Rivista di politica e scienze sociali - anno I - n. 24 - 30 giugno 1896

380 RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI duttori di frumento e di riso ? Oggi, e nelle presenti condizioni di distinzione assoluta tl'a capitalisti ed operai, proprietari o proletari - dai salari più o meno incerti - l'industria non procede che raramente senza il corteo, sempre rinnovato, dei medesimi fatti dolorosi : oppressione spietata ecatombe di fanciulli, pauperismo, incertezza dell'esistenza, come si può constatare tutti i giorni. Le relazioni degli ispettori di fabbriche in Russia, quelle della camera di commercio di Planen, le inchiesto italiano ci ripetono le medesime atrocità che si riscontrano nelle relazioni delle commissioni parlamentari dal 1840 al 1842 ed in quelle più recenti, concernenti il pauperismo a Londra e lo sweating system a Whitechapel ed a Glascovia. È dapertutto la stessa cosa ed il problema del capitale e del lavoro é seriamente generalizzato, ma é anche semplificato. Far consumare il grano e far utilizzare gli articoli manifattura.ti da coloro che hanuo seminato e coltivato il grano ed hanno fi.bbricato questi articoli, ecco la quistione da risolvere oggi; e noi abbiamo già dimostrato che ogni regione può divenire una regione industriale. Ci riserviamo di dire un'altra volta se essa può essere ad un tempo anche una regione a.gricola. P. KRoPOTKINE-. Il socialismo non è semplice unistione ùistomaco L'anar~hico Jacques Mesnil ha pubblicato nella Société Nouvelle di Bruxelles una serie di articoli sul Pa1·tito socialista italiano, ora raccolti in separato opuscolo. Alcune delle critiche che egli rivolge ai socialisti italiani colpiscono il partito collettivista in generale; perciò la Rivista, che si propose di far conoscere le varie correnti dell'opinione, crede opportuno di riprodurre quella parte dello scritto che racchiude le obbiezioni mosse dagli anarchici al collettivismo. Sentiamo il dovere di avvertire che Gabriel Deville alla ripetuta accusa che il marxismo riduca tutto ad una quistione di stomaco, ha risposto testé in un volume sui principi socialisti eh' é il primo di una Biblioteca socialista internazionale. Dice il Mesnil : « La quistione sociale si riduce a una quistione economica; e il nodo di questa quistione è la lotta delle classi, che conh•appone il capitale al lavoro, il salariante al salariato, il borghese al proldario: tali sono le premesse del partito socialista. In Italia come altrove, es~i domina.no la sua azione ispirano il suo pr0gramma, determinano l'opinione della maggioranza dei suoi aderenti; essi costituiscono il tipo fondamentale che é misura all'o1 todossia delle riforme proposte ». Or vediamo se quei principi abbiano la solidità necessaria a costituire una forte base d'azione. Ricondurre la crisi attuale, in tutto il suo complesso, ad una semplice 9uestione . e_c~nomi_ca, equivale a ridurla alla massima semphc1ta. Cluunque la studi nella sua genesi e nel suo sviluppo, tosto si convinco che essa riguarda l'uomo per intero e che oggi il dolore non coglie soltanto il popolo _ma. che esso è universale. Né tampoco é necessano ncorrere a questa ricerca storica onde riconoscere il male radicale d'una soluzione tanto semplice, il cui errore si misura dall'impotenza in cui essa si trova di spiegare certi _fenomeni, che attol'no ~ noi ~i manifestano. Come grnstamente fa osservare 11Merlino (1) (1) L' Italie talle qu'elle est, p. 378. le e onsiderazioni economiche 80110 incapaci di ren darci conto della rapidità colla quale le nuove ideo si sono introdotto in alcune provincie d' Italia, mentre altre provincie la cui situazione non era migliore, vi son rimaste ribelli. Più dimo3trativo mi riesce ancora un fatto che in quest'ultimi tempi ha tanto impres8ionato : mentr.i il partito, detto liberale, perde giornalmente terreno, il partito cattolico mantiene quasi integralmente le sue posizioni : lo si é potuto costatare nel modo più evidente nell'elezioni legislative del 1804 nel Belgio e quest'anno anche in Italia, dove i cattolici lottando per la prima volta (1) nelle elezioni comunali, in diverse città, riportarono rilevanti successi. Ora, i deputati cattolici sono altrettanto borghesi e capitalisti quanto lo siano i liberali: la so!a religione li distingue da costoro, ed a ragione diconsi protetti e sostenuti da Dio l Perocché il loro Dio ha una realtà ed un potere, finché ne esista ancora l'idea nello spil'ito d'un grandissimo nume1·0 d'uomini. La maggior parte dei liberali, visto imminente il pericolo, tende ad avvicinarsi ai cattolici ed a formare con diplomazia di concessioni recj,proche, un sol partito conservatore. È noto come Crispi porti di già nella sua bandiera questa divisa: « con Dio col Re e per la patria! » Anche in Germania si son visti gli elementi reazionari allearsi per elaborare « l'Umsturz-Vorlage" di cui i cattolici determinarono la caduta volendo prematuramente abusaro della loro vittoria. L'opposizione che questo pro 6 etto incontrò fuori del parlamento, nelle file medesime della borghesia, principalmente nel mondo scientifico, non è tampoco a dedursi da cause economiche. L'uomo di scienza, che ha per mira la ricerca della ve1·ità e per lavoro quotidiano l'analisi dei fatti. è un naturale avversario d'ogni compressione dei' pensiero. Se egli non accetta l'idea dell'autonomia completa dell'individuo, si é, o perché l'unilateralità della sua atlività psichica gl' impedisce di scorgere quali sarebbero le conseguenze dello spirito della critica - incompressibile e rispettt)sa della sola verità- che egli impiega nella sua branca speciale ovvero perché l'abitudine d'un'esistenza in,·asa dai pre- <>iudizid'un'era autoritaria ha in lui determinato un'antinomia della ragione pura e della pratica, a tal punto, che egli si rifiuta a discutere le proposte che, sin dall~ sua infanzia gli si vennero inculcando, a guisa d1 assiomi, che essi non ha cessato ùappoi di ripetere macchinalmente. La tendenza dei socialisti a considerare esclusivamente il lato economico della questione sociale proviene dal!' importanza preponderante cho hanno oggi gl' interessi materiali per l'operaio. Niente di più naturale che la preoccupazione del pane quotidiano sopprima le altre, nell'uomo il quale non ha _di eh~ sfamarsi. Ma come ammettere che coloro 1 quah banno l'ao-io di stud;are la sociologia, pensino che la meta d°egli sforzi umani _possa, ridursi solo ad as: sicurare il benessere ma t, nale d ognuno? Allorché 1 socialisti persuadono il popolo ch'esso solo soffre, e che i ricchi sono felici, essi agiscono da stupidi corti<>iani e la loro menzogna é tanto più colpevole q~anto più essa riesce a far concepire nei prolet~ri, delle false speranze. Risolto il proble~~ econo?11co, gli sventurati che aspirano alla bella g101a del_trionfo si troverebbero esausti d'una lunga lotta, d1 fronte ad un problem~ morale e religioso, ben altrimenti complicato. Perocché « l'uom~ non vive di S?lo pa_ne ». Non bisouna stancarsi dal ripeterlo: la r1voluz1one, ai prodro~i della quale noi assistiamo, non si limiterà a trasformare le funzioni della società: essa rinnoverà l'individuo in ciò che egli ha di più intimo: la coscienza della sua personalità e l'idea che egli si crea della vita. (2) Non era la prima volta elle i cattolici in Italia prendevano parte alle elezioni amministrative. (N. d. R.)

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