70 RIVISTA POPOLAREDI POLITICALETTERE E SClE 'ZE SOCIALI reni e lici f'a.l)bl'icati.Sarebbe tolto in tal modo il vizioso Ol'dinamcnlo della sov1·imposizionc,né i comuni, anche maggiori, avrebbero facoltà di pcrccpil'e cruclle m1111c1·osicmposte locali sul recidilo personale, elle sono una delle maniere più ingiuste della loro odierna oppl'cssionc fiscale. A colmal'e le deficienze p,·odouc dalla assunzione cli spese, oggi sopperite dalle anuninisLl'azioni locali e dall'abbandono ai comuni e alle pl'oviucic delle imposte re.ili, la finanza dello Stato doHebbc supplire, avviando una razionale trasformazione clcll'auualc imposta sui redditi della 1L III. in una· imposta gene- . raie sul ,·cclclitoe snl patrimonio. Naturalmente questa trasfbl'mazione non avrebbe lo scopo cl'aggl'an1re la pressione tributaria attuale. ll conlingcnte complcssh·o dell'aggravio erariale e locale rimarrelJIJe intatto, né i contribuenti dovrcbbc1·O pagare, dopo la riforma, allo Stato e ai corpi locali se non l'importo complessivù che pagano ora, risc,·vanllo ogni miligazi.onc elci sistema tributario a quel. più prossimo momento, in cui i nuovi ordini si svolgessero in rnoclo completo e normale. A colmal'C le deficienze nella finanza elci conmni urbani utile strumento potJ•cbbc venir offo1to daUa dotazione sul prodotto dei clazii di consumo esercitati dallo Stato o in gcnL'rc sull'imposta personi1lc stù recidilo che si svolgesse succcssivamcnLc alla trasformazione ocl abolizione elci dazii di consumo. La dot.Jzionc dovrebbe venir fissala ncUa misura diversa YOluta per le singole città dalla differenza ad una data epoca fra le spese proprie cli ognuna cli esse e il prodotto delle imposte s1Lllapropl'ictà reale. Alle esigenze successive p1·ovvcclercbbc-anchc ])l'escinclendodalle imposte SLùlaproprietà reale - l'incremento 11ormale della dotazione, la incsorabiJc necessità delle economie nelle spese cli lusso e cli amministrazione e il prodotto elci servizi pubblici monopolizzati a vantaggio della finanza municipale (gaz, acqucdolli, tramYic ccc). Grazie a tale sistema le classi dirigenti nelle amministrazioni locali acquistcrel>bcro coscienza clclla spesa via Yia deliberata, compl'cndcndonc Lulla la ,·csponsabililù. A sua mila la finanza dello Stato potrebbe approfillarc del succcssiYOsvolgimento e della rcdditualità coonaturalc all'imposta snl reddito pct· abolire o mitigare le forme piLLdure della tassazione sia prop1·ia, sia crcclilata clai co1•pi locali. !\on può essere ar:Iomcnlo (li questo al'ticolo il. diSCULCl'Cla possiJJiJità finanziaria clclla soluzione proposta. Ci !Jasli il <lire che nello scritto pitt dcltag·liato sopra citato noi ci siamo cLirati di dimostrarla cifra per cifra. Vogliamo solo insistere sur un conccLLo,che riassmnc e spiega il noSLl'Opensiero. ll coordinamento della riforma dei tribuli locali al clcccnLramcnto è la più sictu·a garanzia clclla effettuazione di crucsto nuorn e tanto agognato ordinamento nmminislralirn. Solo in tal modo i alimenta il sentimento della rcsponsa!Jilità, cioè la f'orza Cllucal1•icc della lilJcrlit nelle moderne democrazie e si p1·O111uo1u·cna socldisf'azione piit completa e più moclcrna di lanti scrYigi crordinc i1ltelletLualc e rnol'alc, a cui è slrctlnmrntc congiwlla la col!u,·a e il bcncssrrc delle moltitudini. Prof. GruL10 ALESSIO. Deputato al Parlamento. DOPO IL GIUBILEO Il Federalismo e l'Internazionale. Dalle feste del giubileo inglese sono scaturite le basi di una politica arditissima: un concetto di unità cosmopolita che non è dato a tutti di scorgere ma che non è certo sfuggito agli occhi d'Argo dei grandi statisti dell'Europa capitalista. Il federalismo delle colonie e la denuncia dei trattati con la Germania e col Belgio son cose di tale importanza capitale, che meritano di essere messe in evidenza a sostegno di ciò che le dottrine socialiste han vaticinato sulla vittoria ultima assegnata all'Internazionale, la quale non è più l'idea utopistica di ieri, ma par che sia per divenire la realtà del domani. Il governo britannico, mentre si adopera per accrescere l'attaccamento delle sue colonie alla madre patria, studia, colla sagacia del vecchio diplomatico, di dare ad esse un posto fra i propri rappresentanti in parlamento e spianare così la via alla vagheggiata « federazione coloniale inglese » il più grande concepimento politico di questa fine di secolo. Quantunque Chamberlain non trovi ciò ancora realizzabile, non manca di spiegare tutta la sua energia alla bisogna e spera, fortemente spera, che l'ardimentoso progetto sia, in un non tanto lontano avvenire realizzato. Il programma della unificazione non sarà intralciato, il governo britannico ha grande fiducia nel presente e nell'avvenire. E già, dai ministri delle numerose colonie, si sono iniziate delle pratiche nei respettivi paesi, per una intesa sulla quistione ; ciò mentre l' Inghilterra e la Ger. mania si preparano, quasi in silenzio, ad una lotta commerciale di grande interesse, la quale minaccia di divenire una guerra terribile sul terreno politico-commerciale. Il nuovo orientamento della vecchia Albione, ch'è stata finora alla testa del mondo capitalista, e che per le sue immense ricchezze ha dominato pe1'più di un secolo il mercato mondiale, inondato dalle sue merci e dai suoi prodotti, ha per fine l'abbandono del libero scambio assoluto e come ancòra di salYezza, par si voglia gettare se non in braccio al protezionismo vero - in considerazione della spietata concorrenza che ad essa fanno ,,ggi specialmente, i prodotti della nazione tedesca e degli altri Stati europei - almeno ad una unione doganale intima colle sue colonie, che rassomiglierebbe allo Zollverein dell'antica Confederazione Germanica. Epperò le denegazioni di Chamberlain sull'abbandono del libero scambio vanno accolte con molta riserva e non si può trovare del tutto ingiustificato l'allarme della stampa francese. Non si denunziano due trattati commerciali come quelli
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