re il « segl'eto. (E qui il sapiente Gualino melte questa « nota: caratteri eceellentemente istorici). Credeva cie- « camente ad ogni informazione che gli Llipinges_se « ,:;ollevamenti pronti, e se ne valeva per p.-epara1·ne ,, altrove sulla base di queste ingannevoli coopel'a- <c zioni >). Questo giudizio del Bonfa<lini che non fu mai intimo di Giuseppe Mazzini, è assolutamente contrario alla verità. Quanti furono con lui in relazione stretta - ed ebbi anch'io tale fortuna - possono asserire il contrario. Ma nel giudizio dell'antropologo-criminalista, c'è qualche cosa di vero. Si, l'Uomo :v.J.azzini non ebbe senso JJ/'atieo; mancò di quel senso che eccelle nei rinGegati; la mancanza di senso pratico gli fece tener fede ai propri ideali e alla risurrezione d'Italia, il senso pratico che,in Italia produl!e dei Girella, frodatori di Banche, dilapidatori,delle~pubbliche sostanze, uomini senza coscienza, senza fibra, senza carattere, venne stigmatizzato dal grande che riposa a Stagliano, in quella. magnifica lettera nella quale fu bollato con marchio rovente Francesco Crispi ! Lasciamo continuare il discepolo di Lombroso nella enumerazione dei caratteri psicologici dell'Uo_mo Mazzini. « In lui, contro il credere forse dei più, c'era l'im• « portantìssimo alternarsi di stati di erotismo e di ,< atonia, di estro e di esaurimento. Cosi pure agli « stadi di bile violenta, d'iracondia veramente mor• « bosa che Io invadono, egli dice, a flussi precedono « degli stadi di calma serena, di spirito amoros-o; ed « è appunto col succedersi di questi due stadi che « egli in preda "ad una specie di mania di per- « secuzione, vede in ogni uomo un nemico che- si e< ride di lui, ed emette, carattere questo proprio de- « gli isterici, dei giudizi spesso infondati o addirit- " tura calunniosi, tutt'altro che. lusinghieri contro « uomini anche del suo partito, contro Lafarina, G. « Ferrari, Melegari, Gioberti, Mamiani, Minghetti, « con una forma che lascia scorgere quel piacere « dello scandalo che appari netto in certi suoi mocc men ti psicologici; pe,· poi, cessato l'accesso ira- « condo, scendere a delle frasi dolci o addirittura « sdolcinate verso ogni persona ed ogni cosa». Questo periodo serve a dimostrare ognora di più che se è fantastica la prete3a scienza dell'antropologia criminale nei suoi cultol'i é pure grande la petulanza e la ignoranza della stol'Ìa. Gabellare per amici ed uomini del suo partito, Lafarina, Gioberti, Mamiani e Minghetti, è tale enormità bestiale che può uscire soltanto da un gabinetto cl' antropologia criminale. In quanto ai giudizì spesso severi di Giuseppe Mazzini sugli avversari e sugli amici politici, bisogna conchiudere che se- hanno scandaliz:;1ato il dottissimo Gualino, ciò non può derivare che dalla sua piramidale ignoranza sulla violenza degli uomini politici inglesi - sopratutto inglesi anzi - amedcani e di ogni altro pae.,e in cui é vivace la lotta politic-1. Bisogna leggere, senza rimontare a tempi remoti, ciò che si é detto e scritto da conse-rvaLori e111inenti contro Gladstone; e bisogna leggere ciò che si é detlo e seri tto da radicali non meno elevati, contro Chamberlain. E senza la speciale passione che suscita la politica e che può annebbiare al men Le, bisogna Jegg~r-e ciò che Marx scrisse contro i s0cialisti che non la pensavano come lui, e le volgari~sime insolenze <'he Engels scagliò contro Achille l.oria, ,·eo solt.mto cli avere alquanto esagerato il materialismo economico. Tra Mazzini e tanti altl'i illustri sc!'ittori e statisti che adoperarono un linguaggio abbastanza vivace, corre questa fondamentale differenza: Egli era animato da una passione veemtlnte per una nobile e santa causa - quella della redenzione d'Italia - che era o credeva messa in pericolo dagli errori degli amici e degli avvers'lri. Gli altri erano o spin ti dalle passioni e dagl' in teressi personali, o animati dall'entusiasmo per una causa di gran lunga inferiore per la sua importanza a quella che Lutto possedeva Giuseppe Mazzini. E quali terribili condizioni di vita erano quelle in cui pensava ed ::.giva il grande Genovese! Ed affrettiamoci alla fine nel riassumere questo vergognoso parto della scuola antrÒpologica criminale contro l'Uomo Mazzini. « Nell'Uomo Mauini l'esplicazione sessuale si svol-
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