Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VI - n. 3 - 15 febbraio 1900

44 'R._IVISTAPOPOLAREDI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALC delle più varie materie, tenuti per essi. Grande fu l' influenza del Ruskin su un altro benemerito del popolo, il Toymbes, in memoria del quale si è fondata nel quartiere più povero di Londra la Toymbec Hall, istituto di educazione popJlare in cni insegnano gli studenti delle università, vivendo per qualche tempo fra i poveri, ed i~parando a conoscerli. Il Ruskin studiò con affetto il problema della educazione della donna, e non sdegnò, lui, il dittatore del gusto artistico dell'Inghilterra, di scriver libri per l'infanzia. La sua azione educativa e miglioratrice esercitava, oltre che sulle masse, sugli amici che riuniva infurno a sè, e non gli pareva mai di aver dèdi.cato loro troppo tempo, di 'ayer lavorato troppo per essi. Egli non vide le direzione dello sviluppo della società, non se.,,pe indicare al proletariato la sua missione nella storia. Ma che monta? Altri lo ha fatto. Il· Ruskin schiuse ai lavoratori il mondo della be~lezza ~ 1 deÌÌ'arte; "egli glorificò il lavoro, e condannò l'egoismo e l'ignavia dei potenti e dei ricchi. E perciò la sua memoria ha diritto alla venerazione ed alla. gratitudine della classe lavoratrice. • E. C. LONGOBARDI AI NOSTRI ABBONATI Una Rivista la quale abbia lo scopo di contribuire al miglioramento intellettuale, morale e politico di una regione, di un paese, è come un idea che deve crescere forte, come un bimbo, che bisogna educare bene, per lottare, per riuscire utile alla sodetà. ,E come lotte ed amarezze indicibili costa la maturazione di una ideai come sacrifizi penosi ed ignorati costa l'educazione di un figlio, così la dire.?:ione di un Rivista popolare procura amarezze, vuole sacrifizi silenziosi, da chi non voglia fare opera di speculazione. Orbene, noi possiamo con orgoglio, af: fermare di aver superato molte prove, e di· esserci di molto avvicinati al nostro scopo, al· nostro ideale, di una rivista pel popolo, nella quale cioè tl popolo trova§se i coefficienti necessari per una giusta orientazième intellettuale. I mezzi non .-trascurammo: ed insieme con la collaborazione di autorevoli scrittori italiani e stranieri, mostrammo ancora una prova più evidente del nostro sacriflzio - il contributo finanziario dei nostri abbonati resta va lo stesso - e con l'aumentare le pagine del fascicolo quindicinale, e con la nuova rubrica « Rivista delle Riviste » e con illustrazioni satiriche. Anche nella scelta dei doni per gli abbonati non ci facemmo guidare da criteri, utili, ahimè!, e securi per l'Amministrazione, ma contrari alla idea della DirezioneRestamn10 fermi nella nostra missione, ed offrimmo un libro di sociologia dell'on. Colajanni, e subito dopo un volume del Ciccotti, in cui venivano descritte, la vita e le istituzioni di un paese del quale molte cose dovremmo imitare. Che i lettori non ignorino i sacriflzi che ogni miglioramento ci è costato! Che non ignorino la lotta sostennta e fin qui vinta l Che i lettori non siano egoisti, come spesso si manifesta l'odierna società, la quale accetta ogni benefi~io, senza d.omanàar don<~e venga, senza domandarsi se esso non sia costato qualche dolore l .. Questo ripetiamo, e ricordiamo annunziando che ai nuovi abbonati offriamo un dono destinato al più: grande successo:· un romanzo: SAO~IFIZI di Fede,·lco Splelhagen ' il celebre· autore di Nature Problematiche. · Questo lavoro, come lo ebbero a definire le riviste tedesche, costituisce il più grande romanzo sociale, che vanti l'odierna l~tte~ ratura. (1) In esso l'autore esamina tutta Ja vita moderna, nelle sue diverse classi, nei suoi diversi tipi, nel suo splendore vuoto, nella sua tristezza desolata: l'uomo nellà sua caduta e nella sua i:µ-ipotenza al risorgimento - l'uomo nella sua opera inutile, nel suo olocausto inutile - la società odierna che inghiotte tutto il buono - e la vita, che continua il suo corso. Una grande omb.ra di tristezza, è vero, passa attraverso le· cinquecento pagine del volume, e copre personaggi ed ambienti - ma è una tristezza· dietro la quale si sente la contentezza gaia, è una nuvola, die~ro, la quale si nasconde il sole. « Non ciò che volesti essere, non ciò che pensasti di essere, non ciò che ,'i;ogniancora di essere, ma ciò che sei. Ecco il tuo peccato .. Tu sei la vittima, e con· te una generazione tutta. >i Il romanzo - la cui traduzione è affidata al nostro Giuseppe Paratore - nella sua prima pagina porta questo doloroso pensiero. Ne più diciamo. L'illustre autore, Federico Spielhagen, ci ha reso meno pesante il sacriflzio, conce- (1) Nella Zeilschrift fur Letteratur Sudermann. ◄

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