278 RIVISTA. POPOLA.RE DI POLITICA., LETTERE E SCIENZE SOCIALJ torielà '? Si pensa subilo, a questo proposito, a i re ed alle aristocrazie, ma la umanità, nelle democrazie non meno che nelle aristocrazie, ed in ogni condizione sociale, adora la posizione più elevala, e la distinzione. Ciò avviene anche tra alcuni animali inferiori. I re, secondo la loro imporlan ~a, hanno una cerchia più o meno largo di adoratori, e così i marinai, dal Ministro e dall'Ammiraglio in giù; i giornalisti, i lottatori da fiera; perfino i monelli hanno il loro piccolo re. In ogni cerchia esiste l'individuo che occupa il primo posto, e gli altri son lieti di stringersi a lui, e di averne, per riflesso, un po' di glo1'ia. Ma non sono solo le attenzioni dell'alto che ci rallegrano. Abbiamo spesso ud,to qualche bella fanciulla ricordare con compiacenza che un cane vagante, ringhioso l'er gli altri, si era lasciato carezzare da lei, e la regi11a della Romania, Carmen Sylva, ricorda, nel suo ultimo libro, che gli scoiattoli e gli uccelli non la temevano e non la fuggivano, :1ei suoi anni giovanili. Tutto ciò che allrae l'attenzione ci piace, e ci piace di avere qualche rapporto. - di qualsiasi specie - con il fatto o la persona che attira l'attenzione generale. E coloro che non hanno la fortuna di aver conosciuta, o vista, la persona, ne sono dolenti, e cercano di guastare il piacere degli altri. Tutti, e non gli inglesi soltanto, amano un signore, o un altra per,;ona molto nota. & a lutti piace di aver dei rapporti con essi. Non importa quali siano questi rapporti. Ciò spiega l'esteso commercio che si faceva dai servi, dei capelli del' principe di Galles, 'e spiega il fatto che la corda la quale e servita a linciare un negro alla presenza di diecimila spettatori, può vendersi immediatamente dopo, a due dollari per pollice. Noi tutti amiamo un signore, una persona, cioè, in posizione più alta della nostra. E ciò in tutti gli ambienti. Nessun sovrar>o ha ispirata maggior devozione che Wantage, uno dei capi della Tammany, ai suoi seguaci. Ognuno di essi sarebbe stato altero di esser raffigurato nei giornali, al suo fianco. E in tutta la democratica popolazione degli Stati Uniti, non esiste un uomo solo il quale non sarebbe stato superbo di essere stato fotografato insieme al principe Enrico. Tutti amiamo un signore, tentiamo di dividerne, anche in minima pal'le, la notorietà, ed in segreto lo confessiamo a noi stessi. Gli Americani del Nord deridono quelli dell'America meridionale per il loro arri.ore pei titoli. Ma quanti di coloro che sono stati generaii, o giudici, o deputati per un certo tempo, rinunziano al titolo di generale o •giudice, o all'onorevole f Il deputl\to al r:ongress, che legge, alla tavola di albergo, le sue lettere, con aria di uomo di stato, è la figura tipica della capitale, con quella dell'on. deputato, che non può più abbandonare la scena del suo momentaneo successo e si sforza di restare nell'ambiente parlamentare, di cui non ha più diritto a far parte. Tutta l'umanilà ama un signore, desidera, cioè, di vederlo e di essere notato da lui, possessore del potere e della notorietà. E talvolta gli animali, nati a migliori cose ed a più alti ideali, discendono, a questo riguardo, al livello dell'uomo. Nel Jardin des Plantes ho visto un gatto così vanitoso di esser l'amico personale di un elefante, che io mi vergognavo per esso. (North American Review). PM• abbonarsi alla " RIVISTA PO- .POLARE,, mandare cartol'lna,-vaylia all'On. D1•. NA.POL. OOLAJANNI. Roma. :RECENSIO:NI La principessa Belgiojoso di Raffaello Barbiera è il libro uscito ultimamenle dalla casa dei Fratelli Treves. L'autore del Salotto della Cnntessa Majfei, di Figure e figurine del secolo che muore, di Immortali e dimenticati, pubblica ora un altro di quei suoi libri mirabili, il cui genere è stato da lui prima111enle introdotto in llalia, e del quale egli è diventato sommo maestro dovunque. Gli italiani, vecchi e giovani, leggono tutti con interesse i libri del Barbiera, poiché i vecchi vi trovano i 1·icordi vivi e palpitanti di qu-,lla vita italiana, gloriosa ed eroica, che va ·fai 1821 al 1870, e della quale anche la vii a loro fu parte nei suoi anni più belli, e i giovani - tendenti allo scetticismo perché bruciati dalla critica - li leggono avidamente perché vi trovano conforto, ammirando la fede e i sublimi entusiasmi dei loro padri. Raffaello Barbiera ricerca e raccoglie con cura infinilamenle amorosa le memorie inlime del secolo oassalo, e noi giovani ammiriamo per l'opera sua, non gli atti esteriori di tutti quegli eroi che ci diedero la patria libera ed una, ma, guardando nell'intimità delle loro anime, ammiriamo la loro fede, le loro speranze, gli entusiasmi, i dolori, gli sconforti, i sacrifici, tutta quella vita intima insomma, che, pur lroppo, era tanto diversa dalla noslra. Il titolo di questo libro indica soltanto il filo conduttore dell'ooera: man mano che l'aulore va narrando la vila strao1:dinaria dell'illustre principessa Cristina Belgiojoso Trivulzio, figl,ia della più pura e più fotte aristocrazia lombarda, lulto un lato intimo della storia dell'indipendenza italiana ci si rivela e svolge davanti agli occhi. Sembra come se un lucidissimo riflettore proieltasse i suoi raggi ora, in quell'angolo della slo1ia d'llalia e dovunlrue scoprisse come un piccolo mondo prima ignorato. Mille piccoli fatti che prima ignoravamo, e che ebbero grande imporl"anza nella storia per l'indipendenza, ora ci vengono rivelati; tante persone - anime d'eroi - che ingiustamente avevamo dimenticato, tornano ora al nostro pensiero, illuminate di nuova luce, quella luce che ci rivela l'inlimità delle loro anime e le particolarità della loro vita. Raffaello Barbiera nel riunire, anzi, nel fondere in interessante racconto le mille notizie, con tanto amore ricercate, studiate e criticale, vi ha messo tutto il calore della sua anima, sicché il racconto è riuscilo veramente eome un tutto organico che mostra subito spiccata la personalità dell'autore. Cino Accascina. lng. I. P. Rispoli: « La Città e la Provincia di Napoli ». L'ing. Rispoli giunge fornito di speciali atlitudini, nello arringo generoso che per Napoli si tiene, poiché professione e passione ve lo predispongono. Passa egli, veloceme~te in rassegna, in questo libro, assai dati statistici relativi alla costituzione operaia ed industriale napoletana, dati or ufficiali or da lui pazientemente raccolti. Di questi ultimi gli va falla speciale lode, ancorché, dopo il censimento del 901, assai cifre non avessero più quel rigore necessario alle pubblicazioni statistiche. È no levo le nel libro la dimostrazione che l' A fa dello stato immutato, anzi peggiorato della densita di popolazione (egli dice spesso impropriamente intensità) nella Città di Napoli dal giorno in cui furono approvati i piani di Risanamento e con e.~si circa 2 milioni di me-
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