Rivista di politica e scienze sociali - anno I - n. 19 - 15 aprile 1896

304 RIVISTA. DI POLITICA.E SCIENZE SOCIALl gna contro gli Dei terreni sarebbe stata più bella e « Emigmnti » ecc., quel compenetrarsi di dramma, di più feconda dell'altra contro i Celesti; e nel silenzio satira e d'umorismo ricorda lontanamente i canti più sacro della sua stanzetta, conversando coi cieli, con- splendidi dei « Reiselbilder ». templando l'Etna maestoso, si ricordò for~e d'Ence- Ma la Giustizia del Rapisardi ha il gran pregio lado, sommerso dentro la voragine di Mongibello. Fu dell'originalità; e però nessun confronto con altre allora che, volgendo al nuovo Ideale l'animo e il poesie è propriamente aggiustato. pensiero, acceso da un sacro entusiamo scrisse quei Nel « Duetto » l'argomento drammaticissimo è di canti terribilmente stupendi: «Giustizia>>. una semplicità massima e nello stesso tempo di una li suo grido non era allegro come quello di Archi- terribilità che fa venire i brividi. mede: Eurelta, o come quello di Galileo: Gaudium Nel Canto dei piconieri e nel Canto de mietitori, magnum nuncio vobis; ma sereno perchè annunziava l'invettiva o l'imprecazione, o sarcastica o tragica una verità; tragico perchè la verità era atroce; spon- hanno, ve1•amente, forza: son grida spezzate che actaneo e ispirato perchè essa in lui si era trasformata cusano cuori spezzati; son lagrime che cadono soliin sangue ed era diventata ragione e sentimento. tarie e pregne di rabbia senza che alcuno le rac- *\ colga; son fremiti cupi che si aggirano per quella Qual valore ha « Giustizia» come lavoro d'arte torba atmosfera di schiavi, oppressi da tutti i gioe quale influenza· esercitò nella ceNhia dei giovani? ghi sociali. " Il Trezza, mente di filosofo e anima geniale d'ar- * * tista, puliblicò allora su quei canti, - ch'egli quali- Quando apparve <<Giustizia» i versaiuoli erano ficò terribilmente stupendi - uno studio apologetico intenti alla stanzetta arcadica, alla strofetta eroica nelle colonne del Diritto, e dopo accennato a certe e a' piedi alcaici e asclepiadei, chò dovevano affretsue opinioni intorno al contenuto, diceva: « Chi non tare la decadenza letteraria della gioventù; ed egli, dimenticherebbe le leg 5 i della storia affascinato da il Rapisardi, con la fede d'un apostolo e con l'audaqueste lil·iche piene di vita? L'originalità del Rapi- ~ia d'un guerriero esclamava: Giustizia! !'\ardi qui si rivela meglio che negli altri suoi canti. L'l. cr:tica vendereccia fece le viste di non aver E un grande ingegno d'artista che ritrovò la propria nulla udito, e gli aristarchi d'un quattrino, sempre forma con lunghi ed ostinati sforzi; la forma rapi- pronti a solennizzare la nascita dei topi della monsardiana non somiglia a ne!:sun'altra; è lui, tutto lui, tagna come a recitar l'uffizio in questura, si chiu- · tutto lui, matur<1.to in una più alta coscienza di sè sero in un sepolcrale silenzio. Ma nel silenzio quel stesso. Quell'amvia sonorità di ritmi troppo classici, grido generoso echeggiò nell'animo di tutti gli opdi cui abusò nel Lucifero, qui si fa nerbo di forme pressi. evidenti e scultorie. Il Rapisardi è poeta lirico, ma Gli sgherri letterati classificarono criminosa la la complessità dell' is]Jirazione qui si manifesta me- nuova opera del Rapisardi; i pedanti poliziotti senglio che altrove. tenziarono che il tempio dell'arte era stato profa- ...... Il canto Sul Molo ti pare un frammento nato e 1a Dea sommersa nel fango della volgarità; epico di Virgilio per articolazione snella di ritmi, per ma quel grido, che prorompeva dall'animo d'un vero vigor di colorito, ver il moto drammatico che vi cir- poeta, già penetrava nella coscienza dei più timidi cola in ogni verso e in ogni imagine. e risvegliava in essi i più nobili sensi di carità e di ...... Il canto Giustizia è di una terribilità epica dignità umana. I gemiti occulti dei vangatori della che basterebbe da solo a mostrarci qual fantasia gleba e gli spasimi dei minatori già passavano nel multiforme possegga il Rapisardi ..... Non direi che dominio dell'arte; e chi gridò allo scandalo dovette tutte sian belle ad un modo codeste liriche, ma in assistere all"amara delusione di veder di vulgato quel tutte si rileva quel suo spirito vasto di Titano, che, libretto in parecchie edizioni da un capo all'altro se pur qualche volta trasmoda, ci lascia fortemente della Penisola, ed oltralpi. imvressi di sè. Qualità dominante d' un vero poeta Pcir opera del R\l,pisa1·di si schiuse un nuove orizlirico. zonte ali' arte e s'inaugurò in Italia un genere nuovo La riproduzione di questo mondo di Lazari, che di poesia forse destinato a più splendidi trionfi nellottano per la I ropria redenzione, resa con tanta l'avvenire. verosomiglianza ed efficacia, commuove ed entusia- La lirica dell'amore e dell'odio assumeva, in virtù sma perchè la fantasia del Poeta produce forme viventi della nuova fede, un significato assai più alto, trned organiche in ver3i finemente cesellati, che non sformandosi in Hpostolato d'amore in pro degli opintralciano ma compiono il pensie1·0. pressi di tutta la terra. La parola nuova, resa ésteNon riesce certamente facile ad un poeta il ripro- ticamente s11lendiJa dalla luce dell'arte, additava durre nell'arte un ambiente plebeo, il dar for.na ai nuovi mirag,;i ai gener0,i, che intendono 1-'l. Poesia. pensieri del popolo e il dar linguaggio ai piconieri E se i poetucoli decadenti torsero il gr:fo, se i cried ai mietitori ; ma il Rapisardi ha la virtù di tra- tici venderecci tacquero per protesta, se gli sgerri sformare in imagini poetiche le imprecazioni più laide eruditi si scandalizzar.mo, pur vi furono artisti, gioe di dipingere con mano maestra come gli stupendi vani e vecchi, nobili e popolani, che accolsero nelspettacoli naturali così le brutture in mezzo a cui si l'animo la nuova parola; pur vi fu qualche gentile dibatte l'abbrutito lavoratore. Per lui non vi sono giovinetta che, entusiasta del ·bello, s' innebriò nella difficoltà di sorta: il suo verso è un magico scalpello luce raggiante dalla nuova arte e dal nuovo Ideale. che incide, è un magico pennello che dipinge a co- E se alcuni imberbi, si credono in obbligo di schiclori splendidi tutto ciò che sfugge agli occhi comuni; cherard J'ojicina sociale, cercando le rime nel rimae se quelcosa in quoi versi suona aspro, quell'asprezza rio e misurando i versi col decimentrJ, pur vi sono é sempre voluta da ragion d'arte. , giovani coraggiosi, che al trionfo della nuova fede L'elemento epico e l'elemento drammatico si fon- consacr.rno il loro ingegno. Ma quando dobbiamo dedono mirabilmente insieme ora in un lirismo tragico , cretar corone a riualcuno di codesti, ricordiamoci, in che ti spaventa ora in un lirismo satirico che ti . oma~gio alla ver•ità, che l'Italia deve principalmente sferza a sangue; e alla fiorida immaginazione si ac- · al Rapisardi il riso1•gimcnto della poesia sociale.; che coppia qua e là l'umorismo fine e tagliente. l' f sarà tramandata ai posteri in un librettino, c'.le chiaIn << Giustizia » in «Dogali» in « XXXI Jfarzo » i·ma~o Atlantide, del quale diremo in un prossimo la solennità epica e l' abbondanza d' imagini e i voli art1colo. A. CAMPANOZZI. lirici, e la fr.i,se scultoria 1·icordano le pi i1belle pa- . . . . . . . gine dei ~ C_hatiments »; _l~d_dove i_n. « flfattina_ta_ >>,1 -Dr. _\apoleone Cota;anm, proprietar10,d1rettore-responsab1le. « La Cucitrice » « In vigilia natwitatis Dommi » Roma, Tip. Tiberina, Via de' Gigli d'Oro 16.

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