RIVISIA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALl 95 nistri eserciterebbero allora, peggio che oggi, la loro perniciosa, deleteria influenza. ALFREDO ANGIOLINI. Da più d'un mese, la sera che accadde la tragedia, marito e moglie eran ridiventati buoni amici e se la godevano insieme. Giacchè un bel g-iorno Giovanna, non potendone più da tutti i patimenti, era andata in cerca del marito e l'aveva trovato a gozzovigliare. Il marito in un momento di generosità le aveva detto: - Siedi. - Ed essa si era seduta ed avevan gozzovigliato insieme. Era stato il principio d'una nuova vita. Pietro un po' s'era accorto che Giovanna poteva riuscir sempre piacevole; un po' trovava gustoso il cambiamento della buona creatura. La prima sera tutti e due si erano ubriacati; Pietro per vizio, Giovanna per disperazione. E questa ci aveva trovato troppo gusto per non continuare. Ora, Giovanna raccomandava la sua creaturina a una vecchia del casamento e scapp;;va dietro al marito per andare con lui alla bettola e al caffè. Alla bettola si rimpinzavano di cibo e di vino ; al caffè stavano ad ascoltare le canzonette con le facce accese e gli occhi sfavillanti. Alla bettola Pietro faceva bere la moglie più che poteva, come per compensarla di quando beveva soltanto lui; al caffe sfoggiava tutta la sua pratica di vecchio avventore e spiegava alla moglie le canzonette, dandole nel gomito a tutte le frasi più salaci e a tutte le mosse più sguaiate delle cantanti. E allora Giovanna rideva con la faccia più accesa e gli occhi più sfavillanti. Siccome poi fra gli altri suoi vizi Pietro aveva anche quello dd giuoco, qualche notte ua accaduto a Giovanna di doverlo aspettare per ore ed ore all'uscio di una bisca. Quando scendeva, se aveva vinto, tornavano a bere e a mangiare; se no, rincasavano mogi mogi, si cacciavano in letto e dormivano saporitamente. Talvolta però la perdita metteva il diavolo addosso a Pietro e allora attacca va lite con la moglie e la batteva come ai vecchi tempi. Ma Giovanna ora si accontentava di piagnucolare e quasi subito tornava a strusciarsi al marito e riusciva ad abbonirlo. Cosi dopo due anni d'una vera vita d' inferno Pietro e Giovanna avean trascorso più d'un mese in una nuova luna di miele. Merito delle buone pietanze, del buon vino e delle canzonette allegre. Proprio quello che non avevan saputo fare la bontà e la pazienza di Giovanna. E quella sera, una domenica, in grazia d·una bella vincita del giorno prima Pietro e Giovanna se l'eran goduta più del solito. Erano stati a desinare in campagna, avevan ~curozzato per la città e poi erano andati al teatro. In teatro una compagnia popolare recitava un gran dramma, l'Otello; e Pietro e Giovanna, non ostante i fumi del buon desinare campestre, eran riusciti a capire, che Otello messo su da Jago finisce con lo strangolare Desdemona per gelosia. Ma dopo la recita per loro disgrazia tornarono alla bettola e bevYero ancora. Bev..,ero troppo. La stamberga era quasi al buio e piena di fumo. Qua e la lustravano a pezzi i marmi dei tavolini e biancheggiavano alcune facce d'avventori, immobili in un atteggiamento d'tbetudine e di sonnolenza. Su qualche tavolino stava qualche testa caduta nel sonno. Pietro e Giovanna s'eran seduti in un angolo per amore d'intimità. E annaffiavano quella loro intimità di generoso vino. A Pietro tornava a gola l'Otello; e il buon uomo aveva bisogno d'interpolarlo con certi particolari della sua vita domestica, che avrebbero fatto pianger di disperazione Guglielmo Shakespeare. Egli voleva a tutti i costi confondersi col Moro di Venqia e spiegava a Giovanna che cosa avrebbe fatto lui nei suoi piedi. Caso strano, Pietro era un Otello pieno di dolcezza e d'indulgenza. Percbè ... - diceva a Giovanna - il perchè lo so io. L'uomo è uomo e la donna è donna ; e lo so io, povera Giovanna, quante te n' ho fatte passare!... Tutti abbiamo la nostra parte di torto, ma bisogna fare a compatirci in questo mondo. Pietro diventava languido, mellifluo, via via che la lingua gli si faceva men docile ; e ~uello che non riusciva ad esprimere con la lingua, 1 esprimeva con le mani, che non si stancavano di far carezze a Giovanna. Veramente non è facile spiegare perchè le reminiscenze dell'Otello lo rendessero cosi affettuoso con la moglie; è chiaro che ne soffriva e il vino rinvigoriva la sua sofferenza. Tanto che per trovare un sollievo ebbe bisogno di riandare il passato e di raccontare alla moglie, come se non lo sapesse, in qual modo fosse diventato una vera canaglia da quel bravo operaio che era. Giovanna pareva ascoltar cose nuove e stava attenta con gli occhi lucidi e le labbra semiaperte più che alle canzonette, più che alla tragedia di Guglielmo Shakespeare. Un'ambascia e un terrore ben più profondi erano impressi su la sua faccia, mentre il marito cosi generosamente enumerava tutte le proprie colpe. A un tratto uno .di quelli che dormivano con la testa sul tavolino, si alzò, stitò le braccia e sbadigliò cosi forte da far tremar la vetrata della bottega. Poi nel silenzio si riudi la voce di Pietro mug0Iare nell'orecchio di Giovanna: - Oh, quella donna, quella maledetta donna !.... Fu lei l'origine di tutte le nostre disgrazie. Veniva a trovarmi perfino in bottega, perfino all'uscio di casa nostra. Come non darle retta ?... Persi la voglia di lavorare e siccome lei mi chiedeva sempre soldi, soldi, soldi !... capirai, una cosa tira l'altra ... si va giù giù e nemmeno ci se n'avvede. E poi è questo, sai, che aiuta .... E in così dire Pietro battè con le nocche nel bicchiere pieno e s'aiutò ancora, tracannandolo. - Finiscila, Pietro! - proruppe Giovanna atte1rita, tirandogli giù il braccio. - Non bever più. - Lasciami fare ! - rispose Pietro. E cacciandosi le mani in tasca, dondolò alquanto la testa ; poi il mento gli cadde sul petto. - E sai ?.... - riprese poi con la voce rantolosa, e gli occhi chiusi - Sai quando cominciò quella sudiceria? - Quando? - Quando tu stavi tra la lita e la morte .... - Non importa, non importa!. .. non voglio saperlo! - gridò Giovanna sempre più atterrita - Andiamo via. - Ma io te lo voglio dire. Quando tu stavi tra la vita e la morte per la nascita della nostra creatura. - Ah! ... - Ma perchè ?... - proruppe Pietro, alzando di nuovo la testa e trattenendo la moglie, che s'era levata in piedi - Hai qualcosa da rimproverarti tu ? Non sei la povera martire tu? Non mi hai aspettato due anni sempre chiusa in casa a piangere? Non ~ei rimasta senza pane chi sa quante volte e ti sei lasciata bastonare quando volevo ? - Pietro !... - proruppe Giovanna, troncando le irruenti interrogazioni del marito. S'era eretta con la testa, era diventata livida e avendo posata la palma della mano sul bicchiere, le dita le tremavano. Era chiaro che le lodi del marito la facevano spasimare. - Pietro !... è tutto vero quello che hai detto. Ho sofferto molto, puchè ho avuto sempre te nel cuore ...
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