RIVISTA POPOLARE DI POLITICALETTERE E SCIENZE SOCIALI spensione del pagamento della rendita. Sul terreno politico la disfatrn finale segnerà la fine dell'attua 1e dinastia Ciò spiega l'interessamento che arriverebbe forse ali' interventO, se questo dipendesse solamente dal vecchio Imperatore, e se non ci fosse il timore del qnos ego dell' Inghilterra. Dovremmo e potremmo rJllegrarci noi da uno sconvolgimento politico, anche in St·nso repubblicano, nella penisol:i iberica? Non lo crediamo. Non ci piacciono le repubbliche che nascono dalle catastrofi nazionali; siamo anche convinti che qualunque nome prenderebbe il govern0 che si sostituirebbe a quello di Maria Cristina, esso non avrebbe che questo' contenuto reale : la guerra civile. LA RIVISTA. ~~~ SETTENTRIONALI E MERIDIONALI (Per l'elezione Crispi) I. Francesco Crispi, come prevedevasi, venne rieletto, nella città di Palermo il giorno 17 Aprile. I suoi amici preannunziavano un pltbiscito; si attlndeva~o m~_ni~estazioni di aio ia alla proclamazione. ~1 ancò 11 ple01sc110 e mancaron~ le manifestazioni. I senatori e i deputati e gli avvocati, che avevano dato fiato alle trombe devono sentirsi assai umili2ti dé I risultato; ma non lo confessano e si confortano - ora, a cose fatte - constatando, che, nonostante l'aspra lotta fattagli, Crispi ottenne dopo la ceurnr,i nel 1898 <Ylistessi voti che aveva ottenuto nel 1895 mentre cra 0 Presidente del Consiglio.« Dunque, concludono, 110ngli venne meno la fiducia dei suoi elettori ,,. E chi ne dubitava !? La constatazione è esatta; ma dev'essere chiarita Ci fu lotta asprct nel 2° collegio di Palermo? Nemmeno per sogno. Mancava sinanco il candidato, perchè Barbato coì1a nota lettera al Giornale di Sicilia, aveva rinunziato sdegnosamente alla candidatura: le sue parole erano state tali che vennero sfruttate abilmente e iriterp:etate com; un omaggio a Crispi ! lnterpret~zione sbagliata e malevola, che non aveva nemmeno bisogno della smentita mandata all'Avauti dallo stesso Barbato e della solidarietà piena td intera coi socialisti di Palermo. Perciò, niente lotta aspra. Contro l'ex dittatore andarono alle urne alcuni repubblicani, e non tutti i socialisti. Eppure, nonostante le incertt zze e le contradizioni e gli abbandoni, senza candidato si duscì a raggranellare circa 300 voti per una protesta in un collegio da tanti an:1i rappresentato dall'eletto. I pochi monarchici sinceram·ente progressisti e i moderati si astennero completamente; se fossero accorsi alle urne sarebbe stato probabile il ballottaggio, cioè la sconfitta clamorosa di chi doveva ricevere un plebiscito incontrastato di ammirazione! Quale il significato e le cause deIla rielezione di Frances~o Crispi? Lasciamo da parte le spampanate e le audaci asserzioni del Comm. Marinuzzi. Egli è un valoroso avvocato penale e nel suo discorso ai maggiorenti che sostenevano la candidatura dell'ex Presidente del Consiglio non si deve scorgere se non una difesa da Corte di Assise. Come presenta per galnntuomÌlli ai giurati gli accusati ch'egli difende, co~ì presentò come gala11t11ot110 il candidato agli elettori. Ben altra importanza hanno i manifesti e i telegrammi famosi dei senatori del Comitato elettoi aie di Palermo. Esaminiamoli. Se essi avessero inteso po1tare la lotta sul terreno in cni, i11cideutal111e11fe, la pose il Marinuzzi non avrebbero esitato a farne menzione esplicita; avrebbero dovuto riferirsi alla quistioue morale, alla relazione dei ciuque. Solo in questo modo avrebbero potuto rivolgersi al 2° collegio di Palermo come ad una Corte di Appello, per quanto di questi appelli agli elettori proprio Francesco Crispi, qu:1ndo gli faceva comodo, avesse negato il valore. Silenzio scrupolosissimo su tutto ciò - silenzio davnro eloquente. I Senatori parlano dei cinquant'auni di servizi resi alla patria, parlano dell'unità naziouale. della grandeìza del candidato; ma non lo raccomandano affatto affatto per la sua onestà. Lo stesso telegramma di Crispi al duca della Verdura, all'indomani della elez'one, - ch'è un capolavoro di grottes.:a megalomania- confonde la causa propria con quella dell'Unità e della Monarchia... e tacf', prudentissimamente, della quistione morale e della relazione dei cinque! Date le cause delle dimissioni, dati i precedenti e le condizioni della lotta, se i senatori avessero creduto nel galantomismo di Crispi avrebbero avuto il coraggio di affermarlo: chi li conosce sa che sono uomini di fegato. L'omissione diviene significantissima, in seguito, col telegramma, che spiega lo::parole « di fronte all'indegno conato di pochi incoscienti » nelle quali !'on. Engel vide un insulto atroce alla Camera dei Deputati. E fu opportunissima la interrogazione del rappresentante per Treviglio perchè provocò la risposta dei senatori e del Marinuzzi, la qua le esclude assolutamente il significatomorale della rielezione di Crispi. Questo è il punto capitale, la cui importanza è sfuggita ai sociali~ti ed ai repuè blicani del continente inducendoli a giudiiì inesatti, ingiusti e calunniosi. Non suonino male queste parole agli amici politici, esse rispecchiano la mia sincera convinzione, ed io sono uso a dire come sento e come penso tanto ai nemici quanto agli amici. Repubblicani e socialisti del continentr italiano, specialmente del Settentrione, animati dall'odio e dal risentimento - ~piegabili, anzi giustificatissimi-contro Crispi, hanno sbagliato ed hanno ecceduto nel giudicare della elezione di Palermo: hanno calunniato tutta una regione, e gradatamente hanno lSteso il giudizio a mezza Italia. Intendiamoci, pe1ò: socialisti e repubblicani, sinceri ed impetuosi quali sono, hanno spiattellato in pubblico quello che pensan0; ma la massa del popolo ddle loro regioni non dissente menomame11te da loro. Se la stampa che ne ri ,recchia le correnti non li ha seguiti nelle accuse, ciò si de,·e alla elementare prudenza politica, che non deve e non può mancare nei partiti politici, che hanno in mano il g0, erno dtlla cosa pubblica ( 1). Non si esagera in alcun modo attribuendo ai socialisti e ai repubblicani del settentrione - i collaboratori dell'Avanti di Roma sono del Nord - eccessi ingiusti e calunniosi. Ecco qua. L'Avanti attribuisce la vittoria alla mafia e parlando della Pasqua di Barabba afferma ch'è scarso il senso morale nel mezzogiorno.L'Emancipazione di Livorno constata il pervertimento morale della grande maggioranza - neppure un terzo degl'iscritti andarono ( 1) Il Resto del Carlino di Bologna, li Corriere della Sera di Milano, !'.Adriatico di Venezia ed altri giornali monarchici seri ed autorevoli hanno su per giù ripetuto le stesse cose dei giornali repubblicani e socialisti, sebbene più misuratamente. Lo ha notato il Corriere dell'Isola di Palermo. Del resto che il pensiero dei repubblicani e dei socialisti, espresso con sincerità, sia quello del!., grande massa dei settentrionali potrei provarlo con un'infinità di docuir.eati da me raccolti da venti anni in quà e che, mentre scrivo, non ho sottomano. Ricorderò tre uomini notissimi e tr,; date distanti: 1° nel 1862 il Generale Govone insulu la Sicilia pubblicamente; 2° parecchi anni dopo il Deputato Gabelli chiama sudici i meridionali; 3. nel 1889 il deputato generJle Corvetta - sottosegretario per la guerra nel Ministero Crispi: q1t'o11se le dise I - ripete gl'insulti di Govone e di Gabelli in una lettera privata, ma che venne pubblicata dall'Arma di Verona. Fdice Cavdllotti, sempre nobile e generoso, prese le difese dc-IlaSicilia d ebbe un duello col Corvetto. In questo momento è du,·croso più che mai ricordare questo incidente.
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