214 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E ::,C/1.!,'NZJ,S,'OCIALl sibilmente omogenea è stato sottomesso ad una disciplina sociale qunsi immutabile. La poligamia legale non c'è in China che pci ricchi. Essi vogliono delle concubine t,inite su per loro piacere e ci sono dei commercianti cho istruiscono a questo scopo delle f'aucinllo, pcrcltò, secondo molte testimonianze, i Chinesi sono molto dissoluti, 11011 conoscendo che l'amore sensuale. Lo SYilnppo dell'estetica è mediocre e limitato. La China non ha inventate le note musicali, s'impicg:ino soltanto clei segni per indicare i toni princil'ali; 111:i. è soltanto ad orecchio che si ripetono i motivi. Per l'istruf!lentazionehannoimmaginato degli strumenti cli tutti i generi, ma nessuno perfezionato. I cinesi però, hanno una grande opinione del potere della musica. Ln. chi• tarra a 36 corde del leggendario 'l'o-hi si diceva che II rE'lgolasse il cuore e ornasse la persona delle vi1ti1 ». Chi-Noung imma.ginò una lira « per ris1·egliare lo spiII ritp, arrestare la cmpula e spegnere la concupisceuza »·. Con tutto ciò in China la musica si confonde troppo col rumore. I Chinesi sono poi incapaci nelle arti grafiche e plastkhe. Di scultura quasi non ne hanno; la prospet\iv~- è quasi sconos.cinta, come non sanno maneggiare. nò graduare i colori che pure fanno bellissimi. In concln• sione, ciò che manca all'arte chinese è l'intelligenza, il colpo d'ala dell'immaginazione. Più che un impotenza della razza è il risultato della tirannia dei ri1;i che si oppongono ad ogni_ cambiamento, e che in. arte, co~e nell'altro cose, hanno reso quasi impossibile ogni evoluzione progressi va. In China si trovano sempre dei principi di cose, belli e piene di promesse, ma poi delle promesse mancate. Tutto è stato tentaLo, ma tutto poi si è immobilizzato nella routine E' ammirevole la piccola, minuziosa, materna cultura delle ca111pagne chincsi, ma tutto ciò ò stato ottenuto con dei piccoli mezzi e sempre con gli stessi. Anche nell'arte nautica si riscontra la medesima ingegnosità utilitaria, ma limitata. Ingegnosissime invenzioni, tardi vamento introdotte da· noi, erano familin.ri ai chi nesi tìn ùall'autichit.:'t, per esempio: l'incubazione cfo~li no,·i, la piscicoltura, i pie• cioni 'l"iaggiatori ccc. l\un uccorre rammentare clic la stampa è una· ;utlchissima in veuzione ehinese e che J,1 fabbri_cazione _d~llll pohere è quasi una ind11stria casalinga. MiLqueste invenzioni che ha.uno messo in rivoluzione l'Europa, in China l1anuo dato resnltati mediocri e non si sono poi sviluppate. Per potere riunire tali differenti qun.lità, una r:izza deve possedere un organizza.dono speciale, un temperamento e un carattere sui generis. Tale è, infatti, il caso pei Chin_esi, presso cui i caratteri particolari già osserva.ti su ,i ?llouguli o Mongolidi si sono fi~sati ed estl'emarnente n.ccentuati. V'è in loro come nua cristallizzazione morale. L'invariabilità del mr~~o elle, secondo Confucio, costituisce J'~sseuza ste~sa della vii·tù, potrebbe servire come bandiera. sociale e iudustriale della China. Quattromila anni lli una diticipli11a poco o pnnto variabile hanno creato delle abituùi11i e 1111carattere etnico quasi inùistrnttibili: mm nazione dolce, affabile, meticohsameute cortese, misurata, attenta, prudente, diffidente di ogui novità e spesso odiante lo straniero perturbatore.. Questo carattere è generale, ma non è senza eccezioni. Gl'individui ribelli, che non vogliono currnrsi sotto il giogo, formano trn loro delle curioso associ:tzioni, i cui membri si fauno un onore cli stìcbre le BibliotecaGino Bianco leggi e le n.utorità, d'assassinare anche, o di dare e ricevere dei colpi senza batter ciglio. In generale, del resto, i Chiuesi fanno poco conto della vita. Essi non hauuo gli lllll<H·ignerresclii, sono pacifici per tendenza, nrn all'occasione, quando perdono la pazienza, si vedono prodigai-e la loro vita e quella degli altri. Dal 420 al 1644, la China ha nvut.o qitind-ici carnllia111enti di diuast,ie, con gnerre cil'ili e d'esterminio delle famiglie decarlnte. luoltre, pocl1ì popoli sono come il chinese inclinati al sufoidio. Dopo una disfatta, è cosa ordinaria Yerlrre i ge11ernli Yinti n.vveleuarsi con l'oppio. Moltissimi fauno ciù per motivi particolari: collera, gelosia, cliRpernzioue, grandezza ll'animo. Semllra che un tratto notevole del carattere dei chiuesi sia anche di ragionare negli atti violenti che gli altri popoli commettono soltanto sot.to l'impul~o irresistibile e cieco della p;i,ssione. La lunghissima clnrata della China e il relativo isolamento uel quale ha potuto vi vere per migli:iin. d'anni, hanno n.vuto ben altri conseguenze, e, anzitutto, una notevole solidità della. razza. Grande ò la rassomiglianza tra_ tutte le fisonomie chiuesi, e nell'incrociamento con le ~ltre razze, o Yarietit. um,~n~, l'asc.:endentc del tipo cltinese la vince se111pre e si trasmette fino· alla 5• generazione. La razza chinese ha più cli una qualità. È robust::i,, resistente a.Ile intemperie e ai climi malsani, paziente al lavoro, sobria, poco dedita all'ubriachezza. Sensato e prudente, anche nelle sregolatezze, il chinese sa quasi 1<cm· pre arrestarsi a tèiupo. Il chine~e, però, ha un gran difetto: egli ama fluo al delirio il giuoco d'azzardo; si vedono persino dei chinesi riunirsi a un tavolino per giuocarsi le loro dita, che si t.tgliauo scambievolmente con lo stoicismo che li caratterizza ;Huc. Empire chuwis tomo II, pag. 374). F110ri cli qnesti casi, specie cli sopravvivenze preistoriche,, il chiuese ha dell'ordine, della condotta, è dolce nelle sue maniere, serio, compiiicente, molt.o pacifico, senza la minium ammirazione per ln. guerra e la gloria militare. Questa medagliit ha il sno rovesc•.io. 11 chi11ese ~pinge spesso la prndenza sino alla pusillanimità. Non a.ma co11p1t·omotttlrai, e nelle Llifficolti\ della vita suol<, ripetere la massinm poco eroica: « Rimpicciolisci il tno cuore. » Il chi11ese, poi, non ha il cuore teucro, anzi è volentieri egoista, perchè mn.uca d'irupressionabilità, e le sofferenze altrui lo toccano quindi molto poco, Ln. gloria militare non è pel chinesu illuminata da alcun prestigio. 7\Ia ciò non basta. Non alllmirare la guerra e le sue allou,iuazioni è. molto lodevole, ma non l>isog11aavere per le conseguenze della lotta l'orrore c.:he provava Paunrgo di Rabelais. In certe occasioni affroutaro il pei}colo è 1111 1lovere. Ma oltre i 111·aticia11che i teorici delht guerra iu China ritengono che nn genernle tlehll.1 coml>att<Jre il rneuo possibile, che clelll>a soprnttutto mirare a demoralizzare, a spaventare il uemico, e viucerlo con rastnzia e la corruzione U1,'r1lr,ra i1.uperfozionc cllll chiuese è l'altissima opi11io11ech'egli ha della superiorità della sna razza, sul resto del gtmer..: umano. Però i I pn.triot,tismo è medi,,- cre. Durante la spo1lizione anglo-fnmllcse su P, chino, ùoi chinesi se ue an<fava.no da nua nave all'altra. pur Yender,i Llei frutti ai « barllari " che devastavano la loro patria. L'iuteresse perdona.le è presso i cltinesi superiore al collettivo. Dal pnnto cli vista morale il carattere del chinese manca di slancio e tl'altrnismo. L'eroismo non fa per
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