Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VI - n. 15 - 15 agosto 1900

RIVISPTOAPOLAR DI t POLITICA LETTERE SCIENZESOCIALI AnnoVI. - N. 15 Abbona~ento postale Roma15 Agosto1900 Malgrado che questo numero sia composto con materfaJe degli aUri fascicoli, siamo anche que:,ta già preannunciati. Dopo il regicidi<> o: 1s feclt cui prodest1 ll Le respon;;a'lilità dei partiti po1rnlari. lmmuhilismo ! La g1·an!le colpllrole: la polizia. Il regicidio nl'lla storia. Repressione o prennzione soclale). « ls f,•clt cui J)rodest1 » Se 110.1 fossero noti la follia e il caratteri fittissimi in modo che contiene il doppio di volta obbligati a rinviare la pubblicazione di articoli difesa d'Italia seppe guadagnarsi la medaglia al valore milLtare - quel Marconi che non aveva esitato a metter piede nella rwgia, dove era stato fatto segno alle più squisite attenzioni da parte di Umberto I di Savoia. l\Ia ciò che dà la mi ,ura del vento di follìa e di diso• nestà che imperversa sull'Italia sventurata, è il linguaggio della grandissima rnaggi ..ra,,za della stampa monarchica; la quale non si stanca cli insinuare malignamente, che sono stati i p11rtiti po• fanatismo de,::Ji anarchici e q11elcomplesso cli teorie scellerate che si chiama la proTristi riflessioni polari, che hanno armato la mano del regicida Bresci: linguaggio indecentemente di paganda col fatto, di cui essi hanno fatto tanto tragiche e numerose applicazioni, cli fronte al del'tto cli :\lonza e alle conseguenze che i sostenitori delle istituzioni cer• cano trarne, si sat·ebbe facilmente indotti a credere, che l'autore del medesimo sia un miserabile che si voglia sacrificare sulr altare della reazione. ---....... ,,,.,.- '\ ~._)J ~~ so esto, che trovò a leati in quei forsennati della Carnera, che inveirono senza motivo, senza g;us1i,ia, con premeditata into!Jeranza, contro Edoardo Pantano, turbando oscenamente la solennità della commemorazione cli U mberto I. * * La. rospm1sahilif à dei partiti po)lolarl. I monarchici sanno che tra la democrazia e il Bre3ci non si può stabilire alcun possibile ra~porto: sanno che glianarchic1odiano dello stesso odio monarchici, repubblicani e socialisti; sanno che gli anarchici ammaz. z no indistintamente presidenti di re;,ubblica e. sovrani inc ronati ; sanno tutto ciò, e insinuano persistentemente che il reg:cidio si debba al veleno ddla nostra pro paga uda. Alla reazione poco preme la scomparsa del Re buono e mite, - cui la Gazzetta di tl'lacola non seppe mai perdonare la mitezza e il rispetto della costituz·oue - ; e di altro non si preoccupa che cli prendere la sua rivincita contro i partiti popolari, che sul te reno della legalità le inflissero tante amare e indi• menticabili sconfitte. La reazione porta nncora le lividure appena ingiallite dei c lpi che l'Estrema in Parla me ,to, e gli elettori nei corni ii te hanno assestato e vorrebbe confortarsene e compen arsene, in nome del principio della vendetta, infliggendo un trattarnento brutale e disonesto agli avversari ocl'ati. Dinanzi alla storia, intanto, rimarrà questa differen ,a incancellabik: i partiti popolari sconfissero Ja reazione A che cJsa valse dunque la famosa conferenza antianarchica di tre anni or B)no 111 Propaganda! Contro di chi e contro quale cosa 1 ~ anno che il :fisco non. ne permise mai alcuna contro il Re e contro le istituzioni; ma non si scoraggiano: la menzogna a loro costa ben poco! Mentiscono e insinuano, che il male si deve alla discussione - alla semplice discussione ... - delle istituzioni. ed all'affievolimento del princir L' UomJ di pietra di Milano). in nom) deJla legge e della giustizia, la reazione vorrebbe opprimere gli dementi democratici . in nome della forza brutale sorretta dalla calunnia sfacciata. Ciò che avvenne appena fu nota la catastrofe di :iJionza non la-eia dubbio a'cunu suJle intenzioni della laidissima megera. Era noto che nessuna responsabilità nel delitto poteva spettare ai partiti popolari; i reazionari, invece, tutta su cli essi cercarono riversarla. Ci fu il Mattino che immediatamente trovò un nesso trn la Giunta cliMilano e l'assassino Vl'nuto da New York; in una grande ciWt ciel mezw·· giorno in conseguenza si gridò: abbasso Milano!. A Napoli una turba di camorr:~ti, non contenta di avere imposto il dolore coi grossi randeJli di cui era armata, invei violentemente contro la tabella clel giorna e repubblicano ll 1799: s'insultò, da deputati abitualmente ubbriachi, e da una folla non meno ubbriaca di loro, un uomo CO'lle il llfarcora, che sui campi di battaglia a pio di autorità ... Le loro maligne asserzioni non si possono e non si devono ribatterEi. Basta l'accennare alla recluctio acl absurditni; poichè è evidente che se fossero buone, se fossero soltanto decenti le loro argomentazioni, si potreb· bero e dovrebbero sopprimere libri e giornali che cri• ticano e discutono gli uomini e le istituzioni di ogni tempo, di ogni specie e di ogni paese. l libri di Erberto Spencer, che tutto discutono, dovrebbero essere posti al• l'indice; come già c'è chi segnala alla questura e rac• comanda pel domicilio coatto Mario Rapisarcli. E perchè non dovrebbe tenergli compagnia a l.ipari o a Ventotene Giosuè Carducci? forse le poesie della decadenza possono distruggere tutto il veleno diffuso dai Giambi e dagli Epocli? L'Ode alla regina può eclissare il male fatto dal ça ira? Sicuro, que$ta è la consAgnenza logica delle nuovissime pretese della reazione, il cui ideale di governo ver• rebbe incarnato dal regime cosacco; e il rispetto al prin•

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI oipio di autorità si ridurrebbe all'ossequio obbligatorio dei passanti al bastone sormoniato dal berretto di Gessler. ,,. * * Immobilismo. - Tutto sommato, con tali criteri in ogni critica ed in ogni riforma si può scorgere un attentato contro Je istituzioni fondamentali delle società: Jo stato, la famiglia, la proprietà, Ja religione. Ed un attentato vi videro sempre e dapertutto i governi assoluti. L'ideale, quindi, dovrebbe essere questo: l' immobilità. Adagio. L'immobilità forse l!otrebbe bastare in Turchia; ma non basta più in Italia. Qui si è camminato troppo. Pdrciò è necessario ancora il moto ma ... per toi·nare indietro I Così pensano, infatti, molte delle autorità preposte all'osservanza delle leggi; così pensa il Fisco, che aclopera lenti d'ingrandimento per vedere voti di distruzione delle vigenti istituzioni ed eccitamento all'odio di classe in tutto ciò che scrivono repubblicani, socialisti e radicali; ma essi sono impediti da una cateratta solitla e matura quando si tratti di leggere gli ec<;itamenti alla distruzione del regime costituzionale che quotidianamente pubblica la Gazzetta di Venezia e che vengono ripetuti ed anche e;agerati dalla Gazzetta de/l'Emilia, dalla Gaszetta <li Pa1·ma e cla altri giornalucciacci analoghi. I procuratori del Re, che in tanti innocui articoli dei sovversi, i scorgono l'eccitamento all'odio di classe, non si accorsero mai che c'erano e circolavano libei·amente clue Codici scellei·atissimi nei quali cinicamente venirn formulato e ridotto in assiomi ed articoli l'odio di ~classe; nè i predetti rappresentanti del Fisco, che trornrono l'offesa contro il buon costume negli scritti dell'onestissimo Gustavo Chiesi, appresero mai che codesto codice dell'oclio di classe conteneva le massime più turpi e più invereconde. L'Egoarchia e Contro quelli che non hanno e che non sanno - di quella bruttissima caricatura di Xietzsche, ch·è il ~lorasso che collabora nella Gazzetta cli Venezia - contiene l'apologia smaccata dell"ozio dei ricchi e della schiavitù clei lavoratori, del delitto, della forza brutale, della sodomia, della immoralità, di ogni turpissima sozzura. E quei libri incontrano l'ammirazione dei conservatori,;dei clecaclenti, dei siipemomini e delle elassi conservatrici italiane. ,,. * * La grande colpevole: l3t polizht ! - La stampa monar• chi ca, percl uta la misura, ha fatto segno con uguale ferocia i sovversivi ... e la polizia. Forse qualcuno vorrà dire che con ciò la stampa si è mostrata imparziale, perchè ha colpito severamente persecutori e perseguitati di ogni ora. Intatti - l'osservazione è della Corrispondenza Verde - di fronte al regicidio del 9 luglio l!)JO, non si è ripetuto l'accanimento che i monarchici cli ogni gradazione mostrarono co11t1·0il 11,inistero clel tempo all'epoca clell"attentato di Passanante nel novembre 'hì8. Allora tutte le ire i accentrarono contro il ministero, di cui facevano parte Cairoli e Zanardelli; oggi nessuno, o pochissimi, e qua-i timidamente, accusa d' impreveggenza fon. Saracco: la vittima designata, il Battirelli collettivo è la polizia. Allera non si tenne conto dell'abnegazione e del coraggio cli Cairoli, che col suo petto copri o difese il corpo del sovrano; oggi nessuno accusa Saracco. Si capisce: in Cairoli e in Zanardelli si vedevano clue abborriti democratici ; in Saracco si scoi·ge un uomo che se e abbastanza abile per non ricorrere alla vi0lenza non preoccnpa affatto la reazione che lo sa troppo avanzato negli anni. In questa differenza di attitudine, verso i ministri del 18i8 e verso i ministri del 1900, c· è la misura giusta della sincerità della indignazione dei reazionari ... E torniamo alla polizia .. per difenderla. La difendiamo perchè adoriamo la verità sopratutto. Ben altre sono Je colpe della polizia ma non quelle cli non av r saputo prevenire !'assassinio di J\lonza. La 1,olii.ia borbonica preYenne l'attentato di Agesilao Milano contro Re l,ombct? I.a poli,ia del Duca di Parma impedì che il Carra lo pugnalasse? La polizia famosa clel secondo Impero s ppe forse prevenire l'attentato di Fdice Orsini contro Napoieone IIH riuscì meglio quella degli Stati Uniti nell' impedire l'assassinio di Lincoln e di Gar:fì.eld i? fu più fortunata la polizia inglese che non ebbe mai sentore dei numerosi attentati contro la regina Vittoria 1 Che dire della polizia tedesca, della russa, della france e, delJa spagnuola, della elvetica, della belga, che non seppero impedire gli assassinii di ministri, di imperatrici, d imperatori, di presidenti cli repubblica e gli innumerevoli attentati contro augusti personaggi? La verità è una sola: tutte le poliz·e del mondo furono sempre impotenti acl impedire i delitti politici. lJ veva proprio la polizia italiana mostrare attit11dini e qualità eccezionali? 1:; semplicemente ridicolo il pensarlo; e fa pena rapprendere che u , uomo di non comune valore qual'è il Senatore Astengo possa muovere interpellanze che mirano ad assegnare alla polizia una responsabilità che non Je spetta. Noi protestiamo per amore di giustizia: protestiamo per vivo desiderio di vedere r.vviata la d1scuisione su di un giusto teneno. 11 regicidio nella storia. -· La storia in questo caso è la Yera maestra della Yita: almeno dovrebbe esserlo per gli uomini onesti. Scriviamo per questi e non abbiamo alcuna pretesa di convincere la marmaglia monarchicoreazionaria, che non è in buona fede. Ora Ja storia insegna questo: che il regicidio avvenne sotto tutti i regimi, sotto le più diverse condizioni di clima fisico e sociale. La•ciarno da parte l'antichità e ricordiam0 che Cle,nent, Chatel, Ravaillac furono cattolici ardenti, e colpirono re assoluti come Enrico III ed Enrico IV; che Booth e Guitteau non erano anarchici,<' spensero due presidenti di Repubblica quali Lincoln e Garfield; che Carlotta Corclay era donna virtuosissima e nemica dei giacobini, ed assassinò :M:arat; che Louvet non conosceva le nuove teorie, e pugnalò sotto la restaurazione il Delfino di :Francia; che I Impero in Francia, in Germania, in Russia non fu e non è un regime cli libertà, e vicle gli attentati di Orsini e di altri, cli Hocl 1, di Nobiling, gli spaventevoli attentati nihilisti, che riuscirono a spegnere un imperatore cli tutte le Russie; che gli anarchici non banno speciale predilezione per lo assassinio di un Re o cli una Imperatrice, e che Caserio pugnalò Carnot Pi·esidente della repubblica france-e; che gli stessi anarchici non mirano esclusivamente a colpire i capi dello Stato o clel governo, ma che essi si scagliano ferocemente cunt,·o tutta la società umana con l{aYachol, Vaillant, Henry in Francia; colle bombe micidiali di Chicago, di Barcellonn ecc. ecc. (1) Un ultimo e significantissimo insegnamento deUa Storia: due soli partiti nel mondo banno elevato a dottrina il regicidio: Ja frazione dell'anarchismo che si è consacrata alla propagancla col fatto, e la setta dei Gesuiti che in ~lariana e Ribaclanegra - come ha r:corclat,o Bovio - trovarono gli apologisti del delitto, ch1.:era scellerato quanrlo la semplic · soppressione di un uomo poteva condurre al mutamento d"indirizzo politico; ch'è scellernto ed inutile ora che i criteri di governo sono, per così dire. impersonali. E non solo scellerato e inutile, ma particolarmente dannoso ai partiti e alle classi, cui vorrebbe giovare. Il delitto pt·o,·oca la rea,.ione e ril1\·igorisce gli uomini e le istituzioni che si vorrebbero abbattere. Ch~ rimane dell'accusata efficacia della propaganda indiretta dei sovversivi italiani, del veleno da 101·0istillato negli animi, cli fronte all'assassinio di Monza 1 Nulla! Ri• mane solo la malvagità, Ja malafede e - nella migliore delle ipotesi - la ignoranza degli accusatori! • Questi miserabili ignorano o fingono d'ignorare che la propaganda anarchica è libera, continua e talora elevatissima, in Inghilterra, in Francia, in Tsvizzera e negli Stati Uniti, e non vi produce gli effetti disastrosi che si hanno in Italia divenuta la gran produttrice ed esportatrice degli omicidi com uni e politici. I giornaletti anarchici, che spunta110 in It<1lia vivono la vita di un giorno e cadono o sotto l'indifferenza del pubblico o sotto i colpi d, J fisc i: e l"Italia ai sequestri aggiunse le torture del domicilio coatto. In :Fi·ancia sono diffusissimi gli scritti di Kropotkine, di Reclus di Sebastian P ure, di Jean Grave, nel cui ultimo libro sono giustificati il furto e J'orniciclio, con tutti i metodi infami della propa• (1) Non enurnc,·iamo il centinaio di altri m~no noti tentativi di asgassinio politico commessi da cattolici e da gesuiti, perchè tutti i giornali quotidiani li hanno ricordati in questa occasione.

RTV!STA POPOLARE DT POLlTICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI ganda col fatto; eppure la vicina repubblica non esporta Ja merce micidialissima, di cui ha il monopolio il nostro paese I 'f- * * Repressione o prevenzione sociale ? Affrettiamoci alla conclusione rinviando ad un altra volta il dire sulla posizione f;tta ai repu bltcani in ispecie dal delitto ùi l\Ionza, e clell'alto lol'o compito educativo e st1molatOL'Ei al bene ecl al progresso; affrettiamoci alla conclusione ver accennare al metodo cla seguire per curare _la malattia epidemica clell'anarch1a, che ha_ tanti_ ,dtn prec~- dentt nelle ep1clem1e religiose e pohttche d1 altri tempi, resa forse più acnta oggi dai 111ezziinnumerevoli e poderosi che rendono pii1 facile la diffusione del contagio psichico. I giornalistiguerrafondai , ' .-e·. ,.,,-""'. ~ . --~ ~ Suoni la tromba, intrepidi Noi scriverem cla forti, Non fosse che per crescere Il numero dei morti ! ( Uomo di Pietm di Milano). Si vorra continuare nella repr, 0 ssione feroce e nella reazione? Nulla cli più inutile e cli più dannoso ad un tempo. L'esperienza è stata fatta e con particolarità in Itafa1, che vide anche i11Roma la riunione del famoso Congresso antianarchico. L'esperienza, senza dubbio alcuno, ha ,'imostrato la inutilità e il clann , dei metodi seguiti sinora: essi hanno as icurato all'Italia il primato infausto della rea ione e del delitto politico e comune. L'hanno consbtato monarchici convinti, onesti e intelligenti come Luigi Lodi e F. S Kitti. Ecl un altro monarchico non meno com into, Yincenzo i\lorello, - Rastignac della Tribuna e dell'Ora. - voi tosi eloquentemente ai governi, alle prefetture ed alle questure ricorda loro che errano crecle;;do cli p ter debellare l'anarchismo colle misure di r pressione feroce, buone so tanto a fare dei martiri od a circondarli di simpatie. E la reazione potrebbero anche desiderare i partiti popolari, che tanto giovamento _ne trassero sotto il ministero Pellouxl Le recenti elezioni cli Budrio, cl'lmola e cli Chivasso insegnano che il paese non si lascia fuorviare dalla calunnia audace e dalla menzogna sfacciata. Intendiamoci, però: la rinunzia alla reazione non d~ve essere scambiata col'.a impunità accordata ai delinquenti. Abbiano il loro corso le le~gi punitive, anche severe. La difesa sociale ba le sue esigenze inesorabili. Ma non si conti e non si speri sn cli esse per prevenire il ripetersi delle criminose manifestazioni che rattristano la società contemporanea. Dove è impotente - di una impotenza assol11ta - la prevenzione ordinaria della polizia, deve soccorrere la sana prevem1io1,e sociale: prevenzione economica. intellettuale e morale. Lasciamo che certi i111provvisati filosofi clella Storia, cl'i una incorreggibile miopia, si sbizzarrisca110 a negare l'efficienza dell'attuale ambiente sociale a base d'iniquità, e che essi non si accorgano del rapporto ps1cologico che corre tra i vari fattori dell'ambiente stesso. Costoro non comprenderanno mai bene il perchè il malessere economico, che serpeggia quà e là, e che ha pervaso ogni angolo più riposto d'Italia. po.ssa influire nella genesi del fenomeno anarchico. Concio essi dànno prova L'ingranaggio Fra giornalisti guerrafondai : - Possiamo star tranquilli che avremo sempre dei buoni argomenti per sostenere il prolungamento della guerra. -1 - Sicuro. Ades;o mandiamo la prima spedizione di soldati a vendicare i morli ; poi manderemo una seconda spedizione a vendicare la prima; poi una terza a vendicare la seconda . .... e così di seguito per l'interesse della nostra bottega! (Asino di Roma). cli una ignoranza b,·stiale: non conoscono, neppure su• perficialmente, la letteratura dell'anarchismo. Compiangiamoli. La prevenzione intellettuale dev'essere continua e coscie:i te. L'a1.archismo è la quintessenza clelle dottrine borghesi liberiste. L'esaltamento dell'inclivicluo attraverso a Stirner, a ì\"ilJiam Morris, a Spencer ed alle degene1·azioni nitzschiane, ha condotto alla dottrina anarchica cli Reclus, cliKropotkine, di Faure, cli Jean Grave ed alla degenerazione dti Pini, dei Caserio, dei Ravachol, clei Vaillant, dei Bresci ecc. All'onnipotenza dell'individuo bisogna contrapporre i[ culto della solidarietà sociale. E la prevenzione intellettuale dev'essere completata colla dimostrazione della irrealizzabilità assoluta dell'ideale anarchico. Bisogna insistere nel provare che c'è una sola ntopia assoluta: l'anarchismo. Bisogna, infine, educare. E si educa coll'esempio. E' pes-irna la educazione che viene dall'indifferenza dei ricchi e dei potenti verso le miserie e le sofferenze dei lavoratori; è disastrosa la educazione che dànno gli apolvgisti della forza e della violenza, che si esercita dall'alto; e ultra anuchica l'educazione, che glorifica il massacro <lei vinti, degli inermi, specialme:1te se innocenti. E <JUale t:iste esempio di educazione al male non dettero le Ga:;zette alla niacola, che inneg _iarono al massacro delle giornate di Maggio? ... Ed educano forse q"ei giornalAtti che in questi giorni hanno inneggiato al l\Iacola solo perchè uccisore di Cavallotti? E potremmo continuare; e potremmo dire verità amare e crude che il Fisco non lascerebbe passare; ma esso

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI sarà nel dovere di lasciar passare la nobile, la santa esortalione di chi è giurista illu ,tre, cittadino irreprensibile. altissimo magistrato e senatore del Regno: « Non diffidi <I la patria della libertà, non disperi di sè stessa; ma cer- <I chi con opere di giustizia di redimere tutti i suoi figli <I e con ope, e , i educazione di suscitarne tutte le forze « latenti pe·· superare invitta le più arduA prove, ritem- « prandosi con tale esemJJiOe con tale ammaestramento l>. Questa la parola di Pietro Ellero: e noi, plaudendo, ci associamo al suo voto. La Rivista. Por la sin~~r~itaàn;tlr'Oo DDOrtunismo (AD EDOARDO PANTANO) Va.ssassiuio di Umberto I ha somministrato una occasione propilia a tutti i partiti monarchici - e non ai soli reazionarìi - di tentare una rivincita intessuta di insinuazione e di calunnie contro la democrazia e contro i partiti popolari strepitosamente vittoriosi nella battaglia dell'ostruzionismo e nelle elezioni politiche ed amministrative di questo anno. I giornàli non schiettamente democratici che non cerchino cli riversare, più o meno gesuitic~mente, la re. 11ponsabilità del delitto di Monza sulla propa<Y(LJ1ddaei partiti popolari, oramai si contano sulla punta delle tlita: li' Adige, L'Adriatico, ll:l'empo, llRoin,1, Il Resto del Carlino, TlUion1ale cli Sicilici e, valorosissimo tra tutti il Giorno cli Luigi Lodi. Di.ari ordinariamente temperati, eqnanim i o liberali come La Stampa, Ln Ga::::::ettadel Popolo L'Alba, pare che abbiano perduto la testa; e credo eh~ non l'abbia mai avuta il corrispondente del Berliner :l'a._qeblatt che pone in bocca a Guido Baccelli parole che solt,anto un ubbriaco o uu mentecatto .i,vrebbe potuto prouunziare Quel corrispondente l'ha atrocemente calunniato ponendolo a livello di un qualsiasi redattore del Popolo Romano, confondendolo nella turba dei Mo rasso, dei Miaglia e dei collaboratori delle Ua:zcttucciacce che da Venezia in giù ammorbano l'Italia. ' :r,af'.1-lan~ere3:zi~11~ria- <:linan_z3i :lle proteste dei repubbh~n1, _cle1_sociahs~1 e dei_radical) che hanno respinto· ogm sohdanetà coll anarchia e cogli anarchici e che hanno manifestato tutto il loro orrore e tutta la loro indi<Yua• zione contro lo scellerato misfatto di Mouza, che n~oce sopratutto a loro dal Jato politico, - insinua - la svergognata! - ch_e il conte~no dei partiti popolari equivale all'excuscitio non petitci, e che i sentimenti adesso manifestati sono il l)l'Odotto dell'opportunismo e della paura. . ~nlla cli più abiettariiente calu1mioso. L'Avanti! quotidianamente mette alla gogua i calunniatori. Leonida Bissolati, l'amico valoroso e buono e colto a Molinella ha ricacciato nella gola a questi scherani della reazione le loro menzogne, costringendo il loro candidato a,·v. Canetta, a lui contrapposto nella lotta elettorale a conlessare che i socialisti non banno che yederc nell'assassinio di l\Ionza. La confessione non può che estender,d agli altri gruppi dei partiti popolari. Appena conobbi l'esecrando assassinio cli l\Ionza fu i tra i primi ~ tra ~ pii1 ardenti, da repubblicano onesto o leale, a st1gmat1zzarlo apertamente. Quanti mi conosc<;mosanno che nè pau~a, nè Yolgare opportunismo mi sprnsero a mamfestare ciò elle sentivo. Per coloro che non mi conoscono ripeterò qualche dato cli fatto irrefragabile; e )o ~ar? tanto p~ù volentieri in quanto che conosco a centrna1a 1 repubblicani che si trovano nelle mie condizio1;1i: ed il caso mio può servire di esempio. Parlando, m una commemorazione, di chi correva a Busca e da Napoli a visitare i colerosi riconfermavo un giudizio antico. Non attesi che la pitlla 'omicida di Bresci spegnes&e il Re d"Italia per giudicarlo serenamente equamente. Nella 1eit <~iVienna, dove !ni venne scmp1·~ co~- cessa q llella hberta cbe spesso 1111 fu neo-ata in Itali-t o?cupai:idomi della Dinastia Sabauda, rico~oscevo che Ì~ v1tii pnv~t~ del Re o della Regina non dava pretesto ad alcuna critica e ad alcun malcontento ..... Nè attesi la scel)erata pr~pagancl,.,, col f<itto, che ha a?cumuk1,to tanto od10 contro l anarc!Jia, per combatterla. Srn dal 1890, come ho avuto occasione di ricordare qul e altrove, in una conferenza sul Socinlismo scientifico tenuta uell'auht magua dell"UnivcrsittL cli Palerrno (3 giugno), mi sforzai cli dimostrare cho l',rna,rchia è concetto irrealizza.bile che si connette nll'esa.gerazione dell'iu11iviclualismo spenceriai10 in perfetta nntinomi;1 col conoetto socialista,. La mia tesi,· che stabiliva una netta e precisa clifferen;dazione tra socialismo ed anarchia, mentre incontrava l'a<lcsione immediat,i, e inconcliziouab di Camillo Prnmpolini, mcttcnmri in polemica vivace con uno elci pit1 vigorosi e colti italiani che oggi·l1(>11 milita più tra gli annrchici; e la polemica sul campo teorico durò dall'agosto all'ottobre dello stesso 11n110snl giornale settimanale JlAvanti ili Pale.rmo. Dopo vennero i Congressi di (ienova e di Londra a stabilire uffi. cialmente la distinzione recisa tra anarchici e socialisti. 11 <le.litto a,uarchico, 11oi, anche perpetrato a danno delJa soci.età in genere, e quando le Yittime n'erano oscuri borghed, suscitò in me lo stesso orrore, intt>nso e palese che provocò più tardi. Stign1ati:.1zai uell'Isola, colla stessa indignata energia, Ravachol cl1e colpisco colle sue bombe i cittadini cli Parigi, come in1preco oggi in questa Rivista, al J3resci, che spegne la vita del Re d'Italia. • E' da anni del pari che richiamo J'atter,zionedei ministri, della Camera e del paese sul tristissimo primato mondiale nell'un1iciclio che pesa sul nostro paese, e che pone gl'italiani al disotto elci cinesi, li fa, segno all'orrore <h•gli stranieri, e provoca l:1 caccia ali' italiano a Marsiglia o a Zurigo, in Germania o negli Stati Uniti. Questo m:1.ledetto primato nell'omicidio com1tne costituisce il terreno adatto, il liquido <li colt11ra opportuJlissimo per lo sviluppo del bacillo auarchico clelinquent,e: ed è la ·condizione propizia che dell'Italia ha fatto la produttl'ico e b esportatrice pridlcgiata degli assassini politici, la patria degli uccisori di re, d' i1n - peratrici, di presidenti di ropubbl ica, di capi del governo, la patria di Caserio, di Angiolillo, di Luccbeu i, di Bresci. E' questa la condizione che dovrebbe richiamare l'at teuzione di qna1,ti amano l:t patria, e vorrebbero n'- cler)a amata e rispettata (fapertntto, por forza di ci viltiì, e d1 umanesimo, e non 11er forz,1,cli anni o per uso iniquo delle rnodesin:te. Questo il mot.ivo che mi spinge a desiderare cou tutte le forze del]' anima mia che l'Italia diventi unagra.ncle Svi.:zera, c!Je sple11cht J1el' n,ondo por sentimenti u111aui e civili, come altrn1·olta brillò per la efflorescenza artistica e letternria. E penso cl,e sono cattivi cittadini e pessimi italiani. quanti Yogliono distogliere l'Italia dal còrnpito altissimo di moralizzare e inch1ilire sè stessa prima che possa efficacemente consacrarsi alla santa crociata cli portaxe la civilt:\ tra i ba,rbari. Maledice1iclo all'assassinio, dinanzi alla tomba appena chiusa che racchiude il corpo cli Umberto I di Srt,·oia., che fu Re veramente galantuom,o, riaffermo il voto cli vedere migliorata e ri11novata l'Italia moralmente per mezzo cli una .sana echlcazione e di una libertà uon in· sicliata. DOTT. NAPOLEONE COLA,JANNI Deputato al Parlnmento. _P.8. Scrissi questo !irev~articolo pochi giorni dopo -l'assassinio d1 Monza Non lo r1facc10adesso dopo la scandalosa scena di Mo~tecitorio. Il suo vero significato risulta da questi elementi d1 fatto. I forsennati reazionari Jasciarn10 parlare Turati · non permisero che aprisse bocca Pantano, che pure avrebbd f~tto una dichia!·~zion: che avrebbe dovuto riuscire più gradita a1 monarch1c1.Donde e perchè questi differenzadi trattamento1 All'attivo di Pantano in più del Turnti stanno le campagne per runità sotto la bandiera Italia e Vittorio Emanuele. Ma al passivo di Pantano, cli fronte ai realionari sta la caml?agna delrostruzionismo .. Non possono, non sanno'perdona1:ghela -: e non. hanno torto - e colsero Ja prima occasione per 1sfogare 11 loro livore e il loro malanimo. Specularono sul delitto di Monza. Ad Edoardo Pantano, anima adamantina e ment,i eleWssima, alramico. al fratello tutta intera l'espressione della mia completa sol:darietà. Per ca:rnbia:rnento d' indirizzo e per nu:rneri a:r•retrati rivolgersi al sig. G- MONTALBANO, Via della Vite N. ?4, Ro:rna.

RlV!STA POPOLARI~ Df POLITICA LETTI!-'Rfi: E SCIENZE SOCIALI GUGLIELMO IEBNEGKT Repubblicani e socialisti sono stati colpiti in questi aiorni da una comune sventura. G~1glielmo Liebneckt, il decano, l'organizzatore, il combattente valorosissimo ccl instancabile del partito socialista tedesco, é morto a Berlino la mattina rlel 7 agosto. Guglielmo, l\Iartino, Cristiano, Luigi Licbneckt era nato a Giesscn nel 1823 da una famiglia d' impiegati dello Stato. A Gicssen, a Marbourg, a Berlino egli ·tudiò per clcdicarsi ali' insegnamento; ma l'infame politica di :\Ietternich e la lettura dei libri cli Saint-Simon fece cli lui un ribelle. Costretto, nel 1848, ad emigrare in !svizzera, a Zurigo, egli giunse poi a Parigi troppo tardi per poter prendere parte alle giornate cli febbraio; ma l'anno susseguente, però, fu l'anima <li quel nucleo di patTiotti tedeschi che volevano impiantare, a mezzo dcli' insurrezione, la repubblica in Germania, come risposta a Federico Guglielmo IV che non voleva nemmeno sapere cli dare una Costituzione. ln questo periodo LiebneckL fu due volte imprigionato. Posto in libertà quando sali al trono Guglielmo T, si rifugiò nuovamente in !svizzera, ove si dette tutto all'organizzazione socialis la delle forze operaie. Espulso dalla Svizzera anelò a Londra ove conobbe l\farx, e ove visse poverissimo, quasi abbandonato da tutti. Nel 1862 tornava a Berlino ed entrava nella redazione della Norclcleutshe Allgemeine Zeitung, servendosi di quel giornale come d'arma formidale contro la monarchia. Accortosi, però, che il direttore Brasse non era altro che uno strumento di Bismarck allo scopo di deviare il movimento socialista, egli, lasciò la redazione, non guardando chc ciò significava la miseria. Dopo infinite vilissime persecuzioni della polizia, rifugiatosi a Leipsig, vi fondava, nel 1865, assieme a Bebel e llepner, 11 n-ollcstaat. Durante la guerra :ranco-aermanica egli non solo co:nbattè coraggiosamente fa politica di conquista, dichiarando l'annessione dell'Alsazia e della Lorena un c1tlo di spogliaàone, ma si pronunciò anche recisamente contro la nomina·di Gu~lielmo a imperatore di Germania. I francesi avendogli mandalo un indirizzo di felicitazione per la sua nobilissima condotta, egli veniva imprigionato sotto l'accusa di alto tradimento, ma alla fine della guerra veniva rilasciato perché l'accusa mancava di ogni benché minimo fondamento . ..\fa per la Polizia egli doveva essere un traditore per forza, e nel marzo 1872,, con Bebel e I-Iepner, veniva tradotto dinanzi alle Assise di Leipzig. La splencliè'a riaffermazione e difesa delle sue idee che fece dinanzi ai giudici, costò a lui e a Bebel la condanna a due anni di fortezza; ma i collegi elettorali cli Glauchau e di Stollberg strapparono i due valorosi combattenti al carcere .. Nel 1890, poi, Berlino nominò Liebneckt suo deputato con 42,274 voti, che crebbero a 51,569 nel 1893, e a 58,778 nel 1898. Cadute le leggi eccezionali, nel 1890 egli assunse a Berlino la direzione del Vorvarts, e a quel giornale e all'organizzazione del partito si consacrò tutto, fino a che la morte con un colpo apopletico, a 76 anni, lo faceva sparire dalla battaglia che aveva combattuta veramente « fino all'ultimo respiro ». Oratore potentissimo, paraaonato ad O' Connell, egli, a difesa dei diritti popo1ari, tenne testa come un leone· a Bismarck, in quel parlamento che chiamava « la foglia di fico dell'assolutismo ». Forte nemico degli equivoci d'ogni specie, sicuro di sé, e ; del partito che con gli aHri deputati socialisti era riuscito a.!stringere in un'organizzazione ricca, disciplinata, combattente, formidabile, egli combatté uomini ed istituzioni, pronto come un grande capitano ad accettare e dare battaglia su qualunque terreno. Quando dai reazionari tedeschi si parlò cli restringimento di suffragio per impedire i progressi del socialismo, Liebneckt scrisse: « r oi lotteremo sino alla << fine. Nessuno può toglierci « il suffragio universale o al- << tro cliritto. Alcuni anni or << sono ciò sarebbe stato forse << possibile ; oggi no : siamo << Lroppo forti. « La lotta fra il dispotismo « e la libertà sarà intera. Le << differenze che sono tra noi « si re~oleranno pacificamen- « te e lealmente, io lo spero. « Noi sappiamo, noi demo- « cratici, ove andiamo e che « cosa vogliamo; i nostri av• « versari non lo sanno. Bi- « smarck non è più nulla per « noi, e nemmeno l'Impero : « solo la Germania è tutto ; « e la volontà del popolo « tedesco deve essere sovrana e prevalere su « tutte le altre. E se la lotta è inevitabile, siamo « pronti ». Uomini come Guglielmo Liebneckt s'impongono: e la scorsa domenica più di 500,000 berlinesi riverenti hanno assistito ai solenni funerali del grande cittadino tedesco, ai quali presero parte nel corteo imponentissimo di novo chilometri ben 50,000 so~ cialisti. Quanto prima pubblicheremo : Campane ,u Pasqua di PAOLO REMER, Commeaia in un atto del briilante autore cli SIGNORA SOLE, scritta appositamente per la « Rivista ».

286 RlVlSTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI L'OCCIDENETELACINA SECONDO l DISCEPOLI DT AUGUSTO COl\ITE La Revue Occidentale cli Parigi ha preso occasione dagli ultimi avvenimenti Cinesi per ripubblicare le Considerazioni generali 1ull'insieme della civiltà cinese e sulle rela:.ioni dell'Occidente colla Cina, che fanno parte del corso cli lezioni professato nel 1859 e nel 1860 da Pierre Lafitte in Parigi sulla Storia generale dell'umanità. Ora è notevole che in queste lezioni scritte dall'autore nel 1861 - si badi alla data! - il Lafitte abbia fatto questa dichiarazione nell'Introduzione: <r Il mio scopo, distaccando questa parte cli una vasta <1: esposizione, è sopratutto di chiamare l'attenzione degli <r spiriti e dei cuori elevati sulla necessità cl'instituire «: una politica ad una volta razionale e morale per rego- <r lare le relazioni dell'Occidente col restu del pianeta. «: Queste relazioni sono clominate sempre più rla ,,n igno- « bile mercantilismo o claun proselitismo stretto, eh•, del « resto, non è il più spesso che un prct3s' o alle opera- « zioni politiche o commerciali. I> Il Redattore capo della Reoue Occidentale, C. Hillemant, alla sua volta appone allo scritto questa nota: « Gli avvenimenti tragici di cui la Cina è divenuta teatro ci decidono a riprodurre queste pagine scritte nel 1861, or sono circa quarant'anni, ma che sembrano datare da ieri e che potranno essere lette cori· profitto dai nostri compatrioti occidentali dell'anno HlOO. » a: Eseguendo questa pubblicazione, noi testimonieremo, sotto la forma la più discreta, la più conveniente, ma del pari la più efficace, la nostra simpatia e la nostra stima per una civiltà essenzialmente pacific1, ecl industriale, che non potrebbe rortare dinanzi alla storia impàrziale la responsabilità di eccessi contro i quali protesta il suo 1 ungo pass,ito, e che sono stati troppo evidentemente prodotti dall'inqualificabile politica cli aggressione e cli provocazione che da più cli mezzo secolo ls diverse nazioni occidentali non hanno cessato cli praticare di fronte all'Impero <li Mezzo. » LAMORADLELLA DISFATTA (l) 1 ruttociò che si riferisce alla sorella latina, che servì per tanto tempo di termine di paragone per confortare gl'italiani, ci deve ancora interessare vivamente clal punto di vista generale e nazionale. Ciò che è avvenuto ed avviene nella Spagna p•1ò e deve servire di ammaestramento all'Italia, e molt.o di più alla Francia. Egli è perciò che ho letto con vivo i teresse il volume che il Morote ha consacrato alla disfatta della sua patria, per trarne argo "ento di studiarne la storia, i costumi, le tradizioni lo ali, il carattere, le istituzioni politiche ed ec,mon.iche. A giudizio dello scrittore - che ha preso parte all'ultima guerra di Cuba e ne scrive con passione intens-, e con senso elevatissimo cli pa'riotti mo - clop) spente le libertà locali ed iniziata la degenerazione della Spagna, specialmente per opera del governo degli stranieri, due fenomeni rimasero caratteristici <.!ellape isola iberica: lo spirito di autonomia delle vecchie regioni e la guerre civili. Insiste altresì nel dimostrare che la Spagna fu grande sino a ta,,to che fu un paese industriale; d'onda trae una indicazione per l'avvenire. La Spagna, scrive il l\forote. ha meritato la propria disfatta, l'ha preparata e quasi acc:1rezzata ; e i s :oi maggiori uomini e le masse hanno in essa grande re sponsabilità; soltanto una minoranza intellettuale, nella quale erano rappresentate le più opposte tendenze - Pi y l\Inrgall, l\fanè y J?laquer, Pablo Iglesias: repubblicani, conservatori e socialisti - mise il paese in sull'a,·viso sulla via disastrosa, che si percorreva. (1) Lurs Mo1t01'E: La moml de la deYota, Madrid - Establicemiento tipografico dc G. Just Calle de Pi1.1-arro. N. 15 bajo 1900. Pesetas 5 (Un volume di 784 pagine). Ma in Ispagna è avvenuto ciò che non si è mai ·verificato altrove. In Francia, all'indomani di Sedan nè O1livier, nè Bazaine, nè altri responsabili della disfatta furono chiamai i al governo per ripararla. In Ispagna, invece, i generali che non seppero vincere a Cuba e nelle Filippine i generali che non le seppero e_vitare il Se lan coloniale, all'indomani osn-ono presentarsi al paese come redentori i Tremende sono state le conseguenze finanziarie ecl economiche della guerra di Cuba e delle :Filippine: circa due miliardi cli pesetas come spese dirette. l\Ia ciò ch'è più istruttivo è lo apprendere quale è stato il cancro roditore della Spagna. Il militarismo: ecco il euo grande e inesorabile nemico; militarismo che è cosa ben diversa dallo spirito e dalla fona militar.l, che può salvare un p1ese. Nelle pagine che il l\forote consacra alle variazioni nel numero dei generali che la Spagna ebbe nei suoi quadri dal 1817 al 1891 si trovano i migliori insegnamenti - di vera attualita per l'Italia, che ha voluto darsi il lusso dei suoi dodici corpi di armata. Dopo i vuoti fatti dalla guena cli Cuba. e delle Filippine, al 1° settembre 1898 la Spagna aveva 4.99 generali, 578 colo1tnelli e più cli 23,000 ufficiali' Queste cif're acquistano un valore, un significato più eloquente, dal confr.mto che uno sc1·ittore militare spagnolo, Jenaro Alas, ha posto colle cifre dell'Italia e clella Francia, e che giova riprodurre integralmente. <r Si dice - sono le parole di Alas - che la professione militare oggi ha molti nemici in Ispagna. e questa è una granrle ingiustizia; poichè la Spagna è la sola nazione che si priva cli mantenere un esercito per darsi al I 1 professione militare con le arrelianaclures (avanzi;:., della sua pov_ertà. Ecco le jrove. Bilancio_ di previsione della guerra m Ispagna_ ·1_7 ,000,000. Effettivo del!~ ,trupp~ pre~ visto 128,000 uom1111.St pendio della uffic1ahta 66 mihorn di pesetas. Numero degli ufficiali 23,000. Bilancio della guerra in Italia 280 milioni di pesetas. Effettivo della truppa 240,0'JC uomini. Stipendio della ufficialità 48 milioni. Numero de~li uf'fìcial1 1'1,500. Bilancio della guerra in Fra·1cia GlO milioni. Effettivo di truppa 573,000 uomini. Stipendio dell'ufficialità 80 milioni di p setas. Nu mero degli ufficiali 29,000... Se le altre na~ioni imitassero la Spagna nelle proporzioni cle~li ufficiali, l'Italia dovrebbe averne 46.000 invece di 14,500 e la Francia 115,00J invece di 29,0001. I> (p. 19 e 201 • In questo parassitismo militaresco sta la causa principale della rovina economica, politica e morale d6lla Spagna; Ja sua rigenerazione, quindi, non può venire c~e dal seguire una strada diametralmente opposta. Perctò con ragione Pi y Margall propone che l'esercito venga ridotto a 30,000 uomini - che la Diga cle procliictores eleva al massimo ,:i t>'l,000: quanti sc>nonecessari al mantenimento dell'ordine all'interno lJall'articolo tanto interessantedel I ucchesi, corrispon· dente della nostra Rivista cla Madrid, sappiamo che c'è tutto un movimento intellettuale ed economico per la rigenerazione della penisola iberica, nel quale occupano un posto importante il •lott. Costa, 'a Camera agricola clell'Alto Aragon ,i la J,iga Nacional de procluctores. A questo movimento aderisce il Morote; il quale saviamente non scorge salute per il suo paese che nelle economie, nella diffusione dell'istruzione, nella rinunzia al militarismo ed alla politica imperialista; e conclude eloquentemente: « Rispetliamo, sì, conse1·viamo la memo- • ria rendiamo culto al passato glorioso, che fo della ccSpagna. come si fa cli un morto adorato; ma non m - ,, ten liamo risuscitarlo nella sua grandezza guerresca e « imperialista, perchè questo sarebbe un tentativo vano « e cli più dannoso ali' esistenza na1.ionale. ()erto, non " tutto si è perduto, e la patria abbandonando la sua « storia ha lasciato profonqe vestigia, tras□gur ndos1. ,, Non e è opera cli civiltà che si estingua completamente, « non c·è for,a morale che si perda, data Ja legge. etern_.~ « della conservazione della energia. La lingua d1 (asti- «: glia. che ò una delle quattro più diffuse nella tera, ({ vivrà attraverso ai secoii. La nostra lingua, scultura. « arte, genio e spirito di razza, vivranno_ e saranno '.~ « ragione di essere di una Spagna nel pianeta, _la prn « grancle Spagna, patria morale e mentale cli c1Ic1otto a: nazionalità, di quasi tutto un continente, di un mondo «: separato cla noi politicamente, ma che cerca e pei1Sa «: le stesse cose tlella sua augu~ta madre ... E sintanto <r che esso viva, e che sarà difficile che venga distrutto

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI ,, dalle invasioni anglo-sassoni, dedichiamoci nel vecchio « suolo della patria, nel suolo in cui 1·ivono i morti i,n- " mortali dell'indipendanza nazionale, a consolidare la « nostra unità e la 11ostra libertà, ad aiutare la Spa~na « nella terribile pro1·a, dalla quale occo,re the si salvi, <r a concepire la nuova esistenza che germoglia <lentro, <r esistenza di luce e di speranza. » Il programma di rigenerazione che il l\forote propone alla Spngna è perfettamente identico a quello svolto dallo ilJustre professore :-·ergi per arrestare la degenerazione di tutte le nazioni latine. LO ZOTICO. A la ricercadellacivi! tà Prolegomeni - Da Calcànte a Tartufo - Dialogo cli un pomeriggio cl'estate - I clue1naggiori interlocutori - L'esattezza clei fatti si acquetò convinta esse1·e questo, a tutti i modi, un responso che mos ra,·a gli Dei corrucciati con Calcante. Ristette il Demjurgo dopo il primo colpo e incrociò le braccia in atto fiero. Calcante sprofondò la testa nelle spalle, le spalle inarcò sulle gambe e le gambe incerte e tremolanti, urtarono nel tripode, incespicarono con un suono fesso sulla lam'era tuonifìca e I entarono la via dell'uscio. Nè questa gli contese il Demjurgo; ma, appena sgusciato fuori lalcante, chìuse la porta alle spalle e la chiave but!Ò alle ortiche. Pareva al Demjurgo così cli avere dispersa la fonte degli oracoli falsi e bugiardi, e sbarrata Ja· via alle tri.,ti mimiche dell'augure. l\fa se il Demjurgo s'era scaltrito e dirozzato alquanto l'augure avea posto in opera le sue più affinate qualità d'istrione, e, dopo la mala ventura toccata.gli, Calcante si era camuffato da Tartufo. Tartufo! Chi non sa come la parte del prototipo della, comeclia Molieresca si convenga a meraviglia a questi Calcanti, dopo che banno fatto cilecca col rombo dei tuoni di latta? Sono Assi, del resto, che sto1·ici - Il meccanismo clclfenomeno - Da paclre a figlio - S,: conclticle coll'aiuto cli Tolstoi, ma anNel Restaurant Chinese hanno creato questa parte; a loro, dunque, tutti i diritti d'autore e di riproduche di Shakspeare. J. Ve ne ricordate? du1antc il periodo ostruzionista e quello Plettorale l'orda servile di certi giornali cli colore 1Jerso e qu!>lla dei deputati chinesi gon-liava il g ,rgozzule con grido cli 111 dignazione e con barriti I etorici contro il triste spettacolo dato alla nazione, contro gl impedimenti ele vati innanzi ad un lavoro proficuo, serio, organico della Camera legislativa. zione. E', a dire il vero, una Questa Comera. dicevano, non chiedeva se non cli votare nuove leggi e riforme ec momicbe che intendessero al bene degli · mili, clel paese che lavora e che soffre, a rinsaldare le istituzioni presidio e forza della nazione, ecc., ecc.· 11 russo ( ai suo cagnolino francese): Attento, amico mio, quando avrò finito di mangia1·e, farò rimanere anche per te un ·pezzo di pelle della salsiccia. riprodu·1.ione rnaestra Modi di persona bennata. riguardosa; incP-dere dimes~o ; occhi bassi e sguardo obliquo che ne dissimuli lo sfayiJJare irrefrenabile negli impeti di cul'idigia e concupiscenza; voce carezzevole, melata, qua e là rotta da certi stridenti sonorità tosto represse; propositi alti, virili, di rassegnaz·one, di rinuncia, di carità, di amore al prossimo, alla patria, sopratutto alla patria; subitanei rossori e pallori quando clebba insorgere ribrezzo e cruccio per qualche scandalo o per qualche imquità altrui .... ma pronti la mano, il braccio, la mente quando la preda sia matura, o tale paja, giocando d'audacia, di cinismo, di protervia se il colpo sia andato o per andare a vuoto. Scon- ( Lustige Blatter di Berlino). E i buoni, µ !'ingenui, i creduloni incappavano nel paretaio cli queste frasi sonanti, senza cercare più in là; e il c •ro dei parassiti trovava eco, se non risoluta, timida e sparsa per diversi campi, dove non si chiede che di assentire ad una propo-izione pur che sia. che cli ripetere una parola d'ordine purchè si sappia d'onde venga. E C, lcante, abbozzando un so,-riso di contento e di canzonatura, si rimbucava nell'oscurità, dietro la tenda del tempo oracoleggiante. . . . . . . E di là, con in capo ancora la corona co1nivia!e cli rOS'l gualcit". col fiato che putiva di vino lungi un miglio, cogli occhi spenti e le guancia affiosciate dagli artificiosi abbracciamenti di Taide, occhieggiava dai fori le turbe smanianti nell'attesa dell'oracolo E l'oracolo venne Ma in malo modo. E non da Calcante, ma da un Demiurgo che fino a quell'ora aveva apprestato inconscio gli arnesi della machina teat1·ale. Il cervello di lui si era a un tratto snebbiato dinnanzi a un certo riso sguaiato clte fendeva la faccia di Calcante fino alle orecchie. tal quale come ed una maschera esopiana. l'omprese egli in quell'istante ciò che accadeva dietro la tenda e al_cli fu01:i; ebbe o:1ta della proprin opera abbietta _ed mgloriosa, e<l il braccio, quasi vindice di Giove Ol1mp1co, scese con un manrovesc'o sulla convulsa faccia dell'augure Salmoneo. Il povero Calcante ti-aballò. allibì, e mai vergine cltccia, colpita da piede inclemente, gittò più guaiti di lui in quell'ora jeratica e sovvertitrice. La turba ascoltante sostò, dubbiosa se credere ad un dolore Apollineo o a ùolol'i ventrali dell'augure: poi fitto, smascherato, egli non si disanima; ma si ritrae com" una lumaca nel guscio, e si rifit da capo, bieco sempre e sempre di nuovi raggiri dovi,doso e fecondo. Tu lo incontri nella milizia come nella scienza, nella magistratura come nel commercio, ma il suo campo vero d·azione è la politica in cui egli ritrova ogni stimolo lascivo. ogni germe di a tività Tale attaccamento porta a codesta polit,ica che ne vorrebbe interdire l'accesso a tutti quel!i che non sono suoi pari. Ai giovani obbietta che troppo ~iovani sono; che non devono professare la sua politica (sano ammonimento questo); cb'essi devono lasciar fare a lui; maneggione prudente del mestolo, grazie al proprio senno ed alla propria esperienza . .A.imaturi avversari rinfaccia di non avere nè questo senno nè questa sperienza. Qua.le sia la logica conclusione che ne discende è affatto superfluo l'esporre. Ma intanto egli riesce a schermi, si, a des·reggiarsi ; ora duro sino alla crudeltà, ora clisciogliendosi in esercizi cli pieti furbesca ed ora fingendo di concedere ciò che gli viene strappato 11 forza. Egli è un abi·e psicologo empirico, non sugli individui, ma sulle masse, ,mila folla. Non è sulla logica che e~li impernia le sue azioni, ma sui pregiudizi, sulle impulsività, sulle sopravvivenze degli istinti primordiali. Tutta la sua vitali1il, tn te le sue speranze, tutti i suoi trionfi hanno per fatto i questi ultimi; mentre i] razionalismo della sci,-nza è la sua disperazione. il suo incubo, il dissolvitore delle sue formulfl inorpellate ed allettatrici. Di queste vacue formule sono impinzati i suoi discorsi; con esse egli eccita e narcotizza le sue clientele e i suoi seguaci, con esse

288 RIVISTA POPOLARE DI POLITIC,1 LETTERE E SCIENZE SOClALl egli prepara l'impunità ai suoi misfatti e la base all'azione dei suoi discendenti. La causa della civiltil ! Millanta volte lo sentirete ripetere, a gote enfiate, tali parole quando si appresta a vulnerare e rinnegare le conqui5te della civiltà stessa. E questa già di per sè è lenta nel progredire ; ma lenta più ancora per colpa di Tartufo, talchè per lui ba forza e vita l'affermazione, da pes simismo positivo dettata, esistere assai più del progresso morale quello materiale che allieta e perverte i sensi, ma che la mente non accende e l'anima non sollev,1. :ViaTartufo odia tutto ciò che è fattore di cultura, tutto ciò che aguzza gli occhi dell'intelletto e li fa sconfinare oltre i vecchi orizzonti. Più si procede e più la scienza diventa sua nemica : essa che ormai si atteggia a mae-tra della vita, 11 regolatrice della sorte dei popoli. Ormai tntto si critica, tutto si vaglia, tutto si pesa. E questo delirio del libero esame gli mette i11cuore un'ansia indicibile e presagi buj nella mente, cui tanto è caro il poltrire nella nicchia che i tempi, ciecamente propizi, hanno scavata. Ma lo sgomento tocca gli e-tremi limiti quando la prole sua, il sangue del suo sanguP., .-on le vergini ed impregiudicate percezioni d Ila giovinezza, osa sottoporgli que• stioni gravi e poi, clinnnnzi alla perplessità ben legittima di lui. r,solverle con tanta semplicità cli ~iudi7,io e ritorcerle ingenuamente a danno della paterna autorità Quest patenti dissidii, questi ordi conflitti fra persone dello stesso sangue dello stesso ceto, ma di varia elevazione intellettuale, ci porgono una chiara visione del movimento psicologico della società contemporanea e di quello della società futura. Certamente un giorno saranno disperse ai quatt,·o venti queste falan2i di sofismi, cli ipocrisie, di il!ogicità impersonate in individui che non i-appresentano neppur più il passato, che rinnegano e falsi• ficano il presente. insorgendo contro l'avvenire con un solo effetto: accrescere la tristezza dell'ora attuale e la brutalità degli ostacoli, i quali, in ogni modo, saranno superati come per volere di fato. II. Un si lungo preambolo sorse dal desiderio di apparecchiare maggfore ammaestramento con un dialogo che tra padre e :figlio s'accese improvviso pochi giorni or sono. Ospiti essi della frescur:1, campagnuola ed io cli loro, parea che nepput· l'onda della politica, riflessa dai giornali quotid ani, potesse giungere a turbare i b~ati ozi della calda stagione e a smuovere le lll stra fibre a·lentate. Tuttavia ... Ma prima due parole sui prota~onisti. Il padre : una mezza intelligenza, ricco, g,rndente. ricoperto di rariche pubbliche d'ogni SOl'ta, fa da pilota ai pescicani del potere, quasi per abitudine, inconsciamente, E' un Tartufo come m:1,11eanzadi senso llll'rale, ma non come p•·esenza d'ingegno e cli scaltrezza. Sa però che esiste una mora'e e si stilla il cervello affinchè in casa ne esistano i segni esterni e ne siano professate le solite formule. riò è più che suf:ficic>nte a'I accontentarlo e a renderlo fiducioso della propria influenza etica tra le pareti domestiche. Fuori di casa sua questi segni e queste formule qualche volta gli fanno comodo per il lustro ciel nome, ma qualche altra lo seccano maledettamente e gli impediscono una certa agilità cli movimenti; al che egli rimedia dichiarando-i privo di pregiucli1.i e sciolto da ogni legame di convenienze sociali. E non sono i pretesti che gli fanno difetto. Col figlio ostenta una grande rigidezza di costumi ed ama eh ·egli creda aver le cariche e gli onol'i ricercato l•1i;non il rovescio. Sogna per il rampollo laute propine ed un posto nelle ambasciate, come -oclùisf.,cimento depii studi non negletti, del casato non oscuro, del censo pingue E' insomma uno di quelli che la Società designa coll'appellativo cli <r bravi uomini. » · Ecco, per iscorcio, il ritratto del padre. Il figlio : non è mai stato un fannullone sin da bambino. For-e la sua gracilità. lo ha difeso anche per tempo dall'ozio e dalla scapigliatura dei suoi coetanei. Dotato cli molto spirito di osservazione e di molto senso criti ·o, nutrito di sode letture e di varia cultura, assimilate senza molto sforlO, trovasi a seguire il tei-zo anno cli Giurisprudenza. ment1·e già il soffio dei tempi n ,ovi non lo ha trovato insensibile. Non prova entusiasmi, ma è molto obbiettivo. E' per ciò che il padre non ha ancora intuito la trasformazione sostanziale del figlio e lo reputa sempre ligio, senza condizioni, al proprio interesse e a q ,elli di casta. D'altronde si vedono di rado; a pranzo di solito; e, se qualche argomento di :,Jta politica viene in giuoco, tutta la discussione si frange e •ntro la n1n1·ut·anza e la poca stim:i ,·he il fig iuolo ha della comp te1,za del genitore. Ben lungi dal metterne in dubbi,) la buona fede, 1·igua~·cla i gill'li,i di suo padre come derivanti da una certa ,niopia intellettuale, da deficienza di attitudine, da arresto nelle facoltù critiche; tutte cose che la vita senza priva,.ioni e senza grandi attriti è giunta a determinare e svilupp:1,re. Di ciò non fa certo le meraviglie, perchè, portato per , aturale inclinazione ad essere diligente spettatore della ':omedia umana, ha già compreso che J'eno1-me lllaggioranza degli uomini è mossa sotto l'impero cli queste qualità negative, spe,so ereditate ccl alcune \. Jte acquisite, nel primo caso per mancanza cli e,·citabilità e nel secondo per mancanza di stimoli. Ecl è questo fatto ohe ~li fa risentire tutta !"umiliazione, da cui sono colpiti gl'indiviclui di larghe veclut.e e di alta intellettualità, 1 qukndo tanta forza viva debbono consumare per ottenere un mini 1.0 lavoro nella dinamica sociale. E talune vo.lte è anche spre7.zo che risente ve1·sJ il gregge degli umani, dopo tanta inopia cl'effotti, spre1.zo che lo conclucJ :1,riguardare ironicamente, con una lieve sfumatura di cinismo, gli avvenimenti di qnesto mondo così curioso e così uniforme ella sua va,ietà. Quale stato d'anim ', dunque, lo portasse a prolungare ed inacerbire in questo memorabile giorno la discussione col padre suo, rnrebbe difficile definire con esattezza. Era forse la presenza cli estranei che solleticava il suo amor prop, io e la sincerità della sua fed ', facendolo uscire dalla sua indolenza? Oppure la eccitazione susse• guentc ad un· 1auto pranzo, l'ora del tempo e la c:ilda sta»ione i' :Forse tutte queste C)ndizioni raggruppate. uerto si è che la dialettica scaramuccia si svo·se mentre il s ,le chiazzava di macchie gialle la queta ombra dei platani e delle acacie, mentre le cicale stridevano, i grilli trillavano e le pecchie avernno subitanei ro111.iinel fulmineo volo. Sorbito beatamente il caffè, eravamo rimasti noi tre so'i, avvolti in t[Uell'atmosfera cli pace verde e odorosa, che persuadern al silenzio, quasi a far vieppiù assapora, e tutto il benesser,) di cui sentivamo la nostra p_ersona compenetrarsi. Ciascuno di noi, a caso, avea dato di piglio ad un giornale, e, sprofondati nelle sedie a sdraio, nasconclev:1,mu l'un l':1,ltro, dietro la grande apertura dei fogli, il nessun <lesiderio di leggerli ed il frequente am miccar delle palpebre sugli occhi a qtundo a quando ann ·bbiati ... Ad un tratta, nel colmo della scena muta, scoppiò, come il fragore di una fucilata una esclamazione rauca dietro il giornale, che il signo1· Padre parea leggere. Il torpore, che già ci dominava, fuggi da noi come un gatt,l spaurito, menlre le braccia, col foglio squadernato, ricadevano sulle ginocchia e gli sguardi correvano a lui intenogando. Il Padre - (buttando via il giornale con mal garbo). Per Dio! questo è troppo ! E' una solenne birbonata ! li Figlio - Di chi parli? Che è successo? P. - P:1,do di quel Colajanni che in piena Camera ha eletto che l'Europa è anelata in China ad esercitare u11 b1·igantaggio collettivo. Ci vuole un bel coraggio! (con aria sdegnata•. F. - Oh I si, un bel coraggio.. (sorridendo) per dire la verità. P. - (sgi·ct11wiilotanto :d'occhi) Sei pazzo' gli daresti forse ragione? F. - I~ come no? Non è certo J"on. Colajanni che mi fa avvertito cli questa verità. So, da un pezz ,. studiando la vita delle società, che •1uanto è riguardato per un c1·i· mine negli atti di un individuo o cli pochi individui, non lo è pitì negli atti delle collettività erette a naz:oni Tu mi dirai che esiste un clirit• o delle ge1,ti per 1·egolare i rapporti intemazionali, ed io ti risp ndo che esiste solamente la forza larv:1,ta di diritto; tanto è vero che i casus 1,elli esistono solo in quanto conviene o non conviene cli considerarli per tali (Il lJCtcli'eguarclam con occhi imbambolati il figlio. lo taceva, ve enclo che la discussione stava per farsi scottante, nella t,ma cli 1Jortm-e qualche interf c1·en:zadeviatrice 1. F. - (al padre che accennava a ribattere). Aspetta_; voglio compl~tare il mio pensiero, se me lo permetti. Appunto, facendo questa constatazione, io non vi fa,·cLO entrare criteri di etica civtle, perchè so che vi stanno a

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