258 RIVISTA POPOLA!l,E JJI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALJ rispose che gli Slali Uniti hanno mantenulo l'impegno preso e firmò i documenti relalivi. Quindi ·wood sah sul tetto del palazzo ed abbassò, con le proprie mani, la bandiera americana, al posto della quale Palrnas issò tra generali applausi la bandiera cubana, precisamente quella dala al vento da Cespedes prima della ribellione del 1868. Compiuta la cerimonia il generale Wood con le ultime .truppe americane, tranne 8 batterie di artiglieria a difesa dei forti, s'imbarcò sul Brooklyn, dopo scambia ti i soliti saluti. L'isola di Cuba ha una superficie di ll8.833 Kmq. e lo sviluppo delle sue coste raggiunge i :1500 Km. Secondo i geologi l'isola era congiunta all'America seltentrionale, come ne fanno fede i fossili comuni che si sono trovati tanto nelle rocce neoceniche degli Stati Unili che in quelle di Cuba. Superba é la vegetazione dell'isola; furono conslalate più di 3.359 specie di sole pi_ante fanerogame, e 30 varietà di palme. La principale cullura é la canna di zucchero, e dà un quart0 del raccolto di tullo il mondo. La qualità dd tabacco che l'isola pr·oduce é superiore a quella di t.ulli i tabacchi esteri. Anche la fauna è ricchissima; nella razza canina va dai piccoli avanesi la cui pelle viene adoprata per manicotti, ai formidabili molossi che vennero impiegali con grandi risultati dagli insorti cubani nelle loro guerriglie conlro gli spagnuoli. L'isola é spopolata, e con un governo ciyile sarà un ottimo centro di emigrazione,- come lo furono e lo sono gli Stati Unili e l'Argentina. Nel principio del secolo scorso v'erano, secondo Humboldt, 9.\0.000 abitanti, di cui 3-i0.000 hianrhi, 400.000 neri e 200.000 meticci; e nel 189ie la popolazione non aveva raggiunto che t milione e 600 mila abitanti, presso a poco l'alluale. La popolazione potrebbe rag~iungere la densilà assoluta di 15 milioni. Ed é con piacere che abbia1no appreso dal nostro amico !'on. Panla110, che il Comrnissal'ialn dell'emigrazione studia già il modo di poter avviare proficamente verso Cuba una parte della nostra emigrazione, ora clre l'investimento di for'.i capitali americani in quelle terre vi apre nuovi orizzonti di fecondo_ lavoro. Il generale Ottolenghi nominato Ministro della Guerra il 14 maggio, per sostituire il generale Pon·za di S. Martino, é 11ato a Sabbionetla il 26 decembre 1838. Uscito, nel "1859, sottotenente di fanteria dalla scuola d'Ivrea, fece le campagne del 1860-61 e del 1866, e nel 1895 venne nominato generale. Oltre a lulle le solite onorificenze ha avuto una medaglia d'argento sollo le mura di Gaeta, e un'altra nel 1865 per uno scontro coi briganti in Basilicata nel quale fu ferito. Il nuovo ministro della guerra é persona colta: ha insegnato storia e arte militare nella Scuola Militare di Modena ed ha pubblicato in importanti riviste degli studi militari giudicati eccellenti dai tecnici. Si dice che abbia dello spirito di modernità che la routine militare non. é riuscita a spengere del tutto. Aspettiamo di vederlo all'opera; s'egli avesse veramente delle qualità superiori il momento sarebbe opportuno per dimostrarlo; ma noi siamo sicuri ch'egli non farà che mantenersi nell'immobilità chinese dei suoi predecessori che sinora sono stati comandati al palazzo di Via Venti Settembre. Il generale Ottolenghi é israelita. La sua nomina a capo dell'esercito ha fallo grande impressione nel campo clericale, che non ha soltanto in Vaticano i suoi più intransigenti seguaci. Nor. Il terzo dolMosissirno taglio non è b:istato, e il nostro amatissimo Direttore ha dovuto assoggettarsi a vedersi amputare il dito m,ignolo e il quinto metacarpo della mano destra : un vero martirio fisico e morate! Noi risentiaino ancora tutta la profonda impressione provata alla notizia che ci vervenne dopo tre lunghissimi gim•ni di silenzio da Napoli, preceduti da notizie niolto sconfortanti. Ma oggi quelle che riceviamo di un niigtioramento continuo ci permettano di annunziare ai nostri amici e tettori che, tolta la sede del male, ormai la guarigione può clirsi assiciwata. LA REDAZIONE. $$~$$~$$$~~$$$$$$$$~~$$$ ~ Gli abbonati in regola coi pagamenti che i11vieranno Lire Una e cent. 20 riceveranno il libro di G. Rensi: Gli '' Anciens Regimes ,, e la Democrazia Diretta. (Vedi avviso nell'ultima pagina). @@~@@@@@@~@@@@@@@~~@@@@@ EMIGRAZIONE EPOLITICOALONIALE (Alla Tr·ibuna) L'Estrema Sinist1·a in riuni.one plenaria, votò ultimamente alla unanimità - meno il voto dell'on. De Marinis - il seguente ordine del giorno: « L'ESTREMA S1NIS'rRA, in accordo tra i suoi tre gruppi, clinan~i alla quislione cli Tripoli, riaffernia la sua decisa opposizione ad ogni espansione coloniale con mezzi militari. » Chi conosce le tradizioni e gli umori dei vari rappresentanti dei Partiti Popolari, non si può sorprendere dell'ordine del giorno votato dal!' Estrema. Esso rispecchia le idee predominanti ne1la democrazia italian_a. Erra, però, chi suppone che nel paese anche tra i partiti più avanzati, ci sia la stessa unanimità che si ebbe nell'adunanza plenaria dell' Estrenia. I disciplinati che vorrebbero una politica coloniaie ane,lle a base di conquista, non sono pochi, specialmente nel Mezzogiorno; e di essi si è fatto interprete l'on. De Marinis. Il quale oggi milita tra i radicali, ma fuori di Montecitorio trova chi consente con lui in questa particolare quistione tra i suoi più implacabili avversari socialisti, tra i quali ci piace ricordare e il Prof. Antonio LabrioJa ed Arturo Labriola. E sono notevoli gli articoli del secondo per la vigoria dialettica essenzialmente utilitaria e perchè hanno visto la luce nell'organo ufficiale del partito socialista. Lodiamo la logica del secondo che non rifugge dal dichiarare apertamente di dovere e potere ricorrere alla forza materiale per conseguire l'intento; con ciò egli mostra di saper proporzionare i mezzi al fine, ispirandosi in questo caso alle idee
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