Rivista di politica e scienze sociali - anno I - n. 12 - 30 dicembre 1895

188 RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI tuale contro l'aggiotaggio e contro i banchieri, forse perchè allora il dominio ·della borghesia non era così consolidato come è oggi. Una sentenza della Camera di giustizia francese del 10 Novembre 1716 ordina che tutta la gente di affari sarebbe obbligata a pagare i 415 dei propri beni acquistati dopo che essi avevano avuto parte negli affari del Re, riservando a loro ciò che avevano prima. Era una restituzione bella e buona del male acquistato che s'imponeva. Molti finanzieri fu. rono condannati alla gogna e a portare la scritta : ladro del popolo. In Inghilterra nel 1734 passò un bill intitolato: atto per far cessare l'infame pratica dell'aggiotaggio; ma non fu mai applicato. In Francia un editto di Luigi XVI nel 1786 fu pubblicato contro i giuochi di borsa; la Convenzione chiuse la borsa. Vari Codici pena-li, compresi il francese e l'italiano puniscono)'aggiotaggio; ma raramente Sl?no stati applicati, come si è visto, e il male si è ·tanto ingigantito che si domandano inchieste e si studiano disegni di legge. Il progetto in Italia fu studiato e il Consigliere di Stato Romanelli - fu già avvertito - lo presentò nello scorso anno con analoga relazione al ministro Boselli. La Germania, anch' essa si apparecchia a discutere un disegno di legge sulle Borse. Francamente nè l'uno nè l'altro possono riuscire nel- !' intento. I due progetti ordinano meglio la materia delle borse, esigono maggiori garanzie dagli agenti di cambio e mi sembra che mirino a regolare l'aggiotaggio anzichè a sopprimerlo. C' è d'interessante e di utile in quello te desco il diritto che si riserba il consiglio federale di far dipendere da condizioni speciali la vendita a termine dei cereali. Questa esclusione sarebbe una concessione agli agrari, che specialmente in Inghilterra e in Germania, hanno chiesto di escludere i cereali dalle borse. Ciò equivale a riconoscere che coll'aggiotaggio si può artificiosamente alterare il prezzo di questo elemento di primissima necessità. Però mentre gli agrari affermano che il gioco di borsa produce i ribassi attuali, i socialisti l'odiano perchè temono che esso possa produrre le carestie artificiali. Credo che esagerino gli uni e gli altri. Ma se le leggi attuali sono impotenti ad infrenare il male e quelle proposte non soddisfano si dovrà ricorrere a provvedimenti radi~ali. eh~' s~pp;ima~o ad un tempo i danni ed i beni che le borse possono produrre? Si dovrà ripetere col ministro Villele che non e' è altro mezzo per uccidere l'aggiotaggio se non quello di rinunziare al nostro sistema di credito? Si dovrà darla vinta ai socialisti più radicali che vogliono addirittura chiuse le borse per impedire i malefizi dell'aggiotuggio? Non mi sembra che, rimanendo l'attuale organizzazione sociale, l'alternativa rimanga tra la assoluta inerzia consigliata dai liberisti e la soppressione radicale voluta dai socialisti. Si può lasciare alla borsa la funzione utile riconosciutale dal Romanelli di rendere possibile ai privati )& raccolta. dei capitali necessari per le più importanti intraprese e ai governi la emissione dei prestiti pubblici; si può anche ammettere che la bo_rsa richiamata a più rette funzioni possa regolare meglio l'offerta e la domanda ed eliminare in gran parte la crisi di produzione. Ma per ottenere tutto questo mi pare che basti equiparare la borsa ad uno dei mercati speciali in cui si venda e si compri la merce speciale di cui si occupano i suoi frequentatori e costringere questi particolari negozianti ad operare non sul vuoto ma sulla merce reale. Ci può essere il vero bisogno di comprare del ferro, del legname, del carbone ecc. per una data epoca e in un dato luogo; ma non ci sarà mai quello di avere ad un dato giorno mille azioni ferroviarie o un milione in titoli di rendita: bisogno che se fosse reale autorizzerebbe il contratto a termine. Il capitale che cerca impiego va a cercare in borsa le azioni delle varie società o i titoli di Stato; il possessore di titoli o di azioni, che vuole realizzare il Yalore dei medesimi va a vend1irli; ma che comprino e vendano realmente senza contratto a termine senza la menzogna, per semplice scommessa. Se la polizia dà la caccia ai giuocatori di macao, di baccarat, della roulette non si comprende affatto perchè debba consentire il giuoco di azzardo, che in condizioni più fraudolenti si fa in Borsa! Certo è che l'abolizione dei contratti a termine di· raderebbe le borse, diminuirebbe gli affari, limiterebbe la fondazione e la creazione - spesso ex nihilo - delle società per azioni. E sarebbero precisamente questi gl'intenti, che si dovrebbero raggiungere: resterebbero gli affari reali e si creerebbero quelle società e quelli Istituti seri nella cui riuscita sinceramente credono i fondatori e i promotori. Quando si pensa poi che fondatori e promotori di società per azioni e di Banche spogliano Gogò faeendone rialzare fraudolentemente il prezzo e sbarazzandosi delle azioni possedute per provocarne con altri mezzi non meno disonesti il ribasso non parrà strano che i fondatori e promotori vengano costretti a versarne realmente l' importo ed a trattenere nelle proprie mani; rendendole nominative, quel numero sbalorditoio di azioni, che per ingannare maggiormente il prossimo fanno sapere di avere trattenuto. I signori banchieri in questo modo prenderebbero tante azioni quante ne potrebbero pagare e promuoverebb.èro· la costituzione di quelle società ed intraprese che crederebbero realmente vantaggiose; nelle quali mantenendo impegnati i propri capitali avrebbero interesse di curarne la buona gestione. Questi freni limiterebbero di sicuro lo slancio negli affari; ma e".iterebbero le febbri e le convulsioni. Anche durante la febbre e la convulsione l'uomo può sembrare dotato di maggiore energia; ma questa energia lo conduce all'esaurimento. L'aggiotaggio rappresenta l'energia morbosa della febbre e della convulsione nella vita economica; non si può ridare a questa la salute che eliminando e combattendo il primo. D1•. NAPOLEONE COLAIANNI

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