'R..IVISTA 'POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 235 S\iluppo industriale e, di conseguenza, quella concentrazione dd capitalisn.o che sono appunto la condizione sine qua 11011 dello sviluppo e dell'avvenire del socialismo? Poi viene l' on. Sacchi (I). Egli constata che l'Estrema sinistra, sebbene conti nel suo seno uomini di alto valore intellettuale e politico, pure ha un ben poco peso nello svolgimento della vita parlamentare: inconveniente che egli rannoda al carattere sistematico della sua opposizione. Passa, poi, ad esaminare la situazione di ciascuno dei tre partiti che la compongono. Dice che la punta è data da quello socialista. Rileva che il socialismo rappresenta una tendenza e un princicipio: la rivendicazio1_1edei proletari e il collettivismo. Non è esatto. Avrei preferito che dicesse : « una tendenza che conduce ad una finalità (11colletti vismo) resa ineluttabile dallo sviluppo della grande industria determinante la concentrazione del capitalismo ». Ammette, lealmente, che in quanto a proprietà l'azione politica dei socialisti è limitata necessariamente ad assicurare il rispetto della proprietà privata e pubblica, e la condanna di tutti i ladri grossi e piccini Ma io avrei aggiunto: « e tende a sviluppare e redimere il lavoro nazionale perchè sia vieppiù attutito l'assillo che incita ai furti grandi e piccoli ». Come pure non si può ritenere con lui che la tendenza a risollevare le condizioni degli umili non dovrebbe essere la caratteristica del partito socialista, perchè non vi ba (dice lui) per tutti gti uomini, missione di quella più nobile e più santa. li socialismo con la sua naturale tendenza è, allora, qualche cosa che è avulsa dalla stessa classe degti umili? Non è, invece, l'indice del movimento politico del proletariato reso cosciente dei propri diritti e della forza necessaria per farli valere ? Dice bene, però, quando afferma, concludendo, che il partito socialista, sebbene ~i occupi di pratiche riforme, più che il presente rappresenta l'avvenire. Quanto al partito repubblicano, confessa esplicitamente di non essersi formato un concetto chiaro della sua funzione politica. Crede che vi sia contradizione fra la sua azione parlamentare e la pregiudiziale insita nella forma monarchica. Non sono dello stesso avviso. li partito repubblicano, pur non aspirando al potere, non può, !enza consumarsi in sè stesso, non esplicare una energica funzione parlamentare. li perchè ce lo dice, più sotto, egli stesso quando afferma « che le forme di governo seguono e non prece• dono le grandi mutazioni sociali ». E parla, infine, del suo partito, del partito radicale. Ritiene che la sua ragione di essere è nel non appartarsi dalla vita parlamentare e nell'assumere, a ttmpo opportuno, la responsabilità del potere. E sta bene. Però, a parte le acute e incalzanti obit zioni mossegli dall'Avanti! relativamente alla legalità, egli avrebbe fatto bene a significarci in modo esplicito se al potere il partito radicale assurgerebbe con tutto il bagaglio del suo programma e sulla base di una vera e propria maggioranza. I gabinetti Bourgeois e•Brisson, in Francia, son troppo di fresca data !.... L'articolo dell'on. Sacchi ha provocata una risposta dell'on. Colajanni ( 2 ). Egli constata che il fenomeno della debolezza parlamentare dell'Estrema è vero ; ma ne ricerca la causa fuori di questa, nella falsità e nel bastardume della vita politica italiana, la quale, a sua (1) Avv. E. Saccln: « L'Estrema Sinistra ». Nd Don C/Jisciotle del 26 ottobre 1898. (2) Dr. NapoleoneColajamti: « Sopra un vecchio motivo ». Nella 'R..,ivistaPopolare del 15 novembre 1898. volta, è un prodotto del potere costituito da certe influenze e dalla corruzione, dalla vigliaccheria e dal servilismo dd maggiorenti della politica, che a quelle influem,e sono interessati a non ribellarsi: corruzione, vigliaccheria e servilismo che sonc, il degno coronamento ai un popolo fiacco, senza fede e senza cultura, chenon cor.oscee non intuisce d'onde e come gli viene il male di cui si lagna. Benissimo detto ! A me pare che tale confessione sia preziosa per i socialisti, come quella che, implicitamente, esprime lo stesso giudizio che essi hanno sempre ripetL1to, e cioè che i partiti radicale e repubblicano non hanno, con tutta la loro lunga vita politica, ancora saputo infondere una convinzione e una fede a quelle classi, delle quali dovrebbero essere l'espressione politica ( 1 ). Alla critica al partito repubblicano, poi, egli non op• pone che una punta .... al dogma marxista e (curiosa!) su di una questione che solo col materialismo storico, (a giudizio non solo dell'on. Sacchi, ma anche ...... dell'on. Colajanni) i repubblicani possono uscirne vittoriosi: alludo alla pregiudiziale monarchica. O non si ispira, forse, anch'egli al dogma marxista quando afferma, in argomento, che i repubblicani « coi socialisti pensano che in attesa del futuro possono migliorare e correggere il presente; e quanto più miglioreranno le istituzioni presenti, tanto più affretteranno la evoluzione e più sicuramente raggiungeranno la meta agognata? » Conclude dicendo che in questo brutto quarto d'ora che si attraversa, còmpito dti radicali, dei repubblicani e dei socialisti dovrebbe essere quello di difendere le pubbliche libertà; senza dire, però, se questa comune difesa debba essere sostenuta senza pregiudizio di caratteri e di programmi e senza confusione di movimenti (2). .. * * A me pare che i giudizi in esame se hanno il pregio della schiettezza e della sincerità, hanno però il grave difetto o di ristagnarsi nell'alchimia e schermaglia parlamentare o di non scendere oltre la scoria di ciascuno dd partiti in parola, trascurando cosi i motori che a quei partiti imprimono il moto. Secondo me, la questione va posta co,ì : a) date le attuali condizioni politiche e sociali del nostro paese, si sente il bisogno e la necessità di un partito radicale, di un partito repubblicano e di un partito socialista ? b) in c.iso affermativo, quali sono le basi economiche di tale bisogno e di tale necessita ? e) è possibile l'esistenza di tali partiti senza che la (1; Non dico, et pour cause, popolo: diamine I vogliamo anche includere il numero, non tanto esiguo, dei grandi protetti dell'agricoltura e dell'industria, dei lupi della finanza e della borsa, dei monopolizzatori delle forniture e degli appalti; e della caterva famelica che ad essi, per interessi diretti o indiretti, sono legati ? Costoro non chiedono, perchè non ne hanno l' interesse, (me lo consente, non è vero, !'on. Colajanni ?) di far parte del popolo sovrano. (2) Veramente ]'on. Colajanni parla di difesa « dello Statuto della legge e della libertà ». Mi permetto un'osservazione. Lo Statuto, con tutte le leggi che ne emanano (meno quelle, s'intende, che sono in difesa di qualche privilegio) è sistematicamente violato dalla classe che ora detiene il potere politico perch~ esso, largito a priori dello sviluppo della vita nazionale, non può essere rispondente ai bisogni e alle aspirazioni.... della classe medesima. Sembra, aduoque, che si tratti di conquista e non di difesa. Tale conquista si può ottenere solo lottando per la creazione di un ambiente favorevole allo sviluppo d'una borghesia operosa e intelligente, la quale, sentendo tutta la forza che le venga da un saldo potere economico, non sia nella necessiià di difendere, governando, i propri privilegi, manomettendo le leggi e le elementari libert:\ popolari.
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