LA RIVISTA POPOLARE Una comm1ss1one militare fu destinata a giudicare i Bandiera e 1 loro compagni; e il giudizio fu di morte per tutti, tranne che pel Boccheciampe, non avendo egli preso parte al combattimento contro i borbonici. Egli fu condannato a cinque anni di carcere. La sentenza di morte venne eseguita per Attilio ed Emilio Bandiera, Domenico Moro di Venezia, iccola Ricciotti di Frosinone, Domenico Lupatelli di Perugia, Iacopo Rocca di Lugo, Giovanni Venerucci di Forlì, Francesco Berti di Ravenna, Anacarsi Nardi di Modena, e, latin sangue gentile >>. Se occorre dirlo, morirono da eroi. « Tirate senza paura, che siamo soldati anche noi » disse il Ricciotti ai borbonici, e al grido di ,e Viva l'Italia! » caddero tutti. Intorno ai Bandiera e ai loro compagni di martirio abbiamo varie pubblicazioni, e del Mazzini, lo storico che fosse più degno di loro, e del Ricciardi, e del Vannucci, e di altri. A quelle pubblicazioni se n'è aggiunta ora una nuova, a cura del signor Francesco Guardione, la quale contiene una narrazione dei fatti e varie lettere inedite dei due fratelli, possedute dalla signora Annina Villari Del Giudice, dal cav. Isidoro Del Giudice e dal signor Raffaele Del Giudice. In verità, di questa nuova pubblicazione se ne poteva fare anche a meno, senza che i martiri di Cosenza ne venissero menomamente a soffrire, inc1uantochè essa non getta nuova luce sugli avvenimenti e sulle persone che in essi ebbero parte, non ci ritrae nella loro interezza nè gli uni, nè le altre, non aggiunge nulla a quanto si sapeva, e, nel suo insieme, non ha importanza nè storica, nè biografica, nè psichica, nè, se occorre dirlo, letteraria. Mi dispiace dare di questa pubblicazione un giudizio così severo, ma l'imparzialità e l'onestà di critico mi ci costringono. Nei e, preliminari » il signor Guardione dice assai meno di quello che dissero dei Bandiera e degli altri il Mazzini, il Ricciardi, il Vannucci; e lo dice in una forma che, nella sua gonfiezza, non poteva essere piìt inelegante. Basteranno due saggi del modo di scrivere del signor Guardione: « Vieppiìi cadendo i generosi, ha trionfo l'Idea, e domina gl' Italiani d'ogni luogo, anche coloro_che, per condizioni cospicue, avrebbero potuto obliarla, e i paterni consigli avevano avuto non poca turpezza ». ,, Gli storici narrarono di loro, dissero con flebili parole dello intrepido carattere e del massacro di Cosenza, ma a niuno di essi fu dato sapere pienamente quali nobili intenzioni albergarono ne' petti loro prima che fossero uccisi: non udirono i sensi gentili e forti, di che furon compresi que' due prodi ». BibliotecaGino Bianco
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