1u, ISTA l'Ul'OLAHE I li l'OI.ITICA J.ETTEJrn E SClEi\ZE SOCIALI ':?31 .Ma spigoliamo un ultimo man~ello: « L'Empereur doit-il, parce qu'on dit beaucoup d'impertinences - sur cet-accident-U,p:ìtir dans ses finaoces, rénoncer à Biarritz, ou que Lesurque est cher, et n'avoir plus de quoi payer mousieur Rouher? ,. L'iniziativa dunque era buona e a Vittor Hugo non mancava certo il coraggio: egli era sicuro dell' approvazione di tutti i suoi compatriotti e conscio della debolezza del governo: perchè 0011 seguitare? Sta il fatto che egli non foce di più, ed anzi nemmeno pubblicò la poesia che non si riscontra però nella edizione definitiva delle sue opere. Essa rimase come orma sulla via, che trent'anni più tardi doveva tutta percorrere Emilio Zola. La Francia, f.i..:ile a dimenticare, non ha ricordato in questi giorni, .come doveva, la figura di Vitton: Hugo. Fu egli, fra i poeti di questo se..:olo il massimo lottatore; e, se nell'aff&re Lesurques, sapendo sterile o quasi la sua nione di o::sul.:,si contentò di una vigorosa poesia, -in altre occasioni, come nel celebre colpo di stato, si mostrò, se non previdente politico, uomo intrepido nell'azione. Fu egli, non curante il ridicolo e lo scherno, a tener corrugata per diciott'anni la fronte io conspetto della Francia splendida e gaudiosa, a sfidar la morte, l'esilio, il governo retrogrado, rimanendo solo sulla breccia per la causa della giustizia e della libertà. Il che tutto, ripeto, fu troppo dimenticato in quei giorni. 1 colonnelli e i generali, che Emilio Zola con l 'aJamantina lucentezza della sua prosa ha sfolgorato pur ieri, sono i figli morali delli Espinasse, dei Forey, dei Reybel, -che Vittor Hugo schiaffeggiava col verso. Emilio Zola, che non accusa, come artista, la figliaziooe dall'Hugo ed è piuttosto, ne' suoi volumi migliori, un « novello Balzac », ha peraltro ereditato dal solitario del Patmos di Guerseney la tempra adamantina, il coraggio imperturbabile: egli ha modellato il suo carattere su quello di Vittor Hugo, e, pur con diversi intendimenti artistici, è riuscito dopo l' Hugo, lo scrittore più vero, più efficace, più raJicalmenk benefico della Frmcia moderna. Quando, or son tredici anni, egli segui, a capo scoperto, il ferètro dell'Hugo sentì forse che era designato dalla Francia a raccoglierne, volente o nolente, la poderosa eredità: spirito eminentemente pratico e insieme lirico, senti forse vibrargli nell'anima i versi tremendi del Poeta che a ,·evano già determinato la sua vita di letterato: « Ces gueux, pires brigands que ceux des vieilles races, rongeant le pauvre peuple avec leur;; dents voraces, sans pitié, sans merci, vils, n'ayant pas de c0eur, mais ayant deux visages, disent: Bah! le poete I il est dans ]es nuages ! Soit: la tonnerre aussi. » E oggi, forse, il ricordo ancor vivo dell'uomo, che a sessantasei anni aveva levata la voce io difesa della vittima di un secolo addietro, aggiunse uno stimolo a quelli fornitigli dal suo caratter.: magnanimo, perchc asmmesse <lavanti al governo l' attitudine minacciosa, che mentre non dà a sperare, pure stupisce e spaventa. . . . Mi Emilio Zola, possiamo ben dire, ha superato i suoi più celebri precursori. Anzitutto, nella gra\ ità e importanza dell.1 lotta e nell'energia che in essa ha spiegato. Quanti letterati, senza citare l'Hugo, non parteggiano ai Ji nostri le opinioni dello Zola, se non per il Dreyfus, per la camorra, ove si e imbastita la trama del losco aff.1re ! Così, ad es., l'autore del Severo Tare/li ha per il governo francese degli ultimi anni un diluvio d' invettive. Per lui la Camera è una caverne de vmdus et d'acquillés, Grévy un fesse-malbieu e un vieux-ladrt, l'eloquenza parlamentare de grauds 1110/scouverls de boue, gli uomini del potere non han dato al popolo 11ipain, 11i gioire, e sono politicards de malbeur, Jarceurs, iuj1imes cbéquards che danno al paese lo spettacolo d'una ripug11an/eagouie. Ma egli ha saputo dire tutto ciò nell'ora più comoda per sgraYare la coscienza seoz:t compromettere la posizione, e non ha nemmeno come l'Hugo osata una pc-esia ! Inoltre, come nota anche lo scrittore citato dell:t Illustraz._ioueItaliana, Voltaire sapeva di l~ttare contro ordinamenti vecchi e prossimi a rovina, e altrettmto ere-· deva, se non sapeva, Vittore Hugo. È tale il caso di Emilio Zola ? Non mi sembra affatto. Se il governo in Francia no,1 è ottimo, che è colpa degli uomini che oe fm parte, la forma cl'i essa rimme pur semprt: incolpabile; e, se d'altronde il popolo francese ci si mostra assai degenere in fatto di virtù e punto migliore che negli ultimi anni in fatto di ragiooevolt!zza e di tolleranza, non è a temere che per opera sua venga distrutta la repubblica, espressione del diritto e del progresso civile. Nè in fine è da sperare che il paese, di cui lo cbauvi11isme è la grandezza e la debolezza massima, scrolli un:t buona volta di dosso il fradicio militarismo che lo soffoca e divora. Ma ancora, lo Zola s'avvantaggia sui precursori della coscienza positivamente acquisita della posizione e del còmpito proprio. Voltair.: era tropno leggero, e Hugo troppo retorico: l'uno era tratto dalt'ambizione e dal tornaconto, l'altro enlrai,,l dall'attitudine assunta di apostolo e martire e dall'abitudine di tutelare con la penna ogni interesse della giustizia ideale e dell'Ente Umanità. Lo Zola invece non aveva precedenti nella sua vita che potessero farci attendere da lui, per qualsiasi ragione, un atto eroico: 11 figlio del De Musset, del Balzac e del Taine tra tutt'al più netto e franco d'una nettezza e franchezza un po' rude: già negli ultimi libri ei s'era elevato alla trattazione di problemi più gravi e generali, e aveva las.:iato che la realtà gli sfuggisse soYente dalle mani, avvezza per tanti anni a sorprenderla e a scolpirla; e, se, anche in un recente scritto per la morte del Verlaine, ei seppe trovare, accanto agli accenti più lirici che abbia mai ispirato il tema della giovinezza, parole e teorie in cui è la penetrazione e la lucidità del diamante, sembrava nullameno essersi ritirato nelle più alte regioni del pensiero, e. dopo aver numerate le bolle a fior di acqua e le foglie nascoste del gran fiume della vita, volerne oggimai dominare dall'Olimpo tutto umano della sua gloria lo svolgersi della maestosa corr<nte.
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